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mercoledì 2 febbraio 2011

Quanto dista Angouleme dall'Italia?

Sono Cinquemila chilometri al secondo quelli che separano un sogno dalla realtà, Angouleme dall'Italia, il profeta dalla sua patria che lo misconosce. Sono trascorse poche ore dall'assegnazione a Manuele Fior del premio per il miglior fumetto al Festival International de la Bande Dessinée di Angouleme, in Francia, la manifestazione di fumetti più importante al mondo. E gli autori nostrani di nuvole parlanti e i loro appassionati fanno festa, ma sono soli. Nessuna traccia sui giornali o su altri mezzi di comunicazione. Il mondo della cultura italiano e l'Italia in genere non sanno cosa è successo, ignorano. Come dice Matteo Stefanelli qui, il festival di Angouleme è la terza manifestazione culturale in Francia, dopo il Festival del Cinema di Cannes e il Festival del Teatro di Avignone. Mutatis mutandis è come se un film italiano vincesse a Cannes, eppure il clamore suscitato in patria dalla vittoria di Manuele Fior è quasi inesisistente. Scontiamo sempre il pregiudizio tutto italico che considera il fumetto come un'arte di serie B. Eppure il racconto di Manuele Fior riesce a toccarti per la sua semplicità, perché parla di sentimenti come l'amicizia e l'amore in un modo vero e diretto: ti coinvolge perché sembra parli di te. Ho letto il libro solo qualche settimana fa, ma credo che se lo avessi fatto prima, la mia personale classifica del 2010 sarebbe stata diversa...
Un altro motivo per cui gioire è che, sempre al festival di Angouleme, un altro italiano è stato premiato nella sezione Patrimoine, il compianto maestro Attilio Micheluzzi, di cui in Francia è stato riedito Bab el Mandeb, volume che devo ancora leggere e che acquistai qualche tempo fa su consiglio del saggio signor Fontana di NonSoloLibri di Trieste.
La distanza fra Angouleme e l'Italia è tanta, ma albi del genere non possono far altro che accorciarla....

6 commenti:

  1. Sconfortante.
    Quello che tu denunci è lo specchio di un paese ripiegato sul proprio ombelico!

    Oh già, mi sbaglio...
    ... a costo di sembrare volgare,un paese ripiegato sul pisello del proprio sultano!
    Che tristezza.

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  2. già, che tristezza... ma te lo vedi Bondi a consegnare il premio del miglior fumetto a Lucca, così come ha fatto il ministro della cultura francese Mitterand ad Angouleme con Fior?... lasciamo perdere...

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  3. E' vero Alessandro... Purtroppo non credo che sia un discorso relativo solo al fumetto.
    Perché accanto a Fior, potremmo citare, che ne so, Testa per i cantautori o, prima ancora, Conte e perché no? Moretti per i cineasti.
    Voglio dire che la francia, da sempre, offre rifugio culturale ai nostri migliori talenti.
    Diciamo che per quello che riguarda l'arte della narrazione, molto spesso la fuga di cervelli finisce dalle parti di Parigi.
    Perché i nostri cugini hanno difetti terribili, lo dico con la sicumera di chi li frequenta :) , ma hanno anche un pregio indiscutibile. Amano il talento. E amano riconoscerne il valore.
    Poi, certo, per loro non esiste nessuno migliore di Hergé e Moebius, ma quello è un altro discorso.

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  4. Immagino, Marco, che il punto sia anche che la Francia attribuisce alla cultura in generale (non solo i fumetti) un'attenzione, un impegno e un investimento maggiore che in Italia. L'industria culturale (passami questo termine) è ordini di grandezza più in alto rispetto al nostro paese.
    E poi sì, qui da noi non si sa riconoscere il talento, ma mi vien da dire non solo nell'ambito culturale, ma in qualsiasi altro.. ed ecco che chi è bravo va all'estero (vedi i ricercatori o i tecnici italiani....)

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  5. Vero Alessandro… e non dimentichiamoci che Hergé è belga ;)

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  6. non c'è nessun fumettista del canton ticino da celebrare in Italia? :-)

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