Doc Robinson - Martin Mystère |
In realtà, la prima location in cui si muove il nostro è al largo delle Isole Azzorre, così come ci ricorda l'albo 320, un albo speciale perché contiene le 64 pagine di quella che sarebbe dovuta essere la vera prima storia di Doc Robinson, "Gli uomini in nero", disegnata da Giancarlo Alessandrini. Castelli ce la propone per la prima volta, in coda ad un'avventura molto spassosa che ricrea l'universo mysteriano negli Anni 30 : una vicenda ricca di ironia e di riferimenti letterari/cinematografici/fumettistici/storici relativi a quel decennio che solo la sterminata cultura del BVZA poteva sfornare.
In fondo proprio questa è una delle chiavi del successo di Martin Mystère: proporre delle avventure avvincenti su una base storico-scientifica reale e mai banale. E' questo ciò che mi ha affascinato del personaggio quando ricevetti in dono da mio cugino l'albo numero 29 "Il terzo occhio", nell'agosto del 1984. Allora tredicenne lettore dei classici Tex, Zagor e Mister No, fui colpito dalla modernità di questa serie. Ricordo che trascorsi il periodo del liceo ad analizzare numero dopo numero, insieme al mio amico Luca, tutti i risvolti storico-scientifici che Martin Mystère ci proponeva: ore e ore a discutere di Templari, civiltà scomparse e mysteri italiani.
Ma non solo per questo aspetto Martin Mystère segnò una svolta fondamentale nella storia della Sergio Bonelli Editore. Le vicende del Detective dell'Impossibile sono ambientate ai giorni nostri, vive il nostro presente anche se, spesso, le sue avventure sono rivolte al passato storico. Questa tendenza di attualizzazione dell'avventura, condivisa dal successivo Dylan Dog, aprì le porte poi a tutte le nuove serie bonelliane dei decenni successivi.
Non posso far altro che augurare con tutto il cuore altri (come minimo) 30 anni di longevità editoriale a Martin Mystère, ringraziando Alfredo Castelli e soci (sceneggiatori e disegnatori) per tutte le ore di intelligente svago che mi hanno regalato.
Alfredo Castelli |
Che dire? Devo ringraziare te che durante gli anni dell'università a Trieste, tra una lezione di Ciuti e durante le esercitazioni di Lavenia, me l'hai fatto conoscere.
RispondiEliminaOra Alessandra non ne può più di trovare i fumetti in giroper casa ed in garage c'è un mobile apposta solo per lui.
E non posso che condividere la tua sapiente analisi del personaggio che proprio per i motivi che tu hai elencato mi ha "drogato".
Altri trent'anni!!!
penso che Alessandra troverebbe una certa comprensione in Francesca, di cui comunque sfrutto la distrazione per riempire spazi vuoti con fumetti ....:-)
EliminaNon ricordavo che fui proprio io a prestarti il primo Martin Mystère da cui poi ti nacque la passione... pensavo fosse nata in te autonomamente... mi sento responsabile quindi.. ma ne vado fiero! :-)
Ricordo che per un tuo compleanno ti regalai un Martin Mystèrone "Il segreto di San Nicola"
Mi sembra ieri quando leggevo in quarta di copertina degli albi bonelliani le pubblicità intriganti che invogliavano all'acquisto di una nuova e decisamente innovativa serie dall'altisonante e lungo titolo: I grandi enigmi di Martin Mystère, detective dell'impossibile!!!
RispondiEliminaErano proprio intriganti in effetti:
Eliminahttp://chemako-comics.blogspot.it/2011/09/il-lato-b-di-mister-no.html
Alla scorsa Lucca Castelli aveva detto in conferenza che Martin Mystère pagava lo scotto di essere "l'ultimo dei vecchi" o "il primo dei nuovi" e le differenze radicali coi modelli di prima lo portarono a non essere accettato dal pubblico come i personaggi classici. Ma io mi ricordo che da bambino vedevo l'elenco arretrati di MM già pieno di buchi sino dai numeri relativamente "bassi". Questo ai miei occhi non faceva che alimentarne il mito!
RispondiEliminaè il destino degli innovatori, quello di non essere capito e apprezzato da tutti. Mi piace la definizione "Il primo dei nuovi"
Elimina