Nuovi contenuti e nuovi formati. Sono parole di Davide Bonelli, direttore generale della Sergio Bonelli Editore, estratte dall'editoriale con cui si apre il primo numero di Lukas, la nuova miniserie della casa editrice milanese, che ha esordito in edicola il 21 marzo. I termini usati si riferiscono alla strategia editoriale degli ultimi anni e si adattano perfettamente anche a questa nuova collana ideata da Michele Medda e da Michele Benevento.
Nuovi contenuti perché la "miscela di horror, mistero e azione che qualcuno ha voluto avvicinare al cosiddetto urban fantasy" (per citare di nuovo Davide Bonelli), sono una novità assoluta per la casa editrice di Dylan Dog e Dampyr. In effetti nessun'altra serie Bonelli ha mai associato un tema classico dell'horror come i morti che ritornano in vita ad un'ambientazione cittadina da giungla d'asfalto e ad un protagonista che non ricorda nulla del suo passato ma che ha coscienza del suo stato di ridestato. Lukas si sveglia in una città che non conosce, si sceglie un nome guardando l'insegna di una pizzeria, indossa un guanto ad una mano segnata da una terribile ustione, ha un breve flashback in cui rivede un profilo di una donna.
Segni di un passato che verrà gradatamente svelato lungo il dispiegarsi di questa miniserie che si svilupperà attraverso nuovi formati: due stagioni di dodici numeri ciascuna.
Medda ci fa capire subito che Lukas non è un uomo comune: viene travolto da un auto ma si rialza incolume e, poche pagine dopo, riceve una coltellata all'addome ma guarisce all'istante. L'autore sardo tratteggia molto accuratamente la psicologia di un personaggio smarrito che cerca risposte e che, per trovarle, non teme di affrontare situazioni pericolose e criminali. L'espressione dura del volto e lo sguardo segnato da una vena di tristezza sono il riflesso dell'animo di questo personaggio, reso con assoluto realismo dalle matite di un sontuoso Michele Benevento. Il disegnatore di Putignano è abile tanto nel delineare le fattezze dei vari personaggi di contorno rendendoli con molto dinamismo, quanto nel rappresentare lo sfondo metropolitano delle avventure. E' infatti la città la vera co-protagonista di questo primo albo. Una città cupa e ostile, come sono tante nostre città contemporanee. Un posto dove un cantiere edile non si ferma di fronte ad un grave incidente sul lavoro capitato ad un operaio assunto in nero. Questo accade in Deathropolis, la prima storia di Lukas, e questo accade nella realtà quotidiana.
L'inquietudine con cui ci si ritrova alla conclusione della lettura non nasce certo dalla raffigurazione dei morti viventi che si nutrono di carne umana: Viene invece dalla constatazione di come la vita quotidiana degli abitanti delle moderne metropoli sia segnata da frustrazione, sfruttamento e fragilità. Medda ci parla anche di questo e, come scrive ancora Davide Bonelli nel suo editoriale, "tutto ciò accade senza snaturare l'originale comandamento bonelliano: l'Avventura prima di tutto".
Lukas, quindi, si preannuncia come una collana molto suggestiva. Confido che Medda non deluderà le attese che ha fatto nascere con questo primo albo. D'altronde da uno che ha (co)creato un personaggio come Nathan Never, scrivendone le storie più belle, e che ha ideato Caravan, ovvero la miniserie più originale e fra le meglio riuscite di casa Bonelli, è naturale attendersi dei fumetti che ti appassionano.
Sinceramente non ci vedo granché di esaltante...
RispondiElimina1) "In effetti nessun'altra serie Bonelli ha mai associato un tema classico dell'horror come i morti che ritornano in vita ad un'ambientazione cittadina da giungla d'asfalto e ad un protagonista che non ricorda nulla del suo passato" - e vorrei ben vedere che la Bonelli si autocopiasse, cosa tra l'altro vagamente avvenuta con Brendon che per certe caratteristiche ricalca Dylan Dog.
2) "nuovi formati: due stagioni di dodici numeri ciascuna" - praticamente come avvenuto con John Doe all'Eura, o con Cornelio (e Nemrod?) alla Star Comics... Ah, restando in casa ci sarebbe anche Volto Nascosto, proseguito poi in Shangai Devil.
A parte alcuni albi de "Le storie", gli ultimi anni Bonelli li trovo molto poveri di qualità in fatto di nuove proposte editoriali: non stanno riuscendo a colmare il vuoto prodotto dalla chiusura di alcune testate come Jonathan Steele e Mister No.
Brendon sta per chiudere, Nathan Never l'ho mollato dopo che la guerra dei mondi si è risolta soltanto grazie a una serie di botte di fortuna... Continuo a seguire Dampyr e Storie da Altrove, e come detto occasionalmente Le storie, ma per il resto sono mediamente deluso dal principale editore italiano di fumetti (e figuriamoci quelli minori...).
nuovi contenuti e nuovi formati sono riferiti alla Bonelli stessa, non ad altre case editrici. Quindi il tema di Lukas è nuovo per la Bonelli, questo intendo. E anche il formato: tu dici che Volto Nascosto prosegue in Shangai Devil. In realtà c'è solo il fatto che uno dei protagonisti di Volto Nascosto (perche' in questa miniserie il protagonista non è solo Ugo Pastore) lo ritrovi poi anche in Shangai Devil, ma lo scenario, il contesto, lo svolgimento narrativo e il senso sono completamente diversi. Le due miniserie non sono state progettate insieme, come l'una il proseguio dell'altra. Cosa invece che è successa con Lukas (e Orfani).
EliminaPoi, sai, i gusti sono personali, ma io trovo che Julia, per esempio, sia un'ottima serie. ma se a te non piace il noir-poliziesco-psicologico non ti attrae....
Per quanto riguarda le novità: non si può dire che la Bonelli non sforni serie e miniserie innovative. Saguaro (che a me piace molto), Orfani (che non mi piace, ma son gusti...), Dragonero (che mi piace, nonostante non ami il fantasy), Le Storie (che ci piace). Mi sembra che non ci si possa lamentare in quanto a novità.
Conta poi Dampyr (che ci piace), Tex (che ha buoni livelli nonostante l'età), Zagor (idem come Tex, ma deve piacere il genere), le miniserie di Manfredi, sempre ottime, così come il vecchio caro Magico Vento, conclusosi da qualche anno.
Certo, condivido che Nathan Never sta soffrendo (anche se il numero speciale di Roi-Rigamonti mi ha fatto ritornare indietro ai primi numeri), Martin Mystère ha molti alti e bassi. Dylan Dog non l'ho mai seguito perche' non è il mio genere.
Ok, non avevo capito che ti riferivi alle pubblicazioni Bonelli.
EliminaPer il resto come dici è questione di gusti, e quelli offerti dalla "gelateria" Bonelli attuale li ritengo un po' troppo orientati alle nuove generazioni, senza troppi scrupoli di proporre agli orfani di Magico Vento, Mister No, Jonathan Steele,... un fumetto che lo rimpiazzi nelle loro letture...
Julia a me non dispiace: ne ho letti una ventina di albi e se solo avesse una migliore continuity sarebbe molto più degno di attenzione, invece ne compro un albo ogni 2-3 anni ed è come se il tempo e i ruoli fossero fermi, congelati... L'ultimo albo che ho preso è stato quello dell'assassina delle donne incinte, e mi ha seccato che Julia non la facciano neppure diventare zia... Stendo un velo circa l'età che possa avere Toni...
Caro Ale, leggo con piacere che l'albo speciale di Nathan l'hai preso e l'hai apprezzato ;-) . Di Lukas, condivido il tuo articolo-recensione. Anche io ho avuto l'impressione che la città sia la co-protagonista dell'albo. Sinceramente l'ho trovato interessante proprio per l'ambientazione. Mi è piaciuta questa città decadente. E poi ci sono veramente moltissimi spunti interessanti, approfonditi quanto basta per creare la suspance e il desiderio di saperne di più. Questo albo mi ha coinvolto, me lo sono letto due volte, e aspetto ansioso il seguito.
RispondiEliminaMolto bello lo speciale di NN!! Ne scriverò a breve!
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