domenica 29 novembre 2015

Ken Parker Classic N. 21 - "Il giudizio di Dio"


È in'edicola il ventunesimo numero della collana Ken Parker Classic, la ristampa delle avventure di Lungo Fucile edita da Mondadori. In apertura di questo episodio il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo sventa il linciaggio di un giovane soldato, accusato dello stupro e dell'assassinio di una ragazza. Tutti gli abitanti del piccolo villaggio di Lawtown, in Oklahoma, pensano di avere in pugno una comoda e facile verità, mentre solo Ken e il marshall vogliono assicurare al soldato un processo regolare. Nel percorso che porterà Ken a risolvere il caso, si intromette anche un bounty killer, dei pericolosi comanche e, soprattutto, la sua fallibilità. Sui disegni questa volta poco convincenti di Bruno Marraffa, la sceneggiatura scritta a quattro mani da Berardi e Maurizio Mantero, porta il lettore e lo stesso Ken a sospettare del caporale, amico dell'accusato. Ma Ken non è infallibile come Tex, non sa distinguere con certezza assoluta il bene dal male, il colpevole dall'innocente. E per questo ci piace tanto.
"A volte, mi viene la tentazione di scoprirmi infallibile. Ma, per fortuna, poi scopro sempre di essere un idiota qualunque..."  

giovedì 26 novembre 2015

La chiusura di Adam Wild


Gianfranco Manfredi, uno dei più bravi autori della scuderia Bonelli, ha annunciato che Adam Wild, la serie a fumetti che ha ideato e di cui ha scritto tutti gli episodi, chiuderà i battenti con il numero 26 (nel mese corrente è uscito il quattordicesimo albo). Il motivo della fine della collana è rappresentato dalle vendite insufficienti. La notizia, comparsa sul profilo facebook dello stesso autore, ha colto molti di sorpresa, me compreso. Adam Wild è una serie d'avventura di stampo classico, ambientata nell'Africa subequatoriale a fine Ottocento. Il protagonista è un simpatico e sfrontato ribelle, uno che odia lo schiavismo e lo combatte con tutte le proprie forze. Al suo esordio nelle edicole, trovai vitalità e freschezza nell'albo che divorai in pochi minuti. Nelle storie successive si sono alternati diversi disegnatori, molti dei quali davvero bravi e all'esordio per la Bonelli. Ma, alta qualità nelle storie e alta qualità nei disegni non sono bastati. Niente da fare. A meno di inversioni di tendenza nelle vendite, la serie chiuderà. E siamo a due: dopo Saguaro del bravo Bruno Enna, un'altra collana Bonelli che seguivo con interesse è destinata alla fine prematura. Perché? Cosa hanno di sbagliato questi personaggi? Troppo classici? Fuori tempo? Ormai vanno di moda gli effetti speciali a colori con cui nascondere la pochezza della storia (e non mi riferisco a Tex che invece brilla ancor di più a colori)? Sono più di tendenza i motion comics? Non lo so. Dopo che il nuovo corso Bonelli (annunciato attraverso una conferenza stampa che ha regalato la scena a chi l'umiltà non sa dove stia di casa) ha cominciato a dispiegarsi nel corso dell'ultimo anno, mi son sorte alcune perplessità. Rinforzate dall'estinzione di alcuni validi dinosauri. Mi viene il dubbio che dopo la morte di Sergio Bonelli qualcosa sia cambiato. Sembra che si punti di più sullo sbarco nel multimediale che sul sostegno alle serie di carta. O almeno questa è l'impressione che ne ho tratto rispetto a Saguaro e ad Adam Wild, per i quali la promozione è stata davvero inconsistente. Forse dipende anche dall'intraprendenza personale degli autori, dal fatto di sbattersi a girare l'Italia per manifestazioni e librerie e fumetterie (come sta facendo il buon Chiaverotti con Morgan Lost), ma non può dipendere solo da questo: e infatti la Bonelli ha studiato molto bene il lancio di Morgan Lost.


Probabilmente mi son fatto prendere dal pessimismo e invece la strategia editoriale della Bonelli è corretta e risulterà vincente. Ma cosa significa vincente? Vendere di più? La qualità si basa sui dati di vendita? Non credo proprio, perché, se fosse così, allora Ken Parker sarebbe uno dei peggiori fumetti mai pubblicati. E invece, nonostante le disavventure editoriali di Chemako, Sergio Bonelli lo rivolle sotto le sue ali, e ricominciò a pubblicarlo con il Magazine. Perché lo fece? Sapeva di rischiare molto, ma era sicuro del valore del personaggio e così gli diede un'altra chance. Lo stesso discorso vale per la collana Un uomo un'avventura. Economicamente non fu una buona operazione editoriale, ma oggi viene ricordata come una delle migliori intuizioni di Sergio Bonelli, e il suo valore è indiscusso. Al proposito, lo stesso Bonelli ebbe a dire:
"Una serie di volumi cartonati che è andata piuttosto male, pur potendo contare su nomi importanti come quelli di Pratt, Battaglia, Toppi, Crepax e Micheluzzi. Probabilmente era troppo in anticipo sui tempi! Comunque, anche se il bilancio economico era decisamente fallimentare, io decisi di mantenerla in vita per alcuni anni: ecco, questo è uno dei lussi che come Editore mi concedo ogni tanto, e che riservo ai fumetti che mi piacciono in modo particolare..." 
Chi mai avrebbe questo coraggio oggi? Ho detto coraggio, non boria o arroganza. Sono due cose diverse. Il primo ce l'ha chi ha una valutazione oggettiva e serena dei propri mezzi, i secondi sono propri invece di chi getta fumo negli occhi per nascondere la propria pochezza. Ma tanto, prima o poi, il fumo svanisce....

domenica 22 novembre 2015

Ken Parker Classic N. 20 - "Storia d'armi e d'imbrogli"


È in'edicola il ventesimo numero della collana Ken Parker Classic, la ristampa delle avventure di Lungo Fucile edita da Mondadori. In questo episodio il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo incontra sulla sua strada un abile truffatore trasformista, responsabile di un traffico d'armi, perpetrato ai danni dell'esercito. Berardi crea un personaggio, Gordon, per il quale il lettore tifa, nonostante sia un fuorilegge. Un ladro gentiluomo, pacifico, creativo inserito in una storia ricca di ironia che deve molto della sua leggerezza anche ai disegni di Giorgio Trevisan. Un episodio delizioso, quindi, che dimostra quanto varia, divertente e interessante sia la lettura di questa serie.

martedì 17 novembre 2015

I 70 anni di Eric Clapton celebrati alla Royal Albert Hall


Il 30 marzo di quest'anno Eric Clapton ha compiuto 70 anni e ha voluto celebrare questo traguardo con 7 concerti tenuti nel mese di maggio nel tempio della musica britannica: la Royal Albert Hall. Aveva giurato a se stesso ed ai suoi fan che questi sarebbero stati i suoi ultimi live: troppa fatica, aveva dichiarato, per un vecchietto dover sopportare i disagi e gli stress di un tour. Non a caso Planes, Trains and Eric è il titolo eloquente del docu-concerto che Manolenta pubblicò l'anno scorso alla fine del suo ultimo faticoso tour mondiale. Ma in realtà il Nostro si è già smentito perché è notizia di qualche giorno fa la serie di 5 concerti che Clapton terrà a Tokio il prossimo aprile.
Ma torniamo al maggio di quest'anno e ai 7 concerti alla Royal Albert Hall. Il motivo per parlarne è semplice: da pochi giorni è in commercio Slowhand at 70 - Live at The Royal Albert Hall, il dvd che immortala la serata del 21 maggio. Tanto vale però acquistare la versione deluxe, contenente in più un bonus dvd, con estratti dai precedenti concerti di Clapton alla RAH, 2 cd con l'audio del live del 21 maggio e un libro di 60 pagine con splendide foto scattate durante gli shows.
Sfogliando il sontuoso book si ha la chiara percezione che questo prodotto vuole essere una celebrazione di uno dei più grandi musicisti rock/blues di tutti i tempi. Il teatro scelto per la festa non poteva non essere la Royal Albert Hall, diventata ormai la casa di Clapton. Con quelle di maggio, ammontano a 205 le apparizioni di Slowhand su questo palco a partire dal 7 dicembre 1964, quando si esibì per la prima volta con gli Yardbirds. Sono invece 178 i concerti da solista tenuti da Clapton alla RAH a partire dal 6 gennaio 1987. Numeri ineguagliabili che hanno creato, lungo più di cinque decenni, un legame indissolubile fra il timido chitarrista inglese e la platea della sala da concerti londinese più famosa al mondo. Fu qui, infatti, che Clapton suonò il 26 novembre del 1968 il Farewell Concert, con cui il leggendario gruppo dei Cream, di cui faceva parte insieme a Jack Bruce e a Ginger Baker, si sciolse. E fu sempre in questo teatro di South Kensington che Slowhand suonò per 24 serate nel più lungo residenziale mai tenuto alla RAH, con 4 differenti formazioni musicali alle spalle. E fu ancora su questo palco che i Cream si riunirono per 4 serate nel maggio del 2005.



Un live indimenticabile, quindi, Slowhand at 70 per un vecchietto che spero di poter vedere dal vivo ancora una volta (a questo punto, dopo la news di Tokyo, è lecito sperarci). Del resto, alla fine della sua 205esima esibizione alla Royal Albert Hall, Slowhand si è congedato dal pubblico con queste parole:
"See you down the road somewhere" 
See you, Eric! 

domenica 15 novembre 2015

Ken Parker Classic N. 19 - "Un uomo inutile"


È in'edicola il diciannovesimo numero della collana Ken Parker Classic, la ristampa delle avventure di Lungo Fucile edita da Mondadori. In questo episodio il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo incontra sulla sua strada per Fort Sill, Oklahoma, il sergente McCabe che, dopo 40 anni di servizio, svolge il suo ultimo incarico prima della pensione. I Kiowa in guerra, due giovani trafficanti di armi che ingannano Ken, la moglie incinta del comandante del forte sono i personaggi di contorno che permettono a Berardi di mettere in scena il tema di quest'albo: il ruolo di un uomo all'approssimarsi del tramonto della vita. Un albo solo all'apparenza di raccordo: Ken va letto e riletto. E ascoltato.
"Ogni stagione ha i suoi frutti. Quelli dell'autunno non sono grossi, ma dicono che siano tra i più saporiti..."

domenica 8 novembre 2015

L'addio di Mauro Marcheselli alla Sergio Bonelli Editore



La notizia risale al 4 novembre: Mauro Marcheselli ha lasciato l'incarico di direttore editoriale della Sergio Bonelli Editore. Non solo: ha appeso il fumetto al chiodo, per usare una sua espressione. Per me, Marcheselli, con i suoi oltre trent'anni di lavoro in Bonelli, rappresentava una garanzia di continuità con i valori e le scelte del passato della casa editrice milanese.
La prima cosa alla quale ho pensato quando ho appreso, con molta sorpresa, la notizia è stata la risposta che mi diede tre anni fa ad una domanda che gli feci nell'ambito di un'intervista pubblicata su Fucine Mute. Ecco domanda e risposta:
AO: La App di Martin Mystère è il primo passo della casa editrice su Internet, se non mi è sfuggito qualcosa. Il cammino in Rete proseguirà? E se sì, come?
MM: Io sono sulla linea di Bonelli, fosse per me non andrei sul digitale. Ma io sono un dinosauro, mentre i miei colleghi (e soprattutto Davide Bonelli) stanno studiando come sia meglio andare in rete. Purtroppo so che sono loro dalla parte della ragione.
La seconda cosa alla quale ho pensato è stata il recente sbarco della Bonelli nel multimediale, con i motion comics, le serie tv e i film.

Sarà, ma a me i dinosauri son sempre stati molto simpatici.

venerdì 6 novembre 2015

Ken Parker Classic N. 18 - "Santa Fe Express"


È in'edicola il diciottesimo numero della collana Ken Parker Classic, la ristampa delle avventure di Lungo Fucile edita da Mondadori. In questo episodio il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo vive un'avventura come scout dell'esercito. Giancarlo Alessandrini firma i disegni di una storia minore, ma è anche in questo tipo di storie che Berardi si distingue come grande narratore. Al di là della trama, che vede il Nostro inseguire una coppi di criminali che hanno rapinato le paghe dell'esercito dopo un classico e sanguinario assalto al treno (il Santa Fe Express, per l'appunto), ciò che rende piacevole la lettura sono i personaggi. Ce ne sono tanti, e alcuni appaiono solo per poche vignette, ma tutti sono delineati con dei dettagli che li contraddistinguono e li rendono vivi, reali, come le persone che si incrociano ogni giorno all'ufficio postale, alla stazione o nei bordelli (!!!). Fra tutti spicca la figura di Emiliano, il soldato messicano che si esprime solo in spagnolo, e che accompagna Ken nella caccia all'uomo, aiutandolo con la sua prontezza e con la sua filosofia. Tono leggero alternato a tono grave, anche nella stessa tavola: la solita miscela di cui Berardi è maestro.

martedì 3 novembre 2015

Alfredo Castelli - 50 anni di storie e mysteri di un grande narratore


L'edizione di Lucca Comics & Games che si è appena conclusa ha celebrato uno dei più prolifici autori di fumetti italiani: Alfredo Castelli. La giuria della manifestazione gli ha assegnato il premio Gran Guinigi riconoscendolo come Maestro del Fumetto, tanto per la sua cinquantennale opera creativa, trasversale ad ogni genere di fumetto, quanto per la sua attività di valorizzazione e diffusione di questo linguaggio.
Da lettore di tante sue storie, che mi divertono e mi riempiono di stimoli da più di trent'anni a questa parte, non posso che essere felice per questo giusto riconoscimento. E ricondivido con molto piacere Il fumettista vulcanico, l'intervista pubblicata tre anni fa su Fucine Mute, nella quale Castelli ripercorse con me molte tappe della sua carriera di fumettista, da Scheletrino al Corriere dei Ragazzi, da Horror a Eureka, da Un fascio di bombe a Martin Mystére.
L'occasione dell'intervista fu l'assegnazione di un altro riconoscimento, il premio speciale Urania, che l'omonima rivista e il Trieste Science Plus Fiction gli tributarono e che Castelli ritirò personalmente nella città giuliana. Nell'edizione 2015 del festival di fantascienza, che calamiterà l'attenzione di appassionati e non dal 3 all'8 novembre, l'autore milanese sarà nuovamente ospite e protagonista di uno degli incontri di futurologia: appuntamento venerdì 6 novembre alle ore 11:15 nella sala conferenze del prestigioso Palazzo Gopcevich. Dario Fontana, il massimo esperto triestino di fumetti (nonché anima dell'indimenticata fumetteria NonSoloLibri) sarà il moderatore dell'incontro che titolo più chiaro non poteva avere: Alfredo Castelli - 50 anni di storie e mysteri di un grande narratore.

domenica 1 novembre 2015

La sedizione e la legge (III) - PPP

Disegno di Davide Toffolo tratto da Pasolini, Edizioni Coconino Press - Fandango

"Il rifiuto è sempre stato un gesto essenziale. I santi, gli eremiti, ma anche gli intellettuali. I pochi che hanno fatto la storia sono quelli che hanno detto di no, mica i cortigiani e gli assistenti dei cardinali. Il rifiuto per funzionare deve essere grande, non piccolo, totale, non su questo o quel punto, "assurdo" non di buon senso. Eichmann, caro mio, aveva una quantità di buon senso. Che cosa gli è mancato? Gli è mancato di dire no su, in cima, al principio, quando quel che faceva era solo ordinaria amministrazione, burocrazia. Magari avrà anche detto agli amici, a me quell’Himmler non mi piace mica tanto. Avrà mormorato, come si mormora nelle case editrici, nei giornali, nel sottogoverno e alla televisione. Oppure si sarà anche ribellato perché questo o quel treno si fermava, una volta al giorno per i bisogni e il pane e acqua dei deportati quando sarebbero state più funzionali o più economiche due fermate. Ma non ha mai inceppato la macchina."

Brano tratto da: Siamo tutti in pericolo. Intervista di Furio Colombo a Pier Paolo Pasolini, del 1 novembre 1975


"Nel ’44-’45 e nel ’68, sia pure parzialmente, il popolo italiano ha saputo cosa vuol dire – magari solo a livello pragmatico – cosa siano autogestione e decentramento, e ha vissuto, con violenza, una pretesa, sia pure indefinita, di democrazia reale. La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratiche-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline."


Brano tratto dalla Lettera al Presidente del Consiglio contenuta nella rubrica Il Caos tenuta da Pier Paolo Pasolini sulla rivista Tempo, anno XXX, numero 39, del 21 settembre 1968.

Segue da qui.

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