Tex - vignetta di Corrado Mastantuono |
La prima (L'inseguimento - 629 e Lotta senza respiro - 630) è un godibilissimo intreccio in cui Tex e Tiger Jack inseguono il rapinatore di banche Vince Stanton per arrivare al capo della banda Mitch Fraser. In realtà i soggetti in gioco sono molti di più e gli inseguitori si alternano e si scambiano continuamente. I colpi di scena non mancano e la lettura fila veloce fino all'ironica conclusione. Molto si deve ai magistrali disegni di Mastantuono: i volti espressivi e tirati dei fuorilegge, le scene d'azione rese con un dinamismo e un realismo eccellenti (l'unico difetto: il volto di Tex, a volte troppo duro, quasi cattivo). Giri la quarta di copertina del secondo albo con la coscienza di esserti divertito. Ma cosa ti resta? Ben poco. Quali personaggi ti rimangono dentro? Nessuno. Non c'è spessore, né nei fuorilegge, né negli apache (la cui presenza è troppo fugace), né nel gruppo di cowboys inseguitori. Ti rendo conto che la storia è stata solo uno sfoggio di virtuosismo western. Piccolo cabotaggio, insomma.
Mitch Fraser - vignetta di Corrado Mastantuono |
Gli Utes nella neve - vignetta di Lucio Filippucci |
"So cosa vogliono i miei lettori: il trionfo del bene. La carogna presa a cazzotti. La gente odia il militare arrogante, il pezzo grosso, il banchiere. Odia il potere. E anche io odio il potere o, come si dice oggi, il palazzo."
Il ring finisce in prigione - tavola di Lucio Filuppucci |
Questo è Tex. Non solo, ovviamente, ma non è certamente quello di Faraci che spende due albi interi per eliminare una banda di fuorilegge priva del minimo spessore.
Duro, ma necessario. LucaT
RispondiEliminaSperiamo ti leggano anche in Bonelli e recepiscano il messaggio.
RispondiEliminaTonyF
Uhm... Non sono così sicuro. Anche io nutro dubbi su certe avventure del Tex di Faraci (mi sembra che ne avessimo già "parlato" in qualche commento), ma non me la sento di "invocare la restaurazione". Purtroppo, il Tex di Nizzi - autore peraltro che ho letto e perfino studiato mi permetto di dire a lungo - negli ultimi anni della sua gestione era diventato un bolo narrativo che restava sullo stomaco.
RispondiEliminaNon si può tenere un personaggio in naftalina per trent'anni e sperare "di farla franca". Altrimenti tra non molto tempo, i lettori avrebbero fatto quello che non era riuscito a El Muerto o Yama: inviare a Messer Satanasso il prode Ranger. La neccessità di rinnovamento c'era eccome, e secondo me lo stesso Sergio Bonelli ne era consapevole (il restyling è partito sotto la usa gestione infatti).
Sugli esiti, ripeto, sono d'accordo che non sono sempre all'altezza delle premesse roboanti, ma fa parte del gioco, del cambio di ritmi e registri. E poi dovremmo parlare anche di Boselli :)
Caro Marco, sei andato un po' oltre le intenzioni di questo post. Ho paragonato due storie del Ranger pubblicate consecutivamente e scritte da due sceneggiatori diversi, evidenziando come il respiro delle storie e la profondità dei personaggi fossero ben diverse (a vantaggio di quelli Nizzi, ovviamente....). Non sto invocando affatto la restaurazione: ho detto solo che, piuttosto di un Tex pieno di stereotipi e privo di spessore come quello scritto da Faraci in questa avventura, preferisco di gran lunga la tradizione nizziana profusa nella vicenda degli Utes.
EliminaChe il Tex di Nizzi, nel tempo, avesse mostrato i suoi limiti e che la necessità di evoluzione fosse necessaria affidando il Ranger a nuovi sceneggiatori, mi trova ampiamente d'accordo. Se vai a rileggerti, infatti, altri miei post a commento di storie precedenti, vedrai come abbia spesso lodato il Tex corale di Boselli (e come non farlo...), quello classico di Manfredi e anche quello del "neofita" Ruju. Perfino quest'ultimo, arrivato sulle pagine texiane ben dopo Faraci, lo sa interpretare meglio proponendo delle storie che ho letto con grande piacere.
Ciao