mercoledì 8 dicembre 2010

Working class hero

Ci sono degli eventi che si stagliano nella mente di un bambino in maniera indelebile e che ricordi perfettamente anche da adulto. Brevi flash, singole immagini, chiare nella tua testa come se fossero avvenute ieri. Per me lo sono la notizia data al telegiornale dell'omicidio di Aldo Moro, quella dell'agguato in piazza San Pietro a papa Wojtyła. Avevo pochi anni ma mi ricordo bene la disposizione in cucina dei miei genitori, gli oggetti posti sul tavolo, le facce dei giornalisti in tv e quelle dei miei genitori. Un'altra notizia che non si è mai separata dalla mia mente è l'assassinio di John Lennon: avevo 9 anni, ricordo il tg della sera che annuncia la sua morte. Una sera fredda d'inverno, di un giorno passato a casa. Io che chiedo a mio padre chi fosse quell'uomo ammazzato e il motivo di quell'assurdo atto. Mio padre che mi risponde, un po' affranto, che era uno dei più grandi cantanti, che prima era stato il leader dei Beatles, la più importante band della storia della musica, ma che è stato molto di più, uno che cercava di far pensare la gente compiendo magari atti un po' stravaganti. Mi disse poi che il tipo che l'aveva ammazzato, lo aveva fatto solo per mettersi in mostra, per far parlare di sé. Rimasi colpito da quelle parole. Me le son sempre portate dietro. Crescendo ho scoperto la sua musica, le sue idee, e ho capito quanto fosse stato rivoluzionario questo figlio della classe operaia.

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