Fra i vari articoli del numero estivo di Internazionale, uno speciale dedicato come di consueto ai viaggi, spicca un reportage a fumetti di Joe Sacco dal titolo The unwanted. Sono 24 pagine di ottimo esempio di quello che la rivista chiama "Graphic journalism" di cui ho già parlato qui e qui. Il tema è quanto mai attuale, ha una portata mondiale, e in Italia accende il dibattito quasi quotidiano tra singoli cittadini, parti politiche e organizzazioni di volontariato: l'immigrazione.
Il teatro del reportage è l'isola di Malta, meta, spesso indesiderata se paragonata alla vicina Sicilia, dei traffici illegali di uomini e donne disperati che dal sud del mondo cercano una speranza di vita migliore nel nostro ricco nord.
Sacco ha come sempre un occhio realista ed obiettivo: non esprime giudizi ma fa parlare la gente che intervista, riportando i loro interventi e le loro risposte come se si trattasse di un reportage giornalistico realizzato con la telecamera.
Protagonisti del reportage sono gli immigrati e i maltesi. Si mostra il punto di vista di entrambi i gruppi: i primi son visti dalla maggior parte dei locali intervistati, come degli "invasori" che altereranno per sempre la cultura e la struttura sociale dell'isola se il ritmo degli sbarchi sarà così sostenuto come lo è stato finora. Sacco ha l'obiettività di far parlare anche un ideologo estremista che esprime tutto il suo odio violento nei confronti degli immigrati: ci fa capire come un personaggio che in altre circostanze verrebbe messo ai margini e ridicolizzato subito, ora invece è considerato e seguito pericolosamente da una rilevante minoranza di maltesi.
Poi Sacco fa parlare anche gli immigrati, che denunciano spesso intolleranza nei loro confronti, espressa attraverso sguardi, atteggiamenti e parole ostili: manifestazioni che possono diventare tuttavia i prodromi di un processo più pericoloso e strutturato di odio razziale. In questo doppia esposizione dei due punti di vista sta un primo pregio del reportage: con poche tavole capiamo come dei tranquilli cittadini di un paese occidentale quale il nostro, possono diventare dei razzisti convinti. Basta accumulare molte persone di una cultura molto diversa da quella locale, in condizioni di vita inumane per gli standard del posto, accanto alle case per lo più popolari dei cittadini del paese ospitante, per generare incomprensioni, conflitti, sfruttamento, odio. Non è forse quello che sta succedendo un po' ovunque anche nelle nostre città italiane?
L'ultima parte del reportage è interamente dedicata alla testimonianza di un immigrato eritreo: un giovane studente perseguitato in patria per essersi espresso a parole contro il regime, e costretto quindi a fuggire per non essere imprigionato e ucciso. Il racconto è angosciante e si snoda attraverso i pericoli, i raggiri e gli sfruttamenti subiti per raggiungere Malta attraverso il Sudan, il deserto, la Libia e il Mediterraneo, sempre con il terrore di essere tradito dalle varie bande che prendevano in consegna di tappa in tappa la merce costituita dal gruppo di persone di cui il giovane faceva parte.
Solo una merce come un'altra: persone, armi, droga. La fine del viaggio è una spiaggia maltese, frequentata da vacanzieri ignari e stupiti di vedersi arrivare fra ombrelloni e sdraio, un barcone carico di persone sfinite e ai limiti della capacità di sopravvivenza.
Un eritreo avrebbe il diritto di chiedere asilo politico in uno qualsiasi degli stati dell'Unione Europea, Malta inclusa. Ma per esercitare questo diritto deve sottoporsi a tutto ciò che le tavole di Sacco mostrano in questo straordinario fumetto.
...purtroppo me lo sono perso in edicola...vedrò di recuperarlo in biblioteca. Grazie per la segnalazione.
RispondiEliminaCiao
dimenticavo: anche io alla fine me lo sono procurato. grazie della segnalazione, ragazzo mio!
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