E' quella che il torturatore Aaron Guastavino ha lasciato al figlio Elvio, un'eredità terribile, un peso sulla coscienza, una bestia scura che divora la debole psiche del grigio e pavido impiegato di mezza età Elvio. Un'eredità senza possibilità di redenzione: l'unica soluzione ammessa sarà la tragica espiazione finale, con l'annullamento della propria identità in quella ingombrante del padre e la conseguente morte.
E' stata la lettura della rivista Animals a stimolarmi l'acquisto di L'eredità del colonello, di Carlos Trillo autore della storia e di Lucas Varela responsabile dei disegni. Avevo letto due brevi racconti di Trillo pubblicati su due numeri diversi del mensile a fumetti, di cui avevo poi parlato qui, ambientati durante i bui anni della dittatura argentina.
Devo dire però che questo romanzo a fumetti mi ha colpito come un pugno nello stomaco. Non che non conoscessi i fatti storici che costituiscono il tema dell'opera, ma la rappresentazione dell'orrore che ne fa Trillo è veramente particolare ed efficace.
Seguendo l'evoluzione dello sconvolgimento psichico di Elvio, accompagnato dai suoi frequenti flash-back/deliri con cui rivive i momenti terribili dell'infanzia e dell'adolescenza quando assisteva alle torture del padre nei confronti di sospetti prigionieri politici, Trillo ci trascina in un pozzo nero abitato da orrore e depravazione. L'effetto ancor più dirompente nella coscienza del lettore è ottenuto dal disegno che ha un tratto grottesco, quasi caricaturale a volte, ma che fa risaltare ancor di più l'efferatezza degli atti e il successivo dolore.
Ammetto di aver chiuso il libro con un certo sollievo, dovuto al fatto di aver finalmente terminato una lettura così dura e pesante. Trillo ha quindi colto nel segno, perché immagino che fosse proprio quello che voleva provocare nel lettore: urtarlo profondamente nella sua coscienza per ricordargli ciò che è stata la dittatura argentina, quale sia stato il carico di orrore e morte, quale sia l'abiezione che si nasconde dentro l'uomo.
Nessun commento:
Posta un commento