Il riferimento è agli indignados, ovvero al movimento spontaneo di popolo che ha portato in piazza il 3 settembre scorso ben 400.000 israeliani in tutto il paese (300.000 nella sola Tel Aviv) per chiedere al governo Netanyahu maggiore giustizia sociale e per protestare contro il caro vita. Era la sesta volta, nel corso di questa estate, che la gente scendeva in piazza. Da tener presente che dietro agli indignados non c'è nessun sindacato e che la popolazione dello Stato di Israele ammonta complessivamente a poco più di 7.500.000 persone.
Indignados a Tel Aviv |
E gli indignados de noantri? Il governo e il parlamento italiani stanno varando una manovra iniqua i cui costi ricadranno soprattutto sui lavoratori dipendenti e i pensionati, e l'unica manifestazione di protesta è stata lo sciopero generale indetto dalla Cgil il 6 settembre scorso. Quante persone si sono mosse? Alcune centinaia di migliaia, forse, su un totale di quasi 60 milioni di italiani. E questo sarebbe il risultato del moto di indignazione che serpeggia nel Belpaese? Uno sciopero dalla modesta riuscita, i cui partecipanti sono dati soprattutto dagli iscritti al sindacato della Cgil? Il risultato è stata una manifestazione che ormai ha assunto la forma di una vecchia routine consolidata: il governo di Berlusconi annuncia e realizza politiche che attaccano le fascie sociali più deboli, i giornali di centro-sinistra lo criticano, il PD balbetta, l'IDV fa la voce inutilmente grossa, Cisl e Uil non fanno nulla e la Cgil indice uno sciopero generale che non ha nessun effetto. Le cause? La nostra scarsa capacità di indignarsi spontaneamente, senza che ce lo indichi qualcuno, e la conseguente difficoltà nel tradurla in azione. In questa materia, dovremmo imparare dal popolo israeliano.
La vignetta in alto è di Jeff Danziger, un cartoonist americano
Nessun commento:
Posta un commento