"L'idea era quella di fare un adattamento molto, molto fedele che però fosse anche un romanzo a fumetti, e un fumetto che valesse la pena di fare e che valesse la pena di leggere. Il lettore che legge sia il romanzo, sia il fumetto, sarà quello che si diverte di più..."
Paul Karasik
copertina dello sketchbook di Città di vetro |
Così qualche giorno fa ho acquistato Trilogia di New York, di cui Città di vetro è il primo romanzo, e ne ho cominciato la lettura. Mano a mano che le pagine del libro procedevano mi domandavo come la coppia Paul Karasik e David Mazzucchelli avessero potuto creare un fumetto da un romanzo del genere. Il tema del libro infatti è l'identità, o meglio l'impossibilità di definirne una precisa, la sua vacuità, la sua perdita; e il linguaggio, il modo in cui il linguaggio può definire l'identità. Il protagonista, lo scrittore di gialli Daniel Quinn, che si fa detective in modo molto casuale, compie un viaggio fisico lungo le vie di New York parallelamente al suo viaggio interiore, che lo porterà alla perdita di se stesso, della propria identità.
E' un romanzo ricco di idee astratte, difficilmente riproducibili in modo visuale, mi dicevo mentre lo leggevo. A parte le vie della Grande Mela, percorse in lungo e in largo dal protagonista e da Peter Stillman padre, ci sono ben pochi elementi da rendere in un fumetto. E qui mi sbagliavo di grosso... Davo poca fiducia al medium che tanto mi appassiona, alle capacità di Karasik di creare la sceneggiatura e a quelle di Mazzucchelli di renderla in disegni, partendo da una storia così cerebrale.
In effetti la realizzazione di questo romanzo a fumetti fu una sfida, voluta da Art Spiegelman nel 1992 proprio per dimostrare come il fumetto non avesse confini di espressione. L'autore di Maus voleva creare una nuova collana di libri a fumetti, in cui dei romanzieri "seri" e affermati, fornissero delle sceneggiature originali a disegnatori esperti. Contattò, fra gli altri, Paul Auster il quale, invece di scrivere una storia nuova, gli suggerì di adattare a fumetti Città di vetro. Fu così che David Mazzucchelli venne incaricato di prendersi cura della parte grafica ma, di fronte alle difficoltà incontrate dal disegnatore nel rendere le parti più astratte, arrivò in soccorso Paul Karasik. Il caso giocò un ruolo importante, così come succede nel libro al protagonista Daniel Quinn. Karasik aveva letto il romanzo anni prima e, di sua iniziativa, aveva scritto una sceneggiatura della storia con un layout grafico già ben preciso, una griglia di 3x3 vignette a pagina. Quando venne chiamato da Spiegelman, Karasik tirò fuori dal cassetto quel vecchio bloc notes di appunti e lo fece vedere a Mazzucchelli. Il risultato è il fumetto Città di vetro, che presenta infatti l'intelaiatura grafica della griglia a 9 vignette per pagina, che ovviamente Mazzucchelli si prese la libertà di rielaborare in certi suoi punti, soprattutto quelli in cui sono rappresentate le scene urbane.
Disegno di David Mazzucchelli |
In generale il fumetto non dimentica nessuna parte del romanzo: ciascuna è rappresentata evocando le stesse emozioni e, nello stesso tempo, arricchendo il lettore di altre, date dal vedere le immagini rispecchiare così bene il testo di Auster. Leggere il fumetto è un'esperienza contemporaneamente simile e distinta da quella di leggere il libro: ciò che ti resta sono le stesse emozioni e le stesse riflessioni, ma il linguaggio usato te le fa apprezzare e scaturire in modo diverso.
Confrontare infine il fumetto alla storyboard è un'altra esperienza interessante e divertente, perché si capisce il lavoro svolto da disegnatore e sceneggiatore a partire dalla prima bozza: vedi dove il risultato finale è rimasto fedele all'originale stesura e dove si è deciso di arricchirlo o modificarlo, vedi dove la griglia è stata rispettata e dove Mazzucchelli l'ha ampliata inserendo dentro la struttura vignette più grandi.
Devo quindi ringraziare il mio amico Andrea perché, senza quel regalo, non mi sarei potuto gustare attraverso una miriade di punti di vista questo capolavoro della letteratura e del fumetto che si chiama Città di vetro.
Disegno di David Mazzucchelli |
Purtroppo non ho letto nè il romanzo nè il fumetto (lo so, sono da fustigare), ma se consideriamo che la descrizione fornita è più che succulenta e se aggiungiamo il fatto che i disegni sono del grande Mazzucchelli (un suo titolo che mi sta particolarmente a cuore è Batman: Year One) allora non tarderò a procurarmelo!
RispondiEliminavedi?!?!? Io son invece da fustigare perché non conoscevo Mazzucchelli prima di Città di vetro.... corro a procurarmi Batman: Year one! :-)
RispondiEliminayou're welcome.
RispondiElimina;-)
Città di Vetro è l'unico romanzo che io ricordi, al quale è stato dedicato un graphic novel di qualità davvero alta. Questo adattamento a fumetti è davvero un caso raro.
RispondiEliminaHo letto sia il libro di Auster che quello di Karasik e Mazzucchelli e credo che la lettura del secondo acquisti qualcosa in più dopo la lettura del primo, anche se in realtà non parliamo di un adattamento pedissequo dell'opera originale.
Anch'io conoscevo già le cose di Mazzucchelli (Batman, il bellissimo DareDevil Rinascita), un autore che con il tempo ha lasciato una strada remunerativa e (per lui) sicura come quella del fumetto mainstream per quella più autoriale e impervia.
In ogni caso, la trilogia di New York è proprio un bel libro da leggere.
Belle letture.
caro Luigi, è vero che la lettura del fumetto dopo quella del libro ne giova, ma penso che vale anche il viceversa
RispondiEliminaNon saprei dirti, perchè l'ordine con il quale li ho letti è stato quello.
RispondiEliminaPerò con il senno di poi, e conocendo e apprezzando entrambe le opere, non fatico a crederti.