Le profonde rughe di Carson. E' l'elemento che mi ha subito colpito in L'eroe e la leggenda, primo volume di una collana annuale edita dalla Sergio Bonelli Editore, intitolata Tex d'autore. E che autore! Stiamo parlando di Paolo Eleuteri Serpieri e del suo grande ritorno al genere western dopo tanti anni. Un ritorno che non poteva accadere se non in via Buonarroti a Milano, sede di quella casa editrice, la Bonelli, con la quale l'autore veneziano si è rincorso a lungo negli anni. Finalmente vede la luce il risultato di questa rincorsa, con un unico grande cruccio: uno degli artefici dell'incontro, Sergio Bonelli, l'uomo a cui è dedicato lo stesso volume, non c'è più. Ne sarebbe stato sicuramente orgoglioso perché, a mio parere, questo albo speciale entrerà nella storia della casa editrice milanese. Per più di un motivo. Il primo l'ho già citato: Paolo Eleuteri Serpieri, un nome che si presenta da solo, autore di soggetto, sceneggiatura, disegni e colori di questo volume cartonato.
E certamente il lettore del Tex mensile sarà rimasto a bocca aperta quando avrà visto la mano dell'eroe compiere un atto che non avrebbe mai pensato di trovare su una tavola di Tex. Ma l'atto era necessario e dovuto, e Carson, che ha assistito alla scena centrale del duello fra Tex e il comanche Luna Nera, lo spiega e lo motiva in lungo e in largo. Tuttavia resta e colpisce. Inevitabilmente.
Ma la parte migliore della storia di Eleuteri Serpieri è racchiusa nella tavola finale, quando il direttore della clinica, ritratto in modo molto somigliante a Mark Twain, riferisce al giornalista delle sue forti perplessità circa la vera identità del vecchio ospite del ricovero. Ci rimane il dubbio se si tratti di Carson o meno e, ancor di più, se il personaggio di Tex protagonista del racconto sia reale o fantastico. Secondo il direttore è solo un mito e una leggenda. Ma è la sua opinione, irrilevante per il giornalista. E qui, nell'ultima vignetta, accade quello che mai mi sarei aspettato e che mi ha profondamente emozionato. Non lo svelo per non rovinare la lettura a coloro che non hanno ancora avuto fra le mani questo volume. Ma il tocco finale è davvero un incanto, perché riesce a dare una luce del tutto nuova, ma estremamente coerente con tutta la sua storia quasi settantennale, alla nascita di Tex come personaggio. Reale o leggendario? Ognuno risponderà come preferisce, ma di certo questo albo è la prova che il monumento di Tex Willer è tutt'altro che immutabile e scolpito.
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