lunedì 19 gennaio 2015
Il mercato batte Saguaro
Non ci voleva un mago per prevederlo. Quando ho visto morire Cobra Ray, il nemico numero uno di Saguaro nell'albo di gennaio intitolato Colpo di coda, sul momento non ci ho creduto o, meglio, non ci volevo credere. Ho riletto due volte per essere sicuro che non mi fosse sfuggito qualcosa: in fondo tante volte Cobra Ray era stato dato per morto, ma era sempre ricomparso più pericoloso di prima. Ma questa volta no. Ridotto in sedia a rotelle, si è dato fuoco di fronte a Saguaro. Ed è morto. Se Bruno Enna, creatore e principale sceneggiatore del personaggio, fa morire già al numero 32 della serie il nemico principale del protagonista, allora il lettore non può che considerarlo come un terribile indizio. Unito all'altro grave indizio riguardante i bassi numeri di vendita di cui Saguaro soffre da molto tempo, mi son detto che ormai la fine della serie è certa. Puntuale è giunta pochi giorni fa la notizia ufficiale della Sergio Bonelli Editore, che ha confermato le voci che circolavano da mesi: in soli tre ultimi e definitivi albi Saguaro verrà a capo di tutto. Tutte le interessanti trame che hanno segnato con forza la continuity della serie (dall'infido Clive Waters, creatore dell'unità speciale dell'FBI in cui lavora Thorn Kitcheyan, passando per il ribelle navajo Nastas Begay, ex amico fraterno di Saguaro, fino al vecchio uomo della medicina Howi e i segreti riguardo ai genitori di Thorn) troveranno una conclusione in soli tre albi.
E' un vero peccato. La Bonelli chiude una delle sue serie migliori. Più volte ho avuto modo di elogiare Enna per la sua scrittura dinamica, veloce, agile ma capace di approfondire con cura temi di carattere sociale e psicologie dei personaggi. Perdiamo un ottimo poliziesco ambientato nel Sud Ovest americano negli anni Settanta del secolo scorso, con in primo piano le problematiche legate alla vita e ai diritti dei nativi. Thorn è un navajo, ma è anche un reduce del Vietnam, e da proprio questo passato emerge il suo arci-nemico Cobra Ray. Ma c'è anche un altro passato, familiare e tribale, che incombe su Saguaro e di cui, albo dopo albo, Enna ha saputo dosare gli elementi, in modo da creare la dovuta suspense.
Non mi spiegherò mai perché prima Orfani e ora Ringo (miniserie scritte da Roberto Recchioni) funzionano mentre Saguaro no. Intendo dal punto di vista commerciale, non della qualità di soggetti e sceneggiature. Qualcuno ha detto che Saguaro è nato già vecchio: un eroe Bonelli classico, troppo classico, legato ad uno sfondo, il western, che ha perso molto del suo appeal, almeno presso il pubblico più giovane. Non sono d'accordo. Saguaro è parso essere al suo esordio il classico duro, tutto d'un pezzo, alla Tex Willer. Ma poi, con lo scorrere delle storie, la sua psicologia e il suo mondo si sono dispiegati, lasciando intravedere molte sfumature, e molti dubbi. Tex, al di là dei metodi drastici che li accomunano, è molto lontano da Thorn.
E poi, Adam Wild, la nuova miniserie di Gianfranco Manfredi, non si è proposta proprio all'insegna della Avventura classica, che più classica non si può? Certo, l'ambientazione e i personaggi son del tutto diversi, ma l'alveo di genere in cui si inserisce è molto più vicino a Saguaro piuttosto che ad Orfani. E mi pare che le vendite del nuovo eroe di Manfredi stiano andando bene.
L'unico difetto, non di poco conto, che riconosco alla serie di Enna è la qualità dei disegni, mediamente bassa, con rare eccezioni. Potrebbe essere che molti lettori l'abbiano abbandonata proprio per questo motivo. Se fosse vero, le responsabilità ricadrebbe sulla Bonelli stessa, che non ha saputo garantire ad Enna un parco disegnatori all'altezza (cosa che invece non sta succedendo per Adam Wild e Lukas di Michele Medda, caratterizzati da ottimi disegni, oltre che da valide storie).
Etichette:
Adam Wild,
Bonelli,
Bruno Enna,
fumetti,
Gianfranco Manfredi,
Lukas,
Michele Medda,
Orfani,
Roberto Recchioni,
Saguaro,
western
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Difficile stabilire le reali motivazioni per cui una serie prosegue e una no.
RispondiEliminaDi sicuro c'è che Orfani e Dragonero, tanto per citarne due, hanno goduto di un'operazione di marketing molto incisiva. Saguaro invece pari quasi allo zero.
Certo, l'ho scritto anche io più volte. C'è un'enorme disparità di mezzi ed energie dedicati da parte della Bonelli alla promozione di Orfani/ Dragonero da una parte e Saguaro dall'altra.
EliminaA giudicare da quante copie invendute vedo nelle edicole di Milano non credo che Ringo venda poi cosi bene a conti fatti.
RispondiEliminama sai che non mi dispiace proprio per niente :-)
EliminaCattivissimo Ale ;-) Come puoi accanirti verso Orfani e Ringo!!! C'è pure l'edizione pseudo cartone animato su rai4! Battute a parte, concordo con te, certe cose non si spiegano. D'altra parte, da videogiocatore, ho potuto constatare una cosa in questi anni, e penso che si possa applicare anche al campo dei fumetti. Quando eravamo giovani, agli esordi del pc, i giochi colpivano non solo per la loro grafica, ma tanto più erano profonde le storie. Da amante del fantasy, prendo come esempio un Baldurs Gate, che, a giocarlo tutto, erano più o meno 300 ore, tra storia principale, dialoghi, personaggi comprimari, luoghi da visitare, ecc. Con il passare degli anni hanno puntato sempre meno alla storia, e sempre di più agli effetti visivi. E vedo nei ragazzini entusiasmo per questo più che per la storia, tant'è che magari pure saltano quelle poche scene intermedie con i dialoghi tra i personaggi. Credo che si stia perdendo questo, il fascino della storia, non dico in tutti, ma in buona parte dei giovani. Difficile dire quale sia la causa. Ma forse è lo stesso per i fumetti, stupisce di più un fumetto fatto più di immagini che di storia, che si finisce in una manciata di minuti, che uno dove devi metterci un pò di testa per immergerti e seguirne le vicende, i sentimenti dei personaggi, gli intrecci. Personalmente apprezzo molto Dragonero, ovviamente per la mia tendenza al fantasy, per me era il fumetto che mancava. Stanno costruendo un mondo sempre più denso, mettendo in pentola tanti personaggi che anzichè morire scompaiono, lasciando aperto un possibile ritorno in scena, stanno definendo sempre di più i caratteri dei protagonisti. Vero è, come dici tu, che probabilmente stanno mettendoci tante risorse, tant'è che hanno fatto un libro, e pure un gioco di ruolo. Però è un fumetto bonelli vecchio stile, lo inizio a Gorizia salendo in treno e lo finisco a Trieste in quasi un'oretta di viaggio, e questo mi piace, anche perchè poi la sera me lo riprendo in mano e me lo rileggo. Lukas sto continuando a comprarlo, fatto molto bene anche questo, ma mi sa che dovrò fare una scelta, già tanti fumetti stanno ammuffendo in garage con mia somma tristezza, non so più dove metterli... Saguaro non lo conosco, ma sono certo del tuo giudizio. Speriamo in tempi migliori, ma le premesse non fanno ben presagire. Credo che alla Bonelli il vento sia un pò girato, e non al meglio.
EliminaCaro Fabrizio, penso che dovresti scrivere una bella lettera alla Bonelli con tutte queste considerazioni!
EliminaConcordo pienamente con l'analisi di Alessandro. Personalmente, ho trovato estremamente interessanti sia il personaggio che l'ambientazione, ma la qualità dei disegni mi ha talmente infastidito da dissuadermi dall'acquisto e dalla lettura.
RispondiEliminaChe peccato! In Bonelli dovrebbero riflettere su questa tua testimonianza di lettore...
EliminaSi, un vero peccato, caro Alessandro, per chi, come me, si è perso un bel personaggio con il suo universo, e per Bruno Enna, che, per indubbie capacità intuitive e creative, merita senz'altro un maggiore riconoscimento. Dispiace constatare come troppo spesso, da parte degli "addetti ai lavori", si perda di vista il vero senso della produzione e della fruizione del fumetto. Ossia quello di suscitare e ricevere emozioni, in particolare attraverso lo "sguardo", non solo tramite la forza evocativa della "parola"... e non credo che sia solo un problema di diversità di stile grafico o di gusto estetico: chiediamo fondamentalmente emozioni, non necessariamente bellezza e perfezione...
EliminaSì, son d'accordo, chiediamo emozioni, ma di un certo tipo: non facili o banali, ma autentiche, generate senza scorciatoie o furberie. E Saguaro sapeva dartele.
EliminaCiao Alessandro,
RispondiEliminapurtroppo mi confermi quanto sospettavo!...
Anche io concordo sulla tua analisi. Mi rincresce davvero che la Bonelli chiuda Saguaro.
Enna aveva cominciato davvero bene, il primo numero resterà il migliore di tutti per disegni e storia.
Chiusa la storia di Miguel, il palco ha cominciato a scricchiolare. Peccato, perchè di sotto-trame Enna ne aveva disseminate molte lungo la via, e molto valide.
A mio parere ha scelto di insistere sull'unica che avrei lasciato perdere, ma si sa, ognuno vede cose che altri non vedono.
Mandi
carla
Ciao Carla, ognuno fa suo il personaggio attraverso il proprio sguardo e predilige una sotto-trama piuttosto di un'altra. Quella di Miguel mi era piaciuta molto, ma poi ne ho trovate altre ugualmente affascinanti. L'albo "La danza degli spettri" ad esempio, per citare uno degli ultimi, è davvero straordinario (a parte i disegni).
EliminaMandi
seguo il tuo Blog già da qualche tempo, attratto ovviamente dalla passione comune per Ken Parker. Ho letto la tua analisi sulla chiusura di Saguaro e volevo dire che io sono tra quelli che lo hanno "abbandonato" proprio a causa dei disegni. Si tratta pur sempre di un fumetto e quindi il disegno deve avere il giusto peso. Le storie di Enna mi hanno appassionato ma vederle realizzate da Barletta oppure da Busticchi e Paesani non è stato il massimo. Per quanto riguarda Orfani/Ringo non sono d'accordo sul tuo giudizio negativo. Può darsi che Recchioni usi dei trucchi che a me sfuggono e che ad altri possono far storcere il naso ma sul versante disegni penso che abbiano fatto centro.
RispondiEliminaSaluti, docgas76
Ciao docgas76, grazie per essere un lettore del blog, oltre che del nostro caro Ken. E' sempre un piacere trovare, anche solo virtualmente, un appassionato di Lungo Fucile.
EliminaQuello che scrivi riguardo a Saguaro mi dispiace molto: dispiace che una serie interessante abbia perso dei lettori a causa dei disegni. Ma tu dici bene: il disegno deve avere il giusto peso, ed è comprensibile che un lettore abbandoni una collana se i suoi disegni non lo convincono. Non so darti torto, ma ti assicuro che le avventure di Thorn sono state una più bella dell'altra. Se ti capita, recupera i vecchi albi e leggili.
Riguardo a Recchioni e al suo stile narrativo ho già scritto abbastanza. I disegni di Orfani non erano male, e nemmeno la colorazione. Ma per me conta di più soggetto e sceneggiatura e queste proprio non le digerivo.
So long