sabato 18 maggio 2013

Mille volte Internazionale


L'ultima rubrica dell'ultima pagina di Internazionale si chiama Le Regole. Questa settimana è dedicata al Numero mille e la prima regola recita:
"Ricordi ancora quando hai comprato il primo numero di Internazionale? Sei vecchio"
Sono vecchio. Ricordo perfettamente che la mattina di sabato 6 novembre 1993 acquistai nell'edicola della stazione di Trieste il primo numero di questa nuova rivista settimanale. Ne avevo visto la pubblicità non ricordo più bene dove e mi aveva incuriosito la novità che ne costituiva la natura. Internazionale si proponeva di presentare i migliori articoli della stampa mondiale, tradotti in modo fedele da ottimi traduttori.
Perché? Lo dichiarava esplicitamente il primo editoriale, che oggi si può rileggere acquistando il numero 1000 della rivista a cui è allegata la ristampa del numero 1:
"..quel bisogno di provare a capire la complessità del mondo, quella voglia di accedere all'informazione senza filtri e di formarsi opinioni proprie senza mediazioni... Un articolo letto su Internazionale non farà capire il mondo, ma aiuterà a capire come il mondo è complicato, vario e ricco. E come i destini di tutti noi siano incrociati e legati."
Oggi ho potuto rileggere quegli articoli che lessi quel sabato di quasi venti anni fa in treno e che mi convinsero, poche settimane dopo, ad abbonarmi alla rivista. Lo considero un regalo che, da allora, faccio annualmente a me stesso, alla mia curiosità, al mio desiderio di capire e conoscere.
In venti anni Internazionale si è arricchito di rubriche (anche di fumetti), ha allargato il numero di collaboratori, organizza ogni anno a Ferrara un Festival sul giornalismo (ma non solo), è diventato a colori e la carta è migliorata. Ma è sempre rimasto fedele alla sua dichiarazione di intenti. Realizzandoli. Almeno per quanto mi riguarda.

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