A quei tempi si chiamava Inquisizione, adesso Congregazione per la dottrina della fede. E' stata diretta per molti anni da Joseph Ratzinger, l'attuale papa. Dal 2001 Giovanni Paolo II affidò alla Congregazione una brutta gatta da pelare: le indagini su stupri e molestie sessuali perpetrati da sacerdoti e uomini di chiesa a bambini e adolescenti. Obiettivo: portare tutto alla luce del sole e recitare il mea culpa? No, scherziamo! Il vero obiettivo era: insabbiare. Convincere le vittime e i loro parenti a non denunciare, spostare gli autori dei crimini in altre parrocchie, difendere il buon nome della Chiesa.
Diamo un po' di numeri (fonte La Vie): dal 2001 ad oggi le denunce raccolte dall'organismo della curia romana sono state 3000. Nel 20 per cento dei casi ai preti denunciati è stato tolto l'abito sacerdotale. Nel 60 per cento dei casi non è stato celebrato nessun processo canonico. Pochissimi casi, i più gravi ed eclatanti, sono stati denunciati alla giustizia ordinaria.
Nel maggio 2001 Ratzinger mandò una lettera confidenziale a tutti i vescovi, ricordando loro che le indagini sulle accuse di stupro andavano condotte "nella massima segretezza...sotto il vincolo del silenzio perpetuo...e ciascuno...deve mantenere il più rigoroso segreto, che è comunemente considerato un segreto del Sant'Uffizio...pena la scomunica". L'idea di base è che il potere temporale della chiesa è indipendente da quello dello stato in cui sono stati commessi i crimini, non gli deve nulla. E' un'idea medievale.
Commenti? No! Bastano le parole di Don Zauker:
Buona Pasqua a tutti....
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