sabato 15 maggio 2010

Bonelli: miniserie che vieni, miniserie che vai


In questi giorni nelle edicole italiane due miniserie Bonelli si passano simbolicamente il testimone. Caravan chiude dopo 12 numeri e Cassidy inizia il suo viaggio di 18 mesi. Ho atteso spasmodicamente, come non mi capitava ormai da tempo per un giornalino Bonelli, l'uscita di questi 2 albi. Da una parte non vedevo l'ora di sapere come Michele Medda avrebbe concluso la storia itinerante di Caravan, della famiglia Donati, ormai ridotta ai soli figli Davide ed Ellen, e di tutta la cittadinanza di Nest Point. Dall'altra mi allettava molto il personaggio nero di Raymond Cassidy, un rapinatore con una propria etica che si muove negli anni 70, creato da Pasquale Ruju.


Le attese non sono state tradite. Caravan si è rivelata secondo me, con il suo finale in parte aperto, la migliore miniserie Bonelli fin qui pubblicata. Ne esce il ritratto di una società in decadenza, incapace di lottare per affermare i propri diritti e difendere la propria dignità. I militari non fanno una bella figura, dipinti come strumento di una politica che usa i cittadini per i propri esperimenti. Non fanno bella figura nemmeno i cittadini di Nest Point, ridotti a pecore spaventate, aldilà di pochi individui che cercano di farsi rispettare.



Gli ultimi numeri poi sono stati un crescendo di emozioni e di fatti tragici che non mi aspettavo in una serie Bonelli e che mi hanno molto colpito. Ci sono anche alcuni difetti, come le troppe divagazioni rappresentate dal raccontare le storie di alcuni personaggi: ma non intaccano la bellezza della serie. Quindi complimenti a Medda che, tra l'altro, ha tenuto un blog molto interessante durante tutta la pubblicazione e che spero continui ancora a lungo.
Cassidy si è presentato molto bene: una rapina finita male, il protagonista ferito quasi a morte che fugge sulla sua auto nella notte in cui Elvis muore. Un vecchio Bluesman di colore che suona l'armonica e predice a Cassidy che sopravviverà e avrà 18 mesi di tempo per mettere le cose a posto. Ruju crea subito un'atmosfera nera e di suspense, tratteggia l'etica del nostro che chiede, inascoltato, ai suoi complici della rapina inutili spargimenti di sangue. La musica anni 70 è molto presente e pare di poterla sentire come colonna sonora della storia.


Insomma ci sono tutte le più buone premesse perché Cassidy scalzi il trono a Caravan nella mia personale classifica delle miniserie Bonelli. Dopo Demian, Ruju torna a personaggi neri e spero che il seguito della storia non tradisca le premesse, come invece, secondo me, accadde con Demian che abbandonai infatti dopo pochi numeri.
Chssà se, prima o poi, Bonelli sfornerà una serie ambientata nell classica epoca noir, ovvero l'America anni 30 - 40, con un protagonista alla Humphrey Bogart immerso in atmosfere chandleriane?

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