lunedì 24 agosto 2015

Martin Mystère rinasce nella selva oscura


Da quanto tempo non leggevo una storia avvincente, intelligente e stimolante di Martin Mystère? Sinceramente non lo ricordo più. Ma dal 12 agosto il Detective dell'Impossibile è tornato quello di un tempo! E dobbiamo ringraziare Vincenzo Beretta e Giancarlo Alessandrini che insieme hanno realizzato L'albero filosofico, avventura numero 340 della collana Martin Mystère. Una storia ricca, densa, profonda, frutto di un grande lavoro di documentazione da parte dello sceneggiatore milanese. Beretta elabora un'avventura molto particolare, nella quale ritroviamo il Martin serio, distante da quella macchietta quasi comica in cui troppo spesso viene relegato. E d'altronde c'è ben poco da ridere a Clark's Corner, la cittadina del New Hampshire dove Martin indaga su un vecchio caso efferato di omicidio. L'assassina, rea confessa, è Clarisse, una studentessa di psicologia affetta da schizofrenia, che ha ucciso nottetempo il proprio ragazzo mentre campeggiava insieme a lui in una foresta. Il tema è molto delicato e viene affrontato con le dovute cautele ed attenzioni. Il giallo si tinge di nero e Beretta dispiega una trama che tiene il lettore sempre col fiato sospeso.



L'inconscio, il linguaggio simbolico degli archetipi attraverso cui si esprime, la parte ombra della nostra psiche, il contrasto fra ciò che siamo veramente nel nostro profondo e ciò che l'educazione e le convenzioni sociali ci spingono ad essere, o meglio, ad apparire: sono questi alcuni dei temi che emergono dalla lettura de L'albero filosofico. Ma non c'è solo Carl Gustav Jung ad apparire come forte spunto per la storia. Beretta inserisce con molta coerenza logica e narrativa una parte rilevante e molto dettagliata relativa all'alchimia, intesa come cammino spirituale dell'uomo per la ricerca del vero Sé. E poi c'è la figura dell'albero, anzi della foresta con tutti i suoi simbolismi a costituire il leitmotiv di tutto il racconto. Diversi personaggi, con le loro storie, punteggiano la trama, innestando così vari racconti all'interno di quello principale. Beretta è bravo anche nel tratteggiare la diversa personalità di questi comprimari, e Alessandrini lo supporta dal punto di vista grafico sottolineandone le differenze.
Se l'albo funziona a meraviglia, buona parte del merito va attribuita anche ai disegni che esprimono al meglio l'intensità emotiva della storia. Fanno venire i brividi le tavole raffiguranti le scene ambientate durante la notte nella foresta, o l'incontro tra Martin e Clarisse nella gelida stanza del manicomio criminale dove è detenuta. Alessandrini è poi abilissimo a rappresentare gli stati d'animo di Martin, attraverso la mimica facciale e la gestualità: una ricchezza di espressioni che non vedevo da tempo.
L'albero filosofico è un albo da leggere e da rileggere, ricco di spunti e di stimoli. Segna il ritorno in grande stile di Martin Mystère, uno dei personaggi più affascinanti che il fumetto italiano abbia mai partorito. La creatura di Alfredo Castelli ha trovato una nuova linfa grazie alla storia scritta da Vincenzo Beretta e disegnata da Giancarlo Alessandrini. Mi auguro che sia solo la prima avventura di una lunga serie.

8 commenti:

  1. L'albo filosofico che ti è scappato nel testo in loco dell'albero è interessante xchè suggerisce quale sia secondo te la direzione che il BVZM deve seguire. Da parte mia sono contento di leggere che Messner ( classe 1944 quindi quasi coetaneo del BVZM ) abbia ancora l'energia peterpanica di rincorrere lo yeti e questo fa ben sperare anche se il BVZA nelle interviste in rete scherza sul fatto che nel tempo potrebbe trasformare la serie in una sit-com in stile Villa Arzilla...

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  2. è vero, un bel lapsus scappato a diverse riletture...corretto

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  3. Ciao, una curiosità, sono un appassionato di narrativa fantastica e volevo iniziare a conoscere i fumetti di Martin Mystère. Potresti suggerirmi quali 10 o 20 storie di MM sono da possedere assolutamente in quanto storie migliori, specie per lettori che non necessariamente sono interessati a collezionare assiduamente la serie? Qui sul sito di ubc fumetti

    http://www.ubcfumetti.com/topten/mm.htm

    http://www.ubcfumetti.com/topten/zx.htm

    spno presenti due classifiche, rispettivamente degli albi Martin Mystère e di Zona X, tuttavia sembra risalire al 6 settembre 1997. Tu al giorno d'oggi modificheresti qualcosa di queste due classifiche?
    Grazie e ciao!

    Michele

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    1. Ciao Michele,
      non sono d'accordo con la classifica di Martin Mystére. Mi dai lo spunto per scrivere un blog con la mia classifica. Dammene solo il tempo.
      Alessandro

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  4. Grazie della risposta, Alessandro! Un intero blog con la classifica? Forse può bastare un post :-)
    In rete ho trovato poche classifiche di Martin Mystere, le storie citate nella maggior parte di esse sono "Il segreto di San Nicola", "Xanadu" e "La spada di re Artù". Mi sono interessato anche a Nathan Never, la cui classifica ubc, anch'essa risalente a fine 1997, è qui:

    http://www.ubcfumetti.com/topten/nn.htm

    In rete gran parte degli appassionati sembra condividere come migliori le storie "Doppio futuro", "L'abisso delle memorie / l'undicesimo comandamento", "Gli occhi di uno sconosciuto" e "La rivolta", tuttavia dato che ho ereditato da mio fratello i primi numeri degli anni '90 ho meno bisogno di consigli sui numeri da leggere assolutamente di questa serie. Naturalmente tu sentiti libero di citare la tua classifica personale di Nathan Never, nei limiti dell'arco di storie di cui tu hai avuto lettura diretta.

    Ancora grazie e ciao!

    Michele

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    1. Un post certo! :-)
      Di Nathan Never sono meno esperto: conosco bene i primi 100 e passa numeri

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  5. Caro Alessandro, vedo che sei molto appassionato e sotto su Martin Mystère. Che ne dici di partecipare a qualche discussione nel forum? Magari potresti rispondere a qualche domanda. :-) http://agarthi.forumfree.it

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    1. Caro Aldo, grazie per l'invito. Mi sono iscritto al forum e parteciperò volentieri alle discussioni.

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