martedì 5 ottobre 2010

Le rimozioni della Storia


Ne avevo anticipato l'acquisto e la lettura qui. I Quaderni ucraini  di Igort restituiscono qualcosa che i libri di storia non possono comunicare. I singoli individui, protagonisti in carne ed ossa della Storia, non hanno quasi mai l'onore di comparire sui libri che spiegano i fatti del passato. La scena viene loro rubata da capi di stato, condottieri, generali, rivoluzionari: il popolo raramente assume un ruolo da protagonista e, se lo fa, viene sempre rappresentato come una massa indistinta di uomini e donne, che subiscono le scelte di pochi.
Igort dà loro un volto e un nome: Serafima, Nikolay e Maria sono solo tre persone, ma sono vere e vive. Raccontano del loro triste passato e dell'incerto presente. Lo scenario è l'Ucraina del secolo scorso e di oggi: teatro a partire dagli anni 30 di una politica violenta di assoggettamento da parte del potere centrale sovietico. Colui che tutto fece iniziare è uno di quei capi di stato che più tristemente si incontra nei libri di storia contemporanea: Iosif Stalin. Chi ancora, nonostante tutte le informazioni di cui ormai siamo in possesso, dubitasse se giudicarlo un grande statista o un atroce criminale, può trovare in questo reportage a fumetti alcune testimonianze.... 

Un'immagine del libro
Non vengono espressi dei giudizi, ma raccontate storie di persone vittime di una politica crudele: l'holodomor, ovvero la carestia indotta che sterminò milioni di persone. I disegni di Igort mettono in risalto ancor di più l'orrore di quei periodi: lo vedi dipinto sui volti scavati dei protagonisti con il risultato di farli sembrare vivi sulla pagina.
Le storie arrivano fino ai nostri giorni. Nikolay è nato nel 1939: lui non ha vissuto il periodo della carestia. Ha lavorato sodo nei kolkhoz fin da ragazzo e poi ha studiato ingegneria: descrive una società, quella post-staliniana, in cui, chi lavorava, viveva dignitosamente, una società dove ci si sentiva delle persone e la solidarietà era di casa. Oggi, con il capitalismo, tutti pensano a se stessi, con il magro salario non arrivi a fine mese e regna l'incertezza per il domani.
L'epilogo del libro non è disegnato, è una notizia. Siamo nel 2008: l'Ucraina ha chiesto che la carestia degli anni 30 venga riconosciuta dall'Onu come genocidio. La Russia annuncia il suo diritto di veto; l'Ucraina ritira la mozione. Pochi stati, fra cui anche l'Italia, riconoscono l'holodomor come delitto contro l'umanità. L'ultima pagina raffigura Stalin e la didascalia di Igort annuncia che in aprile di quest'anno Mosca è stata tappezzata di sue gigantografie: la data è il primo del mese e purtroppo non è uno scherzo. La Storia non insegna niente: basta rimuovere quello che non ti piace e anche un criminale diventa un eroe. Igort ha dato il suo piccolo contributo contro questa rimozione.

L'edizione francese del libro

1 commento:

  1. Le storie di uomini che si accalcano, si accumulano e fanno la Storia.

    Con questo tuo bel post mi hai fatto venire in mente quando un giorno, tanti anni fa, sui banchi di scuola, leggendo il libro di storia, vi trovai la definizione di storia data Marc Bloch e Lucien Febvre e ripresa da Jacques Le Goff nell'introduzione a "L'Uomo Medievale" e che di Febvre riportava:

    "L'uomo, misura della storia, sua unica misura..."

    "...Gli uomini, soli oggetti della storia - di una storia che non s'interessa a non so quale uomo astratto..."

    Mi ricordo che queste parole mi emozionarono, per la prima volta si parlava più delle persone che non dei "personaggi storici".

    Questo, mi pare dalle tue parole, abbia voluto fare Igort.

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...