martedì 19 ottobre 2010

La logica e le passioni

Ho letto Logicomix alcune settimane fa ma l'ho lasciato sul comodino, non l'ho riposto subito in libreria. Questo perché dovevo farlo riposare, dovevo permettere alla mole di stimoli e informazioni che mi aveva dato di sedimentare dentro di me. Ogni tanto la sera, sbirciandone la copertina, ci rimuginavo sopra finché, ieri, l'ho ripreso in mano e ne ho riletto lunghe parti. Devo dire che è il più appassionante fumetto che abbia letto nel corso del 2010. E questo perché offre diverse chiavi di lettura, una più interessante dell'altra. Si può vedere semplicemente come la biografia del celebre matematico, logico e filosofo inglese Bertrand Russel, di cui si scopre la storia fin dall'infanzia con dei lunghi flash-back raccontati dal filosofo stesso durante una conferenza tenuta in un'università americana nel settembre del 1939. Oppure si può leggere come la storia della logica e della matematica e dei suoi protagonisti lungo la fine dell'800 e i primi decenni del 900. Un altro piano di lettura è la storia di una ricerca della verità, quella condotta strenuamente ed appassionatamente da Bertrand Russel stesso: è una delle chiavi che mi ha più colpito. Questo fumetto parla di logica e di logici, ovvero di una disciplina e dei loro adepti che, superficialmente, potrebbero essere considerati come quanto di più cerebrale e astratto possa esistere. In realtà è un fumetto che ha come protagonista la passione, il sentimento più forte che ti infiamma l'animo e che ti può portare tanto alla più spasmodica esaltazione quanto alla più nera frustazione. E' ciò che accade a Russel ed ai matematici che lo circondano. Russel in particolare è mosso da un sacro fuoco, che lo accompagnerà per decenni e che sarà la sua croce e delizia. Il suo scopo è quello di rifondare la matematica su basi solide e logicamente inattaccabili, in modo che tutte le scienze, che a loro volta poggiano i loro fondamenti sulla matematica, sappiano dare risposte certe ed ineludibili ad ogni domanda che viene dal mondo. Se si guarda bene, questo è un fine estremamente nobile: Russel ha una sconfinata fiducia nella capacità della scienza di aiutare l'uomo e di risolvere i suoi problemi. Come? Consentendo il raggiungimento di una conoscenza certa, fornendo sempre risposte corrette a domande ben poste. Ma per fare questo, ogni scienza ha bisogno di un linguaggio di base ineccepibile e preciso, e questo è la logica che, come diceva Aristotele, "... è un
ragionamento nuovo e necessario". Nuovo perché permette la scoperta di qualcosa che prima era ignoto, necessario perché porta a conclusioni inevitabili. Ai suoi tempi la logica era snobbata tanto dai matematici perchè considerata troppo filosofica quanto dai filosofi perché reputata troppo matematica. Russel fu preso da un incantesimo e si immerse totalmente nello studio di come rifondare esattamente la logica: voleva eliminare tutti gli assiomi, tutte le verità assunte come innate e indimostrabili in quanto ovvie, poichè nella nuova logica tutto avrebbe dovuto essere dimostrato "logicamente". Anche questa è un'idea rivoluzionaria: rifiutare le conoscenze date sempre per scontate sottoponendole alla luce della ragione è una delle battaglie di libertà più importanti che un uomo possa fare per se stesso e per tutti i suoi simili. Russel la intraprese di petto e ne rimase scosso nel profondo. I due autori greci del fumetto, un matematico e un informatico, ci mostrano tutti i traumi umani e familiari che Russel visse sulla propria pelle in seguito a questa sua passione, che fu così esaltante ed opprimente nello stesso tempo, da fargli pensare più volte di essere vicino alla foliia. D'altronde il tema della pazzia accompagna Russel lungo tutta la storia: dall'infanzia quando scopre di avere uno zio schizofrenico, fino all'età adulta quando conosce tutti i più celebri filosofi e matematici del tempo alcuni dei quali soffrivano di seri problemi psichici. Dicevo che la logica fu per Russel la sua croce e la sua delizia: uno dei punti di svolta infatti della sua vita fu la scoperta del paradosso che, da allora, fu chiamato appunto il paradosso di Russel. Un paradosso è una proposizione che, mentre afferma una cosa, ne dimostra anche la sua negazione, e viceversa. Se scovato all'interno di una teoria logica o matematica, allora ne mina uno dei presupposti e la teoria perde la sua pretesa di assolutezza. E' quanto fece Russel nei confronti della teoria degli insiemi di Cantor, che aveva preso come base della sua ricerca.
"L'insieme degli insiemi che non contengono se stessi, contiene se stesso? Se sì, allora no. Se no, allora sì."
Ecco le parole che sconvolsero la storia della logica e dei suoi protagonisti nei primi anni del 900 : Russel divenne famoso per aver smontato la più promettente teoria matematica di quegli anni e nulla fu come prima, uno spartiacque venne segnato indelebilmente e molte menti vacillarono sotto questo colpo. Russel stesso ne fu prima esaltato e poi profondamente turbato. La sua scoperta segnò la sua vita per sempre: mai riuscì a raggiungere la completezza di una teoria che fosse autosufficiente logicamente, semplicemente perché non esiste. Due furono gli uomini che abbatterono ogni speranza: un matematico e un filosofo. Il primo, Goedel, che si basò molto sugli studi di Russel, dimostrò incofutabilmente con il suo teorema di incompletezza che non tutte le asserzioni matematiche sono dimostrabili, ovvero che esistono domande senza risposta. Il secondo, Wittgenstein, propose una visione del mondo in cui contano solo i fatti e dove la logica, essendo un linguaggio, può essere solo una rappresentazione, una mappa del mondo reale e, in quanto mappa, non ne costituisce il senso ultimo. La vera vita, secondo il pensatore tedesco, sta proprio in ciò che la logica non coglie e non potrbbe mai cogliere per sua natura: i fatti.
Russel più volte usa la parola fallimento lungo il suo racconto alla platea americana, per descrivere la sua vita di ricerca.  Ma in realtà, ciò che traspare e che costituisce un'ulteriore chiave di lettura del libro, è l'importanza del viaggio e non della sua meta. La vita di Russel è appunto un lungo viaggio, proposto agli studenti americani, per far capire come un uomo cambi e modifichi le proprie convinzioni pur rimanendo fedele sempre ad un ideale, ovvero quello della ricerca. La conclusione cui giunge un uomo che ha voluto cercare un metodo perfetto per risolvere i problemi della logica e della vita umana è che non esiste una via regale per raggiungere la verità: ciascun uomo ha una propria via per raggiungerla. Le orecchie incredule degli uditori della conferenza di Russel ascoltano questi concetti: essi, convinti non interventisti, avevano sfidato il filosofo inglese a convincerli della fondatezza logica dell'eventuale intervento americano della seconda guerra mondiale. Questo è un ulteriore tema del libro: la responsabilità personale e la libertà individuale, il libero arbitrio e il senso di giustizia, il concetto che di fronte al male costituito in europa da due regimi totalitari e demolitori della libertà quali il nazismo e lo stalinismo, anche il pacifista Russel inivta a non assumere irresponsabilmente e a prescindere una posizione come il non interventismo. La realtà è molto più sfaccettata e sfumata di come la vedono i monocordi isolazionisti americani; questo dice Russel e questo invita a fare: a pensare ciascuno con la propia testa e farlo più volte mettendo in dubbio le proprie convinzioni. Ogni risposta sarà valida e ogni individuo avrà la propria, valida e degna di essere considerata alla pari di ogni altra. Russel ammonisce perfino che anche la logica, se fossilizzata in teorie troppo rigide e perfette, può diventare pericolosa. Il viaggio è compiuto.
Gli autori ci hanno condotto fino alla conclusione discutendo animatamente fra di loro e rivolgendosi direttamente al lettore durante degli intermezzi ambientati nello studio di Atene in cui il fumetto viene creato. Sotto questo aspetto siamo di fronte ad un meta-fumetto, un fumetto che si auto-referenzia proprio come gli insiemi degli insiemi del paradosso di Russel. Lo spirito matematico degli autori ci ha messo lo zampino.... Ma è anche molto interessante vedere come attraverso il dialogo socratico tra gli autori e i disegnatori venga sceneggiata la storia di Russel; anche questa è un'altra chiave di lettura: possiamo assistere alla creazione di un fumetto mentre lo stiamo leggendo.
Un'ultima considerazione: il fumetto, come si dice alla fine, è un misto di realtà e invenzione. In ogni caso, durante i miei studi di ingegneria, avrei affrontato con molto più piacere tutta la mole di teoremi di analisi matematica, se avessi saputo che dietro gli  austeri e freddi nomi dei loro ideatori si nascondevano tanto sfrenate passioni.

5 commenti:

  1. Interessantissimo post... ho più volte visto sugli scaffali delle librerie "Logicomix" ma ancora non l'ho preso... credo che lo farò, l'argomento è più che interessante e mi piacerebbe gettare uno sguardo sulle vite di questi matematici che nel corso degli studi mi si sono presentati (e mi si presentano) spesso davanti...

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  2. Caspita Chemako! Corro a rompere il mio salvadanaio!

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  3. Anche a me questa recensione ha aggiunto curiosità a quella che già avevo verso questo atipico fumetto…

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  4. Non c'entra niente con il bel libro recensito. Volevo solo chiedere la tua opinione sulla ristampa Panini de Ken Parker. Il formato é leggermente ridotto, mi sembra.

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  5. ciao, sì, il formato è leggermente ridotto ma devo dire che non conosco bene la collana, non avendola acquistata per motivi economici....
    So che è stata curata direttamente da Berardi che teneva una rubrica fissa su ogni numero. Quindi la garanzia di qualità e di fedeltà all'originale cè tutta. Tieni poi presente che qui si è ristamapato tutto, anche ciò che era uscito sulle riviste. E' un buon modo per avere tutto Ken Parker, che altrimenti sarebbe difficle da recuperare in originale, viste le vicissitudini editoriali che ha conosciuto il povero Lungo Fucile

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