Un disco che parla della ricerca di due ragazzi, non sempre insieme e non sempre innamorati, ma comunque vicini. Che non sanno bene cosa cerchino, ma si dannano l'anima per trovarlo. Nelle fughe romantiche verso la Terra Promessa (Thunder Road, Born to run), nella staticità ora disperata ora visionaria delle giungle urbane (Jungleland, Tenth Avenue freeze-out, Night, Meeting across the river), nella disillusione dell promesse spezzate nelle strade secondarie (Backstreets) o che sai che presto si spezzeranno (She's the one). Attraverso gli occhi di Terry, Magic Rat, Mary, Bad Scooter, Wendy, Eddie, Cherry, è già possibile vedere cosa accadrà dopo. Come in quei film dove, nel momento stesso in cui ridi, ti innamori e ti commuovi, senti un brivido lungo la spina dorsale. Come una premonizione. Born to run è l'album che ti fa credere con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente nel rock 'n' roll.
Massimo Cotto, Born to run, in "Velvet Gallery", giugno 1990
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