martedì 8 dicembre 2015

La guerra dei maghi - 2. Londra


Dopo il primo volume ambientato a Berlino, esce in edicola, sempre per l'Editoriale Aurea, il secondo episodio de La guerra dei maghi, intitolato Londra, già pubblicato in Francia nel 2013 per Delcourt. Continua l'avventura di Bob e Charly, i due ex detective di Scotland Yard creati dall'immaginazione del compianto Carlos Trillo e protagonisti di una storia avvincente scritta da Roberto Dl Prà e disegnata da Domingo Mandrafina. L'azione si sposta dalla cupa Berlino alla grigia capitale britannica e vede la burrascosa coppia di vecchi amici combattere ancora contro i nazisti che vogliono impadronirsi di un oggetto magico. Lo scontro tra le forze del bene e quelle del male avviene su tutti i piani possibili e quella dell'occulto è una partita che è tutta da giocare e su cui si baseranno le sorti dell'imminente guerra. Il pericolo è tale che lo stesso Churchill interviene in prima persona per constatare lo stato di salute sempre più precario della maga Lili, amica ed ex amante di Bob e Charly e cruciale pedina schierata a fianco del fronte anti tedesco. Assistiamo così alle indagini dei due protagonisti che devono contrastare pericolosi infiltrati nazisti dentro la stessa Scotland Yard. Ancora una volta la differenza la fanno i disegni e i colori di Mandrafina, che dipinge ogni vignetta con il suo tratto altamente espressivo. Le vie di Londra, gli interni, i volti e la fisicità dei corpi rappresentate da "Cacho" rendono estremamente vivida e spettacolare ogni tavola.


"La magia è nata insieme all'uomo e morirà con l'uomo. Così come ci sono uomini buoni e uomini cattivi, esiste una magia al servizio del bene e una al servizio del male. È l'eterna lotta degli uomini che alimenta l'immaginazione degli autori in tutte le epoche."
Parola di Roberto Dal Prà

10 commenti:

  1. Ecco quello che vorrei da un albo Bonelli a colori...

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    1. Quindi il Tex a colori di Boselli/Alberti ti è piaciuto....

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    2. Ho letto il primo volume e devo dire che non mi ha entusiasmato anche se i disegni e i colori sono senza dubbio affascinanti. Tempo fa ho letto in lingua originale la serie Spaghetti Bros, davvero divertente: consigliatissimo

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    3. Gaspare, hai letto il primo volume de La guerra dei maghi o il primo Tex a colori di Eleuteri Serpieri?

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    4. Tex non lo leggo, anche perché la Bonelli lo tratta sempre con tutti gli incensi come se ce ne fosse bisogno dal punto di vista delle vendite (idem Dylan Dog), mentre invece altre serie le lascia al loro destino, senza un minimo di rilancio editoriale...
      Se sanno produrre albi a colori come questo per Tex, perché non fanno lo stesso con altre serie, invece di affidare gli albi celebrativi a coloristi troppo da Photoshop?
      Se hai letto tipo "Ivanhoe" di Yann e Sanchez sai cosa intendo: l'albo dev'essere colorato DAL DISEGNATORE, non da un colorista che si trova le tavole belle e pronte! Solo così il prodotto può essere un'opera d'arte, sennò è puro marketing senza sentimento.

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    5. ovviamente mi riferivo alla Guerra dei Maghi.

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  2. lo tratta correttamente con tutti gli incensi: il fatto che non faccia altrettanto con altre testate non è mica un buon motivo per non leggere Tex, se è fatto bene!
    Son abbastanza d'accordo sui colori: direi che comunque è sufficiente che l'autore dei disegni supervisioni il lavoro del colorista. Spesso, infatti, manca il tempo per occuparsi di tutto.

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    1. Sarà che sono un sostenitore delle minoranze...
      Mi è capitato di scoprire, come arretrati, intere saghe molto emozionanti verso le quali i redazionali Bonelli tacevano dando invece risalto all'ennesimo Dylan Dog celebrativo del nulla, o dell'atteso Tex Gigante disegnato dal Michelangelo Buonarroti di turno del terzo millennio...
      Inoltre ho avuto modo di "assaggiare" quasi tutte le serie Bonelli, e Tex, del quale ho letto due vecchie storie lunghe della saga di Mefisto, non mi è piaciuto per nulla (a differenza di Mister No che è stato amore immediato), il comportamento e la dialettica del protagonista non sono affatto nelle mie corde (così come trovo esagerate certe performance di Zagor)...
      Forse ora il personaggio di Tex si è aggiornato, i dialoghi e i modi di fare sono più pertinenti le aspettative del lettore attuale, ma allora non è più Tex (che tra l'altro è sopravvissuto al suo creatore), così come il Dylan Dog gestito da Recchioni non è manco la caricatura di quello raccontato da Sclavi.
      Risultato è che Tex e Dylan Dog, che già vendono da sempre quanto basterebbe per tirare avanti la Bonelli, sono costantemente sotto gli occhi dei riflettori, mentre altre serie, ignorate a parte forse i primi numeri, sono fanalini di coda, se non condannate alla chiusura, anche se scritte e disegnate da professionisti di tutto rispetto.

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    2. Guarda, sul fatto di sostenere le minoranze, sfondi una porta aperta con me. E sulla nuova gestione di DD pure. Tex mantiene invece sempre un alto livello di storie e Boselli sta facendo in ottimo lavoro. Metterlo in risalto è più che giusto. Questo non vuol dire che poi non si deve sostenere le serie cosiddette minori, anzi. Ne ho scritto un post ad hoc riguardo ad Adam Wild...

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