Questi giorni autunnali vedono il
centro di Trieste, dapprima Piazza Unità e poi la contigua Piazza
della Borsa, animate da una colorata e pacifica occupazione: si
tratta degli studenti di occupytrieste che, dopo aver lasciato
l'autogestione di alcuni istituti di scuola superiore alla fine di
ottobre, si sono trasferiti con tanto di tende e sacchi a pelo nel
salotto buono della città per continuare la loro protesta. Le
motivazioni sono molteplici, e riguardano la denuncia della precaria
e a volte anche pericolosa condizione dell'edilizia scolastica, la
mancanza di spazi autogestiti per la cultura giovanile, la
rivendicazione del diritto allo studio e dei trasporti gratuiti, la
richiesta del reddito di cittadinanza e il coinvolgimento nelle
scelte politiche economiche. Temi locali ma anche globali, in un
periodo di crisi finanziaria mondiale, le cui conseguenze si
riversano anche sulla scuola pubblica e sui suoi utenti. Il movimento
di questi giovani indignados ha riscosso la simpatia degli studenti universitari, di molti
cittadini e più volte il sindaco, gli assessori e vari consiglieri
comunali si sono incontrati con gli studenti per discutere delle loro
proposte.
L'altro ieri, 3 novembre, gli studenti hanno inscenato una protesta ironica e dissacrante durante la sfilata militare dei bersaglieri. Da sapere che il 3 novembre non è un giorno qualsiasi nella storia di Trieste: nel 1918, in questo giorno, approdò al molo San Carlo il cacciatorpediniere Audace sbarcando dei bersaglieri italiani sul suolo della città appena “liberata” (??) dagli austriaci. L'altro ieri quindi si ricordava quella data attraverso una parata militare per le vie di Trieste. Gli studenti non si son lasciati sfuggire l'occasione per sottolineare in modo fantasioso e ironico come miliardi di euro vengano utilizzati inutilmente in spese militari mentre i budget destinati dal governo alla scuola pubblica sono sempre più compressi. Ecco allora la clown army studentesca inserirsi in mezzo alla parata, fra un drappello di soldati e un autoblindo: la retorica e prosopopea nazional-militarista ridicolizzata da un gruppo di ragazzi sorridenti.
Qualche giorno fa un amico lombardo e la sua compagna mi hanno fatto visita. Li ho portati in giro per Trieste e, ad un certo punto, mi hanno fatto notare come non ci fosse nemmeno una statua dedicata ad un Savoia, mentre ce n'erano diverse raffiguranti imperatori austriaci. Ho risposto che la storia di oltre cinque secoli non si può cancellare con quella di pochi decenni.
A proposito di simboli e icone degli indignados, oggi è il V novembre.....
A proposito di cosa ci sia da festeggiare in una guerra, ti segnalo il fumetto della bonelli lilith ambientato proprio sul fronte italiano nella grande guerra: http://www.sergiobonellieditore.it/auto/scheda_speciale?collana=85&numero=3&subnum=0
RispondiEliminanon so se tu abbia seguito anche questo nelle tue letture episodiche, io da buon appassionato di fantascienza me lo sono preso, è ricorrente il tema dell'assurdità di tutte le guerre, lungo tutta la storia dell'uomo.
ciao Fabrizio: sì, leggo anche Lilith ed è una serie che mi piace molto, il buon Luca Enoch sta facendo un ottimo lavoro e il tema dell'assurdità della guerra viene spesso fuori. Mi fai rendere conto che non ho mai scritto nulla su questa serie: rimedierò presto perché se lo merita :-)
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