Ieri sera ho pensato che il modo migliore per ricordare Sergio Bonelli fosse leggere una storia di Mister No scritta da Guido Nolitta. Così ho attinto alla cospicua serie di arretrati che ho appena acquistato scegliendo un po' a caso fra quelli che non avevo mai letto.
La mano è caduta su "Il dio giaguaro" e "L'artiglio insanguinato". Al di là della trama a sfondo giallo che verte sulla ricerca della vera identità che si nasconde dietro le sembianze del sanguinario dio giaguaro, mi hanno colpito due aspetti. Il primo è il sospetto che Nolitta abbia ideato il mistero del dio giaguaro solo per ambientarlo nello straordinario sito archeologico di San Agustin in Colombia. E' in questo affascinante scenario, ricco di architetture e strutture megalitiche di origine precolombiana, magistralmente reso dai disegni di Franco Bignotti, che lo spirito (o forse l'uomo) dio giaguaro si aggira seminando la morte. Vedere l'entusiasta professor Bishop, che Mister No ha trasportato col suo piper a San Agustin, muoversi fra un megalite e l'altro, rapito dalla loro bellezza, mi ha fatto pensare alle emozioni provate dallo stesso Sergio Bonelli che, magari, in uno dei suoi tanti viaggi in Sud America, visitò proprio questo luogo affascinante.
Il secondo aspetto a colpirmi è stato la pietà che Mister No prova alla fine per la bella americana Blanche che, in combutta col marito, aveva architettato il piano sanguinario. Blanche è stata spietata e, smascherata da Mister No, cerca di lusingarlo con delle moine e con la prospettiva di arricchirsi insieme grazie all'oro scoperto in quella zona. Ma il nostro la rifiuta ricordandole di essersi liberato dalla schiavitù del denaro e additandola come l'esempio del bianco sfruttatore dei poveri campesinos locali. La donna, di fronte alla terribile prospettiva di marcire in prigione, riesce ad approfittanre della distrazione del pilota per assumere un letale veleno. Mister No, disperato per quel gesto, le chiede scusa di essere stato così duro e, stringendola a sé, grida affranto il suo nome mentre la donna muore fra le sue braccia. Anche questo piccolo dettaglio è un segno della profonda umanità di Sergio Bonelli.
Bella storia davvero, questa. Io non posso fare a meno di ricordare Guido Nolitta con l'avventura che parte sul numero 24 di Mister No, Atlantico, disegnata da Roberto Diso. E' uno dei primi ricordi che ho del pilota amazzonico e del suo creatore.
RispondiEliminaAltri tempi, altre cose :)
Bignotti, negli anni in cui lessi per la prima volta la storia, era il mio disegnatore preferito di Mister No; una spanna sopra gli altri. Diso lo ho iniziato ad apprezzare solo in un secondo tempo. Questa storia è comunque un cult di Nolitta/Bonelli.
RispondiElimina@Luigi: Mister No e Storia del West sono i primi giornalini che comprai coi miei soldi...altri tempi in effetti, bei tempi...
RispondiElimina@Alberto: concordo con il giudizio su Bignotti, apprezzato anche su Martin Mystere. Diso è venuto dopo per me...
Le parti migliori della storia perché con tutto il rispetto il mitico e compianto Nolitta/Bonelli non è che ci sapesse fare molto XD anche se le sue storie a sfondo giallo tra Zagor e "Mister no" sono comunque godibili. Il colpevole lo si capisce penso lontano un miglio e pensavo che in realtà non fosse lui e che l' autore stesse sviando i lettori. Più bella e strutturata "Il bosco sacro", quantomeno con un elemento più variegato, anche se anche lì si apprezzano soprattutto la parte sul periodo bellico di MN e l' ambientazione.
RispondiElimina"Il fante di picche" di Zagor è godibile, ma niente di eccezionale. La migliore per me è "Zagor story", vuoi pure perché mi prese molto da piccolo. Peccato che nelle anticipazioni del tutto in terza di copertina ci fosse uno spoilerone grosso come una casa!
Devo ancora leggere "Il dio vendicatore". All' inizio intendevo ovviamente che secondo me non è he ci sapesse fare molto con il giallo.
RispondiElimina