Due anni e mezzo fa Walter Chendi ne aveva pubblicato l'anteprima sul suo sito internet (ne diedi conto qui). Da più di un mese, finalmente, Tunué ha reso realtà il lavoro del fumettista triestino, pubblicando Maledetta balena. Ancora una volta la precisione, la cura, l'attenzione ai dettagli, concreti delle cose e astratti dell'animo umano, caratterizzano il lavoro di Chendi. Non starò qui a farvi una disanima tecnica (è sicuramente più bravo di me Luca Lorenzona scriverla su Fucine Mute) ma vi dirò soltanto che la storia, o meglio le due storie di cui si compone il fumetto, sono un'emozione continua. Nella prima parte lo stato di attesa sospesa crea quasi un apnea nel lettore, che si scioglie nella seconda parte e nello struggente finale. Giovanni Dardini, anziano e malato sul letto di ospedale tenta una fuga disperata dalla morte verso la libertà, simile a quella provata dal giovane marinaio Giovanni Dardini insieme alla bella Liliana, in fuga dalla nave del mistero, dal ventre della maledetta balena che li aveva tenuti in amorevole ostaggio. Il presente di una camera d'ospedale e il passato di guerra: un protagonista ritratto in due tempi distanti, ma drammaticamente vicini, della propria vita e un gabbiano come trait d'union fra loro. Maledetta balena è un fumetto che ti fa chiedere perché le case editrici non pubblichino più spesso opere simili. E poi ti rispondi che pochi autori hanno le capacità di creare storie così sublimi e quindi ti dici che, in fondo, è giusto così.
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