C'è una nuova storia di Zerocalcare in edicola. La pubblica L'Essenziale, il settimanale, costola di Internazionale, dedicato ai fatti italiani. Si tratta di una storia veramente brutta, tragica, che ti lascia disperato e incazzato allo stesso tempo. E questo per tanti motivi. Per l'esito finale, innanzitutto: la morte di un ragazzo minorenne. Poi per come si è svolta: spari di arma da fuoco, in risposta ad una minaccia costituita da una pistola giocattolo. Per i protagonisti: un ragazzo di una famiglia considerata difficile e un carabiniere in borghese. Per il luogo: un vicolo di Napoli. Per come è stata raccontata sui media: sbrigativamente e con mille pregiudizi.
Zerocalcare si mette lo zaino sulle spalle, prende il treno e va a Napoli, a casa del ragazzo e incontra il padre. E ascolta senza pregiudizi. Le parole del padre raccontano un'altra storia e Zerocalcare fa pesare ogni sillaba che entra nella sua testa. E nel suo cuore. E gli si smuove qualcosa dentro. Riflette e si pone domande. Le stesse che un lettore attento e partecipe di queste 24 pagine di fumetto non può non farsi. Ovvero perché la realtà dei fatti non venga (quasi) mai analizzata con il rispetto e la decenza dovuti alle persone che ne sono protagoniste. Perché non ci si ricordi mai che una vicenda non può essere liquidata con poche righe ma richieda un'analisi degli strati di cui si compone.
Zerocalcare, con la sua empatia e tutti i suoi limiti di essere umano, sta lì a ricordarcelo. Con rispetto e decenza.