giovedì 31 dicembre 2015

Ken Parker Classic N. 26 - "Pellerossa"


È in'edicola il ventiseiesimo numero della collana Ken Parker Classic, la ristampa delle avventure di Lungo Fucile edita da Mondadori. In questo episodio ricco di tensione il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo guida, insieme a pochi soldati, uno sparuto convoglio di donne, bambini e malati, in una fuga disperata da uno sguarnito Fort Show. In precedenza, il grosso delle truppe del presidio militare aveva cercato, invano, di sorprendere il villaggio sioux per spazzarlo via. L'astuzia dei pellerossa, prevedendo il proditorio attacco delle giacche blu, aveva però ribaltato la situazione, aggirando il plotone e mettendo così a ferro e fuoco il forte. Prima dell'assalto, il gruppo di Ken tenta la fuga ma la carovana viene raggiunta e sta per soccombere, quando uno degli assedianti, il capo cheyenne Mandan, tragico protagonista del primo episodio della collana, Lungo Fucile, riconosce Ken. Allora il capo indiano aveva rifiutato il fucile che lo scout intendeva donargli come arma di difesa per il proprio figlio dalle future insidie dell'uomo bianco. Il motivo di questo rifiuto era dettato dalla constatazione che le armi non avevano giovato al popolo rosso, causando solo morte e distruzione. Il figlio di Mandan avrebbe quindi dovuto trovare un altro modo per combattere. Il capo cheyenne risparmia la vita ai sopravvissuti e un epilogo più doloroso viene così scongiurato. Ken rinfaccia comunque all'altro le parole non mantenute di allora, ma il dialogo che ne nasce rappresenta una dura lezione per Ken. E' Mandan ad iniziare:
"Ricordi le parole di quel giorno?"
"Le ricordo. Dicevi che non avresti più impugnato le armi."
"Non si può restare a guardare quando il proprio popolo muore."
"A volte l'unico modo che un uomo ha di camminare diritto è quello di cambiare strada!.."
"Tieni, Lungo Fucile. Cambia strada anche tu. Non si può camminare diritto insieme alle giacche blu!"
Porgendo a Ken il suo fucile, Mandan gli ricorda che non si può separare la propria coscienza dai propri atti o da quelli compiuti dall'organizzazione cui volontariamente si appartiene. Nell'ultima vignetta Ken guarda Mandan allontanarsi sul proprio cavallo: è ammutolito, non sa cosa rispondere.
Ottima la sceneggiatura di Maurizio Mantero. Peccato per le prime settanta tavole disegnate da un poco ispirato Carlo Ambrosini, sostituito poi da Ivo Milazzo. Se l'autore grafico dell'intera storia fosse stato Milazzo, questo episodio meriterebbe una posizione fra i primi dieci dell'intera saga di Lungo Fucile.



giovedì 24 dicembre 2015

Ken Parker Classic N. 25 - "Lily e il cacciatore"


È in'edicola il venticinquesimo numero della collana Ken Parker Classic, la ristampa delle avventure di Lungo Fucile edita da Mondadori. In questo episodio capolavoro il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo vive una straordinaria amicizia.
Potrà sembrare strano, ma penso non ci sia una storia nella quale Ken Parker riveli tanto di sé come Lily e il cacciatore. La stranezza sta nel fatto che l'interlocutore al quale Ken espone la propria concezione della vita non è in grado di capire le sue parole perché si tratta di Lily, una cagnolina.
"...pur non essendo indispensabile, ognuno di noi ha un ruolo ben preciso in questo mondo...E fin qui niente di nuovo... Solo che molti lo collegano all'idea di Dio, io invece lo sento come un dovere verso la gente, verso l'umanità!
D'altronde, forse anche noi due siamo Dio.. Voglio dire una parte piccolissima di Dio, che unita alle altre di questo mondo e a quelle di altri mondi ancora.."
L'essenza di Ken è racchiusa in queste parole pronunciate ad un animale, che gli ha salvato la vita due volte. La sua religione laica, che si basa unicamente sul riconoscimento della dignità dell'uomo e degli altri esseri viventi e in senso lato della Natura, è espressa ad una cagnolina.
Se vuoi conoscere Ken Parker, devi leggere questa storia eccezionale, nella quale la protagonista è Lily, una cagnetta. Dopo averla libeta dal morso di una sua tagliola, Ken e Lily diventano subito amici, nasce fra loro quel feeling che unisce due esseri viventi che non possono comunicare se non con sguardi, espressioni del viso, inflessioni della voce, gesti e postura del corpo. Lily ricambia subito e con gli interessi il favore, salvando Ken prima dall'assalto di un branco di lupi, e poi, ferito e bloccato in una grotta, portandogli rami d'albero per accendere il fuoco e procacciandogli il cibo.


Fuori dalla grotta c'è solo neve e freddo e Ken delira in preda alla febbre, sogna la madre che gli racconta una fiaba, canta per sentirsi vivo e Lily improvvisa un balletto alzandosi sulle zampe posteriori. Ken sente avvicinarsi la morte e allora spiega a Lily il suo pensiero laico del significato dell'esistenza.
Giancarlo Berardi sceneggia in modo superlativo una delle storie di Ken più drammatiche e più intense. E solo i disegni di Ivo Milazzo possono rendere viva e poetica questa avventura. Diverse tavole completamente mute e, ovviamente, prive di didascalie raccontano più di mille parole. Milazzo è quasi spietato nel mostrarci come la disperazione trasformi il volto di Ken. Non credo che nelle storie future lo vedremo così sofferente, con un viso così emaciato, la barba lunga e la pelle sporca. Angosciante la sequenza di vignette nella quale gli occhi indemoniati di Ken, devastato dai morsi della fame, si incrociano con quelli innocenti di Lily. L'istinto di sopravvivenza rende Ken furioso e cieco, l'idea di sfamarsi con la carne di Lily gli attraversa la mente obnubilata. Ken prende in mano il coltello, chiama a sé la cagnetta, ma quello scambio ravvicinato di sguardi gli fa cambiare idea all'ultimo istante. Allontana con veemenza Lily fuori dalla grotta e piange disperato per la morte imminente.


Mai in nessun'altra storia Berardi ci mostra Ken attraversare così tanti stati d'animo: dalla spensieratezza iniziale del bivacco attorno al fuoco con i soldati dell'avamposto militare al quale Ken è assegnato, fino alla disperazione della solitudine nella grotta, con tutte le gradazioni intermedie. L'intelligenza e l'stinto di Lily si riveleranno ancora fondamentali per la salvezza di Ken. La scena dello scontro con l'orsa non lascia indenni. Ma non tanto per l'adrenalina che sale quando lo sguardo annebbiato di Ken riesce a dirigere l'unico colpo del suo Kentucky portandolo a segno sul volto dell'orsa ormai a pochi passi da lui. Quanto per il ringhio rabbioso di Lily che allontana dal cucciolo d'orso la mano di Ken ancora grondante del sangue caldo della mamma uccisa. L'uomo riceve una lezione dalla cagnetta, e noi restiamo lì, quasi ci vergogniamo insieme a lui per quello che ha fatto. Milazzo non ce lo risparmia, ritraendo Ken con il volto sporco di sangue e un'espressione contrita che sembra quasi chiedere perdono.
L'epilogo con il ritorno al mondo degli uomini del solo Ken, e non di Lily, rappresenta l'ultima emozione di una storia indimenticabile.  

domenica 20 dicembre 2015

Ken Parker Classic N. 24 - "Lassù nel Montana"


È in'edicola il ventiquattresimo numero della collana Ken Parker Classic, la ristampa delle avventure di Lungo Fucile edita da Mondadori. In questo episodio di raccordo il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo vive una classica avventura di Tex Willer. Una vedova allevatrice sta per soccombere di fronte ai soprusi del ricco prepotente che si è già accaparrato tutti i pascoli della zona. Brenda Taylor è l'unica a resistere a Basehart, dopo che questi le ha ucciso il marito simulando un incidente. Ma per fortuna interviene l'eroico Ken, che la salva dagli impicci dimostrando sangue freddo, astuzia e coraggio. Salva l'episodio la buona sceneggiatura di Maurizio Mantero e i disegni: nella prima parte dell'implacabile Bruno Marraffa e nella seconda del texiano Vincenzo Monti.

l'eroico Ken disegnato da Bruno Marraffa

sabato 12 dicembre 2015

Ken Parker Classic N. 23 - "La regina del Missouri"


È in'edicola il ventitreesimo numero della collana Ken Parker Classic, la ristampa delle avventure di Lungo Fucile edita da Mondadori. In questo episodio poco riuscito il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo vive un'avventura fluviale piuttosto movimentata a bordo di un battello che lo deve portare lungo il Missouri fino a Fort Benton. Il nostro si trova in mezzo alle dispute violente di due ex soci e di una ragazza, in cui la causa del contendere è una presunta concessione per una miniera d'oro. Non basta: una banda di rapinatori assalta nella notte il battello causando una carneficina. I disegni di Giovanni Cianti contribuiscono ad aumentare il caos, non rivelandosi affatto adatti a rappresentare una vicenda così movimentata. Ken stesso è spesso irriconoscibile, per non parlare degli altri personaggi. Si salva solo il gruppo di neri che spalano il carbone in sala macchine, grazie alle considerazioni sul proprio stato e alla loro scelta di intervenire ad un certo punto nella disputa fra bianchi che si sta svolgendo ai piani superiori (con tanto di sorpresa finale amara). E si salva, nei disegni, solo l'omaggio che Cianti fa a tanti attori del cinema western, attribuendone i volti e le posture a diversi personaggi. Fra gli altri compaiono Lee Van Cleef, Giuliano GemmaHenry Fonda, John Wayne, Ward Bond, Gary Cooper, Kirk Douglas, Burt Lancaster.


martedì 8 dicembre 2015

La guerra dei maghi - 2. Londra


Dopo il primo volume ambientato a Berlino, esce in edicola, sempre per l'Editoriale Aurea, il secondo episodio de La guerra dei maghi, intitolato Londra, già pubblicato in Francia nel 2013 per Delcourt. Continua l'avventura di Bob e Charly, i due ex detective di Scotland Yard creati dall'immaginazione del compianto Carlos Trillo e protagonisti di una storia avvincente scritta da Roberto Dl Prà e disegnata da Domingo Mandrafina. L'azione si sposta dalla cupa Berlino alla grigia capitale britannica e vede la burrascosa coppia di vecchi amici combattere ancora contro i nazisti che vogliono impadronirsi di un oggetto magico. Lo scontro tra le forze del bene e quelle del male avviene su tutti i piani possibili e quella dell'occulto è una partita che è tutta da giocare e su cui si baseranno le sorti dell'imminente guerra. Il pericolo è tale che lo stesso Churchill interviene in prima persona per constatare lo stato di salute sempre più precario della maga Lili, amica ed ex amante di Bob e Charly e cruciale pedina schierata a fianco del fronte anti tedesco. Assistiamo così alle indagini dei due protagonisti che devono contrastare pericolosi infiltrati nazisti dentro la stessa Scotland Yard. Ancora una volta la differenza la fanno i disegni e i colori di Mandrafina, che dipinge ogni vignetta con il suo tratto altamente espressivo. Le vie di Londra, gli interni, i volti e la fisicità dei corpi rappresentate da "Cacho" rendono estremamente vivida e spettacolare ogni tavola.


"La magia è nata insieme all'uomo e morirà con l'uomo. Così come ci sono uomini buoni e uomini cattivi, esiste una magia al servizio del bene e una al servizio del male. È l'eterna lotta degli uomini che alimenta l'immaginazione degli autori in tutte le epoche."
Parola di Roberto Dal Prà

lunedì 7 dicembre 2015

La copertina di Manuele Fior per Linus


Dopo gli attentati di Parigi si sono spese tante parole, spesso a sproposito, colme di retorica e di odio. Sbigottimento, paura, rabbia sono le emozioni più comuni che si sono alternate nei giorni successivi. Poche volte ho letto o ascoltato sui media parole figlie di razionalità ed empatia. Poi è arrivata un'immagine che, con il potere che le è intrinseco, sa comunicare molto più di tanti articoli. L'ha disegnata Manuele Fior, fumettista italiano che vive a Parigi, e l'ha pubblicata sul proprio numero di dicembre la storica rivista Linus.
Nella conversazione fra Giovanni Robertini, direttore del mensile, e lo stesso artista, riportata a pagina quattro, Fior rivela come il suo intento fosse quello di "rimanere con il cuore vicino ai ragazzi ammazzati", sullo sfondo del "macigno" rappresentato dalla militarizzazione della città. Nell'icona di Robert Doisneau io ho anche visto, però, la resistenza di coloro che rimangono, dei ragazzi che sanno levarsi sopra questo stato di emergenza che rischia di soffocare le nostre libertà.
Da un'immagine disegnata i commentatori di professione, ma in fondo tutti noi, possono trarre una lezione, intuendo la maniera attraverso la quale ci si può porre di fronte ad eventi tragici come questo: "con razionalità, senza reazioni di pancia, con un po' di compassione se possibile", per dirla ancora con le parole di Fior. 

sabato 5 dicembre 2015

Ken Parker Classic N. 22 - "Il giorno in cui bruciò Chattanooga"


È in'edicola il ventiduesimo numero della collana Ken Parker Classic, la ristampa delle avventure di Lungo Fucile edita da Mondadori. Ho sempre amato molto questa storia in cui il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo arriva nella cittadina di Chattanooga nell'Oklahoma, insieme al suo compagno scout indiano Victorio ed a tre soldati, per comprare dei cavalli. Berardi e lo sceneggiatore Maurizio Mantero sono dei provetti direttori d'orchestra che tengono le fila di questa vicenda in cui i protagonisti sono gli abitanti di Chattanooga. Una vera storia corale, in cui Ken e i rapinatori della banca, sono del tutto secondari rispetto alla centralità dei ruoli svolti dai cittadini. Il sindaco, lo sceriffo, le due vicine pettegole, il ricco imprenditore, il direttore della banca e il grigio impiegato e la moglie invadente, la maestra e i bambini della scuola, il dottore, il contadino sul lastrico e la moglie, i pompieri, il fotografo e altri: tutti insieme compongono un mosaico di microstorie che si incastrano perfettamente le une nelle altre. Mantero le fa scivolare una dentro l'altra con grande maestria e armonia, fino al momento dello scoppio e dell'incendio.



Da quel momento le tante piccole storie si interrompono e tutta la cittadinanza è coinvolta, suo malgrado, nella medesima grande storia: l'incendio che rischia di distruggere il paese, la rapina alla banca e il successivo sequestro dei bambini della scuola e della loro maestra. I piccoli drammi del prima si amplificano nell'unico grande dramma del dopo, in cui emergono viltà e coraggio, meschinità e intraprendenza, grettezza ed onestà. Ken è lì, come al solito, a testimoniare di questa variopinta umanità, a provare a rendersi utile. Ci riuscirà, spendendo parole distensive quando gli animi si infuocano, ed azioni concrete quando le parole non servono più. La tragedia viene alla fine sventata ma la disperazione del contadino sul lastrico, storia nella storia, rischia di causarne un'altra, della quale Ken, uomo che non può tutto vedere e prevedere (come invece farebbe un eroe), è del tutto ignaro. Ho trovato perfetti i disegni di Giancarlo Alessandrini, completamente a suo agio nel rappresentare la vita cittadina e a caratterizzare ciascun personaggio. Mirabile la sequenza di vignette mute e scontornate che descrive gli interminabili secondi successivi alla deflagrazione.
Uno degli albi migliori di tutta la serie.

mercoledì 2 dicembre 2015

Il compleanno di Sergio Bonelli


Oggi, 2 dicembre 2015, Sergio Bonelli compirebbe 83 anni, se fosse ancora in vita. Ma ci ha lasciati più di quattro anni fa e la Sergio Bonelli Editore lo ricorda con questo breve articolo sul proprio sito web. Tre anni fa, invece, lo ricordava così.
Tanti auguri Sergio.

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