sabato 11 settembre 2010
Il metronomo della E Street Band
Secondo me la E Street Band è la più grande rock band del mondo. Unita a Bruce Sringsteen costituisce una macchina musicale perfetta. Un front-men eccezionale supportato da una serie di musicisti meravigliosi creano insieme qualcosa di molto di più che una band affiatata: generano un flusso di energia inesauribile che ti contagia e non ti lascia più.
Assistere ad un loro concerto rappresenta un'emozione indescrivibile ed indimenticabile, che si rinnova, in piccolo, ogni volta che vedi un loro video su youtube o su dvd. E ti chiedi come facciano a essere così, come riescano a rinnovare ad ogni concerto quella voglia di divertirsi e di divertire, ovvero di vivere, con una tale energia inesauribile. Sicuramente contano molto l'amicizia e i rapporti che si sono instaurati in quasi 40 anni di musica, tour e vita insieme.
Amo tutti i componenti della band ma ce n'è uno che, secondo me, ne costituisce il cuore pulsante, l'anima, la base per tutti gli altri. Non alludo nè a Little Steven, nè a Clarence "Big Man" Clemons, nè tantomeno al Boss (perché lui è fuori concorso), ma a quello che io chiamo il metronomo: Max Weinberg, il batterista.
Lui se ne sta lassù, a dominare tutta la band, con quegli occhiali e quel volto da intellettuale, sempre vestito di scuro con il gilet e la camicia e i capelli ordinati. E' sempre concentrato e, di solito, non si lascia andare a strane facce come gli altri. E' misurato, ma solo apparentemente. Più che altro, lui è la misura del ritmo della E Street Band. E' una sicurezza, il riferimento per tutti gli altri e per il Boss. Si osservi con quale sguardo Max segue costantemente Bruce lungo le canzoni: è il suo angelo custode, quello che lo accompagna sempre al traguardo vncente. La sua stecca alzata in modo imperioso richiama tutti all'ordine, a seguire il suo ritmo.
Fra il Boss e Max c'è un continuo dialogo, un rapporto di interdipendenza reciproca. Per questo è il cuore della band. Spesso si sottovaluta l'importanza della batteria in un gruppo: di solito si ricordano i vocalist o le chitarre soliste. E' chiaro, sono lì davanti al pubblico e svolgono la parte più bella, più acclamata e affascinante. Ma senza l'apporto di colui che ti dà il tempo, il risultato finale sarebbe zoppo.
Non ci ricorderemmo i versi e la voce del Boss, o gli assoli di Big Man se dietro a loro non ci fossero le percussioni solide e calde di Max Weinberg.
Guardare per credere...
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