lunedì 19 dicembre 2011

KP 8: Colpo grosso a San Francisco

Titolo: Colpo grosso a San Francisco
Data: Gennaio 1978

Soggetto/Sceneggiatura:
Giancarlo Berardi
Disegni/Copertina:
Ivo Milazzo



In seconda di copertina un canto funebre, con il consueto disegno di Ivo Milazzo per la rubrica "Tracce nel vento".


Si conclude in questo albo la lunga caccia di Ken nei confronti di Donald Welsh, il sicario che ha ucciso il Commissario agli Affari Indiani Ely Donehogawa e ha causato la guerra fra i Dakota e l'esercito descritta nel numero 4 Omicidio a Washington. E' un episodio che si distingue per la presenza di molta azione da una parte e per il notevole spazio lasciato ai personaggi comprimari dall'altra.
L'azione è subito protagonista nelle prime pagine, quando Welsh, caduto in mare con un pugnale conficcato in una spalla di fronte alla baia di San Francisco, deve vedersela nientemeno che con gli squali. La tavola seguente mostra le fasi della lotta in cui si apprezzano le doti (un po' troppo) atletiche dell'assassino. Da notare le belle vignette scontornate di Milazzo che allargano il campo: la prima completamente dentro l'acqua e l'ultima priva del contorno superiore corrispondente allo parte fuori dell'acqua.


Arrivato a Frisco, Welsh incontra gli altri protagonisti della vicenda. Dapprima la simpatica borseggiatrice Donna Ashford, che cade presto vittima del fascino del sicario.


E poi lo sbalestrato dentista Jack Boots, amico "interessato" di Donna.


La prima parte della storia è tutta incentrata su questi tre personaggi. Welsh dimostra qui il suo lato falso di simpatico e belloccio, al quale Donna non sa resistere, tanto da farsi coinvolgerere nel pericoloso progetto di assaltare la locale Zecca dello Stato.



Il sicario è molto abile nel convincere la ragazza a far entrare nella squadra anche il dentista: dimostra tutto il suo opportunismo riguardo ai modi che Donna dovrà usare.



Ken entra in gioco appena a pagina 39, sottolinenado così il peso dato da Berardi nella sceneggiatura al coro dei personaggi.


Insieme a Dash si mette subito alla ricerca di Welsh. La vignetta seguente ritrae una fase dell'indagine dei due: mi piace molto per come Milazzo usa i chiaroscuri per darle profondità.



La riuscita del colpo alla Zecca si deve all'astuzia e all'ingegno di Welsh che usa le bombole di gas esilarante del dentista per addormentare la guarnigione di soldati di guardia all'oro.


L'altro colpo di genio del sicario consiste nel particolare mezzo di fuga che permette a lui, Donna e Boots di scappare dal fortino in cui si trova la Zecca: una mongolfiera.


La differenza fra un criminale e un ladro è la totale mancanza di scrupoli nel rispetto della vita umana: lo dimostra Welsh quando, nonostante l'opposizione del dentista, "bombarda" con dei candelotti di dinamite i soldati che si sono nel frattempo risvegliati.

Ken è riuscito a capire il piano di Welsh grazie a vari indizi lasciati dal trio a Frisco e accorre alla zecca provocando lo stupore del sicario, rappresentato mirabilmente da Milazzo nelle due vignette seguenti.

Welsh si è liberato del dentista uccidendolo e gettandone il corpo nel vuoto. Nelle ultime pagine dell'albo troviamo un condensato di tante emozioni: la rabbia di Welsh e la tenacia di Ken nel perseguire la sua vendetta ritratte in queste due vignette.


In un' indimenticabile tavola leggiamo sul volto di Donna il susseguirsi prima di paura, poi di sollievo e infine di orribile incredulità di fronte al tradimento di Welsh.


L'epilogo non poteva essere diverso e non poteva non chiudersi laddove era iniziata la storia: nel mare. Questa volta però Welsh deve vedersela con un rivale ben più pericoloso di uno squalo: un uomo in cerca di vendetta.
Nelle due tavole finali (mute a meno dell'ultima vignetta) avvertiamo tutto l'odio reciproco fra i due nemici. Berradi e Milazzo non risparmiano al lettore un primo piano del volto di Welsh colpito a morte: la smorfia di dolore, il sangue che esce dalla bocca, le palle degli occhi che si rivolgono all'indietro. E poi il corpo esanime che assume una postura sgraziata mentre Ken se lo lascia alle spalle.
Nelle due vignette conclusive, infine, si sente il peso, ma anche la necessità, del gesto compiuto da Ken sulle sue spalle ricurve.



Welsh è finalmente morto segnando così la fine del breve ciclo di avventure di Ken legate alla sua caccia.
Si è trattato di un bell'albo, pieno di ritmo, con molto spazio concesso al trio di ladri e ad altri piccoli personaggi di secondo piano, sempre ben caratterizzati (vedi i due "navigati" ragazzini che trovano Welsh svenuto sulla spiaggia dopo la lotta con lo squalo, la "generosa" Ma' Flegel che aveva ospitato Ken e il fratello a Frisco nel passato, il portiere omosessuale dell'albergo in cui Welsh e Donna hanno soggiornato).
E poi c'è il registro di Berardi che alterna magistralmente pathos a siparietti ironici, azione a forti passioni. Siamo solo all'ottavo albo della serie ma la storia di Ken si caratterizza già per il suo stile di sceneggiatura, contenuti e disegni.

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