giovedì 8 dicembre 2011

Addio a Hubert Sumlin, king of blues


Questa è la copertina di un disco storico. Siamo a Londra nel 1970. Il bluesman americano Howlin' Wolf e la sua band incontrano dei musicisti inglesi più giovani. Nascono delle sessions leggendarie che vedranno la pubblicazione nell'anno successivo. In "The London Howlin' Wolf sessions" c'è da una parte il blues di Chicago di Howlin' Wolf e del suo chitarrista Hubert Sumlin, dall'altra una serie di star britanniche che devono molto alla musica dei "vecchi" americani: i loro nomi sono Eric Clapton, Steve Winwood, Bill Wyman, Charlie Watts. Il disco realizza dal vivo un incontro fra due mondi che in realtà si era già avverato musicalmente in precedenza, e continuerà ancora a farlo negli anni successivi. Il rock britannico di fine anni Sessanta e inizio anni Settanta deve molto alle influenze blues di Howlin' Wolf e della chitarra elettrica di Hubert Sumlin. Quel genere unico di rock-blues suonato in Inghilterra prima da John Mayall e dai suoi Bluesbreakers (con Eric Clapton come chitarrista solista), e poi dai Cream di ancora Eric Clapton, Jack Bruce e Ginger Baker è figlio delle chitarre elettriche di bluesman americani come Sumlin. Il rock inglese successivo, a partire dai Led Zeppelin, viene da qui. Sumlin in particolare influenzò il modo di suonare di numerosi altri chtarristi oltre a Clapton: Keith Richards, Jimmy Page, Jimi Hendrix, Stevie Ray Vaughan, Jeff Beck, Frank Zappa, Carlos Santana, solo per citare i più famosi.

Hubert Sumlin è morto il 4 dicembre all'età di 80 anni e con lui se ne va una vera e propria leggenda del blues: oltre che con Howlin' Wolf, suonò anche con James Cotton e Muddy Waters. Forse non ci rendiamo conto abbastanza di quanto la musica che ascoltiamo oggi dipenda da quello che hanno composto e suonato musicisti come Hubert Sumlin, e dallo stile in cui l'hanno fatto. I grandi mass media non ne parlano. Personalmente devo la conoscenza musicale di Sumlin ad un mio ex-collega, Andrea, vero cultore di blues. Fu lui che alcuni anni fa, sapendo della mia passione per Clapton, mi registrò una copia di "The London Howlin' Wolf sessions", facendomi così scoprire la maestria del chitarrista americano. Fortunata coincidenza volle che proprio in quell'anno, il 2004, Sumlin pubblicò l'album "About them shoes", il suo ultimo registrato in studio, in cui esegue dei classici di Willie Dixon e Muddy Waters, accompagnato, guarda caso, da Eric Clapton e Keith Richards. Ovviamente il disco fu mio in men che non si dica e girò sul piatto del mio stereo a lungo. Oggi purtroppo lo vado a ripescare dalla mia libreria in occasione di un triste evento. Leggo sul libretto allegato al cd una frase  di Michael Barthel che conclude la presentazione dell'album, e che riassume in poche semplici parole quello che è stato Sumlin:
"And Hubert Sumln is there, always smiling through it all, an playing his guitar, sweet and beautiful. Here's what he's got to say."

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