mercoledì 12 gennaio 2011

D'Alema, dì una cosa di sinistra, dì una cosa anche non di sinistra, di civiltà

Da TM News:

Roma, 11 gen.  - "Non sto nè con Marchionne, nè con la Fiom, non è questo il compito di un partito". Lo dice Massimo D'Alema a Otto e mezzo replicando al sindaco di Firenze, Matteo Renzi che si è schierato apertamente con l'ad della Fiat. In vista del referendum il presidente del Copasir spiega che "si tratta di una scelta difficile: accettare un accordo che impone sacrifici gravi e discutibili oppure perdere il lavoro, perciò gli operai meritano rispetto e non si bisogna fare loro lezioni su cose fare e dire, soprattutto da parte di chi, come noi, vive condizioni molto più comode". La vicenda Fiat secondo D'Alema "è uno degli aspetti della crisi del paese. Io non sono d'accordo con la Fiom perché un sindacato negozia anche arretramenti concessioni, esuberi, a volte necessari per salvare un'azienda ma non mi convince neanche l'esltazione del caso Fiat come esempio di modernità, caso mai è emblema di arretratezza. In Germani ci sono salari più alti e automobili più competitive. La vicenda Fiat dimostra che l'assenza di una politica che investa sull'innovazione scarica su operai e aziende i costi della competitività internazionale". A chi gli fa notare che Renzi dice di stare con Marchionne, D'Alema risponde: "Io non sto né con la Fiom né con Marchionne, il compito di un partito non è questo ma questa vicenda sollecita la politica a riprendere in mano il problema della competitività perchè se la situazione è arrivata a questo punto è anche perché in questi anni non è stata fatta nessuna politica per sostenere lo sviluppo"

E quale sarebbe il compito di un partito se non esprimersi rispetto ad una questione che concerne i diritti dei lavoratori e le loro condizioni di lavoro? Nulla è cambiato dai tempi di....



Qui invece c'è qualcosa di sinistra ma, soprattutto, di civiltà....

8 commenti:

  1. [semi off-topic]

    ah! aprile...
    ti ricordi? ti ricordi? ti ricordi?

    ;-)

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  2. come potrei non ricordare?
    ricordo che pioveva... che siamo usciti il pomeriggio insieme alla Durante che ci ha accompagnato a prendere il treno e che ha detto che i film di Moretti sono un po' nevrotici come lui

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  3. E' meglio così Alessandro.
    E' meglio se D'Alema non dice niente di sinistra, altrimenti ancora più gente vota a destra!

    Ti ricordo che il signor D'Alema non ha mai vinto nessuna elezione... nemmeno quella a segretario di partito, dove infatti vinse Veltroni, indicato dalla base e fatto fuori dalla direzione.

    Non è stato eletto come Presidente del consiglio...ma incaricato.

    E se la domenica, in famiglia, votano per andare al mare o ai monti,sono pronto a scommettere che perde pure in quello.

    Per questo si è fatto una barca tutta per lui dove può fare il comandante.

    Emiliano

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  4. fra i due non so chi sia peggio.... Veltroni ha creato un partito senza anima perché voleva comprendere tante anime, anche antitetiche fra loro, e alla fine è venuta fuori una organizzazione nè carne nè pesce... cmq, il presidente del consiglio non viene eletto dal popolo, come vorrebbe Berlusconi e come sempre ripete ad ogni piè sospinto per sostenere la sua intoccabilità, ma viene nominato dal pres della repubblica e ottiene poi la fiducia delle camere. Per fortuna siamo una repubblica parlamentare...

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  5. Per fortuna è così.
    Io cercavo di mettere in luce dei passaggi chiave dove il nostro baffetto sale in carica senza ricevere grandi consensi (ti ricordi come è caduto, poi?).

    Per anni si è detto di lui: "è antipatico ma è un bravissimo politico!"...ora io ti chiedo, si è mai visto un bravissimo politico che perde sistematicamente ogni elezione alla quale partecipa?

    E infatti ha imparato a starsene defilato, salvo poi colpire alle spalle o menar fendenti sotto la cintola. Senza mai esporsi in prima persona.

    Però rilascia mirabolanti interviste in cui viene accreditato come uno dei leader della sinistra!

    Ciao e viva la Repubblica parlamentare :)

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  6. son d'accordo con te.. è che recentemente, ogni volta che qualcuno mi cita Veltroni, mi viene una rabbia a pensare a quante disgrazie ha portato quest'uomo (Rai3 in cambio di pass a decreto legge Mammì all'epoca del PCI, caduta dell'ultimo Prodi causa l'anticipata creazione del Pd e annuncio di corsa solitaria a future elezioni, dimissioni sindaco di Roma con successiva perdita della città, perdita elezioni politiche, spostamento al centro...)

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  7. Su Veltroni, pur essendo molto critico, la penso in maniera diversa.
    Credo che davvero abbia tentato di percorrere una strada diversa, ma non ce l'abbia fatta.
    Per fragilità sue, e per le fragilità di una intera generazione.
    Perché il bilancio del berlusconismo, da destra come da sinistra, alla fine somiglia a un bilancio generazionale.
    I nostri nonni, fra difficoltà e contraddizioni, ci avevano dato un paese.
    I nostri padri non sono riusciti a tenerlo in piedi. D'Alema, Veltroni, ma se volete tutta la classe dirigente di cinquantenni/sessantenni, appartiene a questo orizzonte.

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  8. Marco, non son d'accordo con te. Veltroni, costituendo il PD, ha cercato di superare alcune fratture e divisioni del passato. Alcune erano già mature, come quella fra cattolici riformisti e sinistra riformista. Altre no: è stato un inganno quello di far credere che non esistesse più il conflitto tra capitale e lavoro: esiste, e Mirafiori, fra le 1000 altre vicende lo conferma. Mettere insieme Calearo e l'operaio della Thyssen non basta per dire che il conflitto non esiste più. Per superarlo bisogna fare ben altro, bisogna fare una politica vera del lavoro, e sicuramente indicare Sì al referendum di Mirafiori non va in questa direzione.

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