È in'edicola il ventottesimo numero della collana Ken Parker Classic, la ristampa delle avventure di Lungo Fucile edita da Mondadori. In questo episodio il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo è testimone dello scontro fra un padre e un figlio, il primo colonnello a Fort Benton in Montana, il secondo fresca recluta assegnata allo stesso presidio ad insaputa del comandante. Il padre vorrebbe il figlio lontano, in una città dell'est a terminare gli studi di legge. Ma Oliver Price vuole dimostrare di poter disporre della propria vita al di là delle intenzioni paterne. Il processo di separazione di Ken dall'esercito muove un nuovo passo. Lo capiamo da tanti piccoli segni: sguardi, silenzi, parole. Ma Berardi esprime le sue convinzioni anche attraverso i dialoghi recitati dai veri protagonisti dell'episodio, i due Price:
"Ed eccoti qua... arruolato come soldato semplice insieme a un mucchio di vaccari che non sanno nè leggere nè scrivere e sono solo poco meno bestie delle bestie che macellano... Tu, mio figlio, in mezzo a un gruppo di disperati il cui massimo divertimento è gettare i petardi a una recluta o portrsi a letto una lavandaia.."
"Vedo che hai molta stima dei tuoi uomini papà!"
"Sono ottimi soldati! E lo sono proprio perché non hanno una cultura, una preparazione personale. E quando suona la carica vanno all'attacco senza pensare se ciò che fanno è giusto o non è giusto..."Per uccidere non serve pensare, anzi è deleterio.
Buona sceneggiatura di Alfredo Castelli per questa storia che finisce molto amaramente, mentre i disegni sono del bravo Giancarlo Alessandrini.
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