Una locomotiva e i suoi vagoni dilaniati. Fiamme e fumo che li
avvolgono. Corpi umani straziati. E un vecchio indiano a cavallo che si muove
in questa devastazione. Cavallo
Zoppo, l'uomo della medicina dei Lakota, è il primo personaggio che
incontriamo nella saga di Magico
Vento. Non è né Ned Ellis (il nome da bianco del protagonista
della serie), tanto meno il fido compagno Poe,
a essere presentato per primo. Bensì un vecchio sciamano in cerca del suo
successore, di un uomo che, al di là del colore della pelle, sia in grado di
imparare tutto quello che il vecchio Sioux può insegnargli. Una visione di
Wakan Tanka ha condotto Cavallo Zoppo presso il luogo del disastro ferroviario e
lì, fra i ferri divelti e i crateri provocati dall'esplosione, un uomo ferito,
coperto di sangue, si alza a fatica, barcolla e ricade privo di coscienza
davanti allo sbalordito sciamano. Ecco gli ultimi passi incerti di Ned , prima
di diventare Magico Vento.
Sono di forte
impatto le prime tavole di Fort
Ghost, la storia scritta da Gianfranco
Manfredi e disegnata da Jose Ortiz, con cui la serie di
Magico Vento ha inizio. E penso che non sia un caso che il primo personaggio
che l'autore ci presenta sia uno sciamano. È
questa, infatti, una delle
caratteristiche principali dell'affascinante avventura che Manfredi ha creato:
un'originale miscela di western, fantastico e horror, radicata
nella religione e nella mitologia degli indiani d'America, popolata da mostri e
creature sovrannaturali. Questo Lato Oscuro del West, e non solo i classici
pistoleri, è al centro del racconto: un'innovazione per il mondo dei fumetti.
Ma il punto di vista di Manfredi sul mondo delle leggende, delle tradizioni e
della cultura dei nativi americani è molto rispettoso: il protagonista è sì uno
sciamano, ma pur sempre bianco. Da parte dell'autore sarebbe stato presuntuoso mettersi nei panni di un protagonista nativo a tutti
gli effetti: Magico Vento non dimentica di essere stato Ned Ellis, i pantaloni
da soldato che indossa glielo ricordano continuamente e lui, d'altronde, non
vuole nascondere le sue origini a nessuno.
Ma l'unicità di
Magico Vento nel panorama fumettistico è data anche da altri fattori. Da una
parte l'attenzione di Manfredi alla Storia è massima: l'Avventura si intreccia
sapientemente con la Storia del West. Da incorniciare sono gli albi che
costituiscono il ciclo delle Black Hills, nel quale si racconta uno dei luoghi
ed eventi mitici del West: la battaglia
di Little Big Horn. Il pregio è averla inserita in un contesto più ampio:
storico, politico, economico e militare. Il lettore arriva al momento della
battaglia con un quadro ben preciso di tutte le forze in campo e di tutta
la dinamica che le ha condotte fino a lì. E poi c'è il racconto dei
protagonisti, noti e non, di primo piano e di contorno, tutti tratteggiati con
umanità e dignità.
D'altra parte il
western di Magico Vento è contrappuntato anche dalle avventure vissute nelle
città della costa dell'Est: storie ricche di sotterfugi, di spie, di intrighi
politici in cui meglio spicca l'azione di Poe, il giornalista che condivide
le sorti dell'inseparabile amico. Poe è un uomo che cerca di tenere i piedi per
terra quando si imbarca con Ned in avventure più grandi di lui: è l'alter ego
razionale di Magico Vento che è più vicino, invece, alla natura misteriosa
dell'essere umano.
Per tutto quello
che ho scritto, ma anche per molto altro, Magico Vento è una serie che un
lettore di fumetti non può lasciarsi sfuggire. Un'occasione per leggerla (o
rileggerla) cade propizia in questi giorni. La Panini Comics propone mensilmente la ristampa integrale a colori di tutta la serie. Magico Vento
Deluxe è il nome della collana
che ha esordito il 21 marzo con il primo albo, Fort Ghost, ritornato nelle edicole dopo quasi sedici anni, tanto è il tempo che separa questa edizione dall'originale della Sergio Bonelli Editore, pubblicata a partire dal mese di luglio del 1997.
La nuova edizione Panini conserva il formato originale Bonelli e anche il tipo di carta è lo stesso. Il colore però è un po' troppo cupo e la tavola, considerando anche i disegni di Ortiz con il suo nero già ben marcato, risulta molto scura. Penso e spero che si prenderanno dei provvedimenti a partire dal secondo numero. Nonostante questo difetto, il risultato è comunque migliore delle ristampe delle avventure di Zagor e Dylan Dog, proposte settimanalmente in edicola dal gruppo editoriale L'Espresso-La Repubblica. In questo caso il formato è sì più grande, ma i colori usati uniti alla carta patinata creano un effetto che, personalmente, trovo artificiale.
Il ritorno di Magico vento era auspicato da parte di molto lettori, che chiedevano a Gianfranco Manfredi di far tornare il suo personaggio con nuove storie. Penso invece che Magico Vento abbia dato il meglio di sé nei suoi 130 albi (più lo speciale) e che sia stato saggio chiudere la serie quando il livello delle storie era ancora alto, senza rischiare di trascinarsi in una stanca riproposizione di avventure già lette. D'altronde Manfredi si è dedicato con successo alla creazione di nuovi personaggi e nuove (mini)serie, e Volto Nascosto e Shanghai Devil sono lì a testimoniarlo.
Pertanto lasciamo lavorare Manfredi sul nuovo Adam Wild, ché il modo migliore per (ri)vivere le avventure di Magico Vento è ora quello di leggere le sue avventure a colori.
Magico Vento è un fumetto magnifico.
RispondiEliminaMa - opinione personalissima - la colorazione di questa ristampa non riesco a farmela piacere in alcun modo e trovo che i bei disegni di Ortiz siano non poco penalizzati dal colore.
Un saluto e sempre complimenti per il tuo Blog.
Orlando
Ciao Orlando: sì, i disegni, come ho scritto, sono troppo scuri. Ma son sicuro che rimedieranno nel prossimo numero.
EliminaUn saluto a te!
Alessandro
L'ho sfogliato e anch'io sono rimasto perplesso dalla colorazione, ma forse il problema è la carta usata.
RispondiEliminaQuando era stato annunciato su Anteprima un mio amico si era chiesto cosa diavolo potevano essere i tanti materiali extra annunciati se la foliazione era la stessa della prima versione, e in effetti mi pare che ci sono solo alcune pagine introduttive inedite.
La versione a colori di Zagor, per quell'unico numero che ho preso, a me è sembrata ottima.
La colorazione sarà ottima, ma insieme alla carta patinata mi dà un effetto di artificioso, innaturale.
EliminaOttimo articolo per celebrare il ritorno in edicola di questo fantastico personaggio, Alessandro. Dal canto mio ho deciso di tappare i buchi della mia collezione ricominciando ad acquistarlo con questa sua versione color molto suggestiva che, a mio avviso, migliorerà numero dopo numero.
RispondiEliminaSì, son convinto anche io che migliorerà... Magico Vento lo merita!
EliminaManfredi , in una intervista di qualche tempo fa, sostenne che il colore è controproducente se accompagna storie di oltre cento tavole e a sei vignette ( il classico formato bonelliano ) che continuano spesso nel numero successivo e citava la relativa brevità dei comics USA e degli album francesi. Punto di vista che condivido , x quel che può valere.
RispondiEliminaDa bambino amavo cose come gli albi commemorativi SBE - avevo una copia di Tex Cento con un bellissimo Alberto Sordi in camicia gialla in copertina - perchè erano a colori, ma si cambia con l'età e sto smacchiando tutti i miei albi speciali ( non ti dico la fatica con i vari Fest degli ultimi anni ) e sono l'unico fan a non aver accolto con gioia la notizia dello speciale Zagor a colori che ogni anno racconterà il background di personaggi di contorno (si comincia con Fishleg x le matite di Venturi ).
Credo che la notizia dell'attacco cromatico abbia vulnerato il Manfredi perchè , dopo la genialità di titoli come Magico Vento e Volto Nascosto , invece di proporre qualcosa come Primo Selvaggio, ha ripiegato su di un pessimo Adam Wild e ha scelto di ispirarsi al muso di Errol Flynn ( che secondo alcuni commentatori avrebbe parteggiato x i nazi ).
Non sarebbe stato meglio scegliere un David Niven ( che è stato spia , ma con gli alleati ) o un Leslie Howard ( eroe di guerra e morto in un incidente aereo in circostanze da spy-story ) ?
Almeno ci è stato risparmiato Amedeo Nazzari ( il cosplayer italiano di Flynn nonchè attore di regime fascista ), ma non si poteva virare verso Gregory Peck ? Forse troppo Dylan Dog ?
Pazienza...
La scelta su Flynn è dovuta al fatto che il nuovo eroe deve essere molto meno problematico di Ugo Pastore (forse il personaggio più problematico mai creato da Manfredi): Manfredi ha voglia di un eroe bellimbusto, spaccone, anarchico (non nel senso politico del termine, ovviamente), con un volto che riporti tutte queste caratteristiche... e chi meglio di Flynn le racchiude tutte?
EliminaBebel. ( Okay, è già Blueberry ). Tyrone Power. Kevin Kline. Gene Kelly.
RispondiEliminaA parte tutto, condivido la tua analisi. Vada x Flynn allora.