domenica 23 luglio 2017

Quella perfettina di Julia


Ho letto tutti d'un fiato, approfittando delle vacanze (già finite...) gli ultimi cinque albi di Julia che, stranamente per me, avevo lasciato indietro. E mi son imbattuto nuovamente in una sua caratteristica che comincia a darmi sui nervi. I dialoghi. Le battute scambiate con il suo interlocutore. Sono brillanti, sempre. Lei sa sempre cosa dire, citando questo o quello. Mai un "Beh, bu, non lo so...". Ho capito: si tratta di un'opera di fantasia. Ma visto che la serie di Giancarlo Berardi ha un carattere dichiaratamente realistico, direi che anche i suoi dialoghi dovrebbero esserlo.
Certo, Julia è una donna molto erudita, anzi colta. È una criminologa di fama nazionale (almeno) insegna all'università e collabora con la procura di Garden City. Ha un'intelligenza fuori del comune ed è dotata di una spiccata empatia. Virtù che le consentono di entrare nell'animo delle vittime e dei carnefici e di risolvere brillantemente i casi delittuosi in cui viene chiamata in causa. Certo, è anche una donna con le sue fragilità e le sue debolezze, gli incubi la tormentano continuamente e il suo rapporto con gli uomini ha delle difficoltà irrisolte. Non è quindi una wonder woman. Ma, ma, ma.... Ogni tanto le scappa quell'aria da saputella che assume quando sciorina il suo lessico brillante e le sue battute sì mordaci ma del tutto irrealistiche. Quindi, Berardi, la prego: faccia scendere Julia da quel trono nel quale ogni tanto si innalza. Il suo posto è sempre in mezzo a noi: non ha bisogno di brillare sempre.

7 commenti:

  1. Anni fa spedii la sceneggiatura dell'episodio pilota di un mio personaggio alla Bonelli: sebbene a titolo confidenziale ricevetti riscontri positivi, ufficialmente l'idea non piacque perché la protagonista aveva quella stessa aria da saputella che contraddistingue Julia... Giusto per dire che non conta la storia ma chi la scrive: non mi voglio certo paragonare a un Maestro come l'autore di Ken Parker, ma se la ragione di quel rifiuto era sincera, la memoria mi porta a fare certe associazioni...

    Fatto sta che a me l'aria da saputella di Julia non dispiace, dato che ci rivedo, in parte, un mio personaggio... Piuttosto a me scoccia altro della saga di Julia: lo scorrere del tempo pressoché assente, e gli incubi che la tormentano.

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    1. Complimenti per la tua iniziativa! Ma poi il personaggio lo hai lasciato del tutto o magari ne hai scritto un racconto?

      Riguardo allo scorrere del tempo in Julia e all'assenza di evoluzioni nella sua storia, feci una domanda a proposito a Berardi. La trovi qui: http://www.fucinemute.it/2013/03/raccontare-a-fumetti-lumana-avventura/

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    2. In realtà il personaggio nasce da un racconto autonomo, che poi è diventato l'episodio pilota di una serie di storie.
      Quando ho imparato i rudimenti di sceneggiatura (uno dei miei tanti tentativi di rendere produttiva una mia passione), l'episodio pilota è stato tra i primi che ho sceneggiato e inviato in via Buonarroti... Letta anche da alcuni disegnatori, l'idea è piaciuta, anche perché lascio loro una certa libertà (esigo più in fatto di stile), ma non ai piani alti... :(
      Attualmente il "progetto" è fermo da anni, ho terminato i racconti della prima "stagione" e iniziato la seconda. Mi sono arenato, non per mancanza di idee ma per mancanza di tempo dato che nell'attesa di riscontri ho fatto anche altro, sul ritorno di un personaggio apparso in una storia precedente. Avrei dovuto proporlo anche a editori "minori" ma poi lo studio dove ho lavorato per 5 anni mi ha fagocitato, e oltre al progetto della serie di racconti/fumetti si è fermato anche un romanzo di fantascienza "vecchia maniera".
      Sebbene ho pubblicato due antologie di miei racconti, oramai sono convinto che la mia fama seguirà le orme di Kafka: celebre da morto!

      In merito all'intervista, non condivido l'opinione di Berardi sulle evoluzioni metropolitane: a me basta poco per sentirmi stravolto nella mia quotidianità, è sufficiente che un cinema che frequentavo diventi un centro commerciale, o che un'edicola fornitissima chiusa e devo rintracciarne un'altra.... Magari poi fossimo invischiati in una tela di ragno! Quanti cambiamenti invece la vita di impone? Trasferte per lavoro, lutti, questioni legali, gravi malattie da curare... Julia affronta drammi reali ma in un contesto che Berardi sbaglia a non fare evolvere con un ritmo adeguato.
      Io poi penso che se non vuoi fare invecchiare un personaggio:
      - crealo non umano (vedi Dampyr)
      - scrivi solo miniserie o serie strutturate in stagioni (vedi John Doe)
      - lavora alla Disney.

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    3. Comunque ho fatto in tempo a scrivere un team-up tra questo personaggio "bocciato" e un mio personaggio precedente che, al termine di una trilogia di storie (queste pubblicate!), non si capisce bene se ha completato con successo la missione della sua vita... Quindi chi già conoscesse Sean Thomas Dekker e volesse sapere come continuano le sue avventure, mi aiuti a stampare le storie della mia investigatrice "saputella" come Julia! :D

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  2. Complimenti per la tua produzione narrativa, a prescindere dalla pubblicazione o meno. Ma tu che lavoro fai?

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  3. Concordo. Julia è anni luce lontana da Ken Parker. Lo stesso autore è riuscita a creare due personaggi completamente diversi; da un lato è un merito ma ciò rende meno umano questo personaggio. Ken era un fratello, Julia è una criminologa a cui persino Emily da del Lei.

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