domenica 26 gennaio 2014

La proprietà: un fumetto per la Giornata della Memoria


Più di sessant'anni separano l'anziana Regina dall'ultima volta in cui vide la natia Varsavia. Si era ripromessa di non farvi più ritorno, lei, giovane ebrea polacca, costretta a scappare in Palestina nel lontano 1939. Ma il riscatto di una vecchia proprietà di famiglia, confiscata prima dai nazisti e poi dal regime comunista, la convince a intraprendere questo lungo viaggio. Regina non è sola sull'aereo che decolla da Israele alla volta della Polonia: la giovane nipote Mica la accompagna in questo ritorno alle origini, che svelerà molto del passato della nonna e della sua famiglia.
In famiglia non dire sempre tutta la verità non è considerato mentire.
Questa sentenza precede la prima tavola dell'intenso racconto a fumetti scritto e disegnato dall'israeliana Rutu Modan e pubblicato lo scorso anno in Italia da Rizzoli-Lizard. E, infatti, famiglia e segreti sono al centro della vicenda che raccorda un presente apparentemente sereno ad un passato tragico attraverso la storia di Regina.


La Modan ha il pregio della linearità e della chiarezza, tanto nei disegni quanto nella sceneggiatura. La narrazione si dipana senza orpelli né fronzoli andando dritta al cuore della storia. I personaggi sono descritti con pochi ma efficaci tocchi, lasciando molto alla espressività dei volti, dei gesti e della postura. La Modan ha scritturato degli attori per far loro interpretare lo story board, li ha fotografati mentre recitavano e ne ha riprodotto poi espressioni e gesti nelle tavole. Il risultato è che i personaggi sono vivi e realistici, così come lo è la città di Varsavia, riprodotta fedelmente in molti suoi luoghi, come il Ghetto ma soprattutto il cimitero nel quale si svolge la scena madre del fumetto. Un cenno particolare merita l'ottima scelta dei colori, più tenui quando dipingono il presente, più vividi nel rappresentare i ricordi del passato di Regina.


La Modan riesce a raccontare una storia che più vera non può essere, perché ci parla senza intellettualismi di persone semplici, dei loro sentimenti, delle tensioni che l'amore crea e di come gli avvenimenti di una Storia terribile si mettano di traverso a segnare le sorti di una donna e di un'intera famiglia. La Modan ci parla di una delle più grandi tragedie del secolo scorso attraverso gli occhi di due donne di generazioni diverse, segnate ciascuna dai loro tic e dalle loro credenze. Lo fa con leggerezza facendoci nascere, a volte, anche un sorriso sulle labbra.
Ciò che rimane dopo la lettura è la credibilità dei personaggi e la tenerezza che proviamo nei confronti di Regina, che incarna senza retorica la forza dell'amore al di là del tempo e della Storia. Alla fine, nonostante tutto, l'ebrea Regina, la donna Regina, la mamma Regina ma soprattutto l'innamorata Regina ha vinto mentre i nazisti hanno perso.


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