mercoledì 23 aprile 2014

Venerdì 25 aprile il secondo volume Mondadori di Ken Parker


Due settimane separano l'uscita del secondo volume della collana Ken Parker edita da Mondadori Comics dall'esordio avvenuto l'11 aprile con il primo albo. Scelta saggia, quella dell'editore, di lasciare sui banchi delle edicole e sugli scaffali di librerie e fumetterie il volume numero 1, che raccoglie le prime due storie di Ken Parker: Lungo Fucile e Mine Town. I nuovi lettori hanno così avuto più tempo per conoscere il personaggio creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo (grazie anche al notevole battage pubblicitario) e poter acquistare il primo pezzo di una preziosa collezione.
Ma è tempo ormai di proseguire nell'affascinante umana avventura del nostro Ken con il secondo volume della collana che sarà in vendita venerdì 25 aprile e che conterrà il terzo e il quarto episodio della serie. Troveremo così riedite le storie intitolate I Gentiluomini e Omicidio a Washington, pubblicate originariamente dalla Cepim di Sergio Bonelli rispettivamente nell'agosto e nel settembre del 1977.



Nella prima avventura Berardi ci porta a riflettere su cosa significhi onore e vigliaccheria, rispetto e perdita della dignità. Lo fa attraverso una storia di un assalto ad un treno da parte di una banda sanguinaria che ha un fine politico. Su quel treno viaggia il nostro Ken. Qui trovate un mio commento (con tanto di spoiler).



Ma è in Omicidio a Washington che Berardi e Milazzo scaricano la prima bomba della serie. Rivoluzionaria dal punto di vista grafico, la storia è importante perché conosciamo sempre meglio quello che Ken pensa. E leggiamo quello che di conseguenza dice. E osserviamo quello che coerentemente fa. E poi vediamo come gli eventi che vive lo portano a cambiare continuamente luogo: Ken non ha una base fissa, una casa cui tornare. Il suo viaggio è iniziato e lo porterà molto lontano, ad incontrare nuove persone, a sbagliare, a cadere e poi a rialzarsi, a credere in nuove idee e a combattere per queste. A vivere. E da questa splendida storia che prende veramente avvio il viaggio di Ken. Anche di questa, ne ho scritto qui, a suo tempo, un breve commento (con spoiler).

sabato 12 aprile 2014

L'emozione di Ken Parker


Potrà forse sembrare un po' ridicolo emozionarsi per l'acquisto di un fumetto. Ma è stato questo lo stato d'animo che ho provato quando son entrato stamattina nella mia edicola di fiducia. Un'emozione ricevere nelle proprie mani il primo numero dell'edizione Mondadori delle avventure di Ken Parker. Un'emozione rimanere sorpresi dal grande formato che fino ad allora non ci si era riusciti ad immaginare. Un'emozione scartare il cellofan e apprezzare la copertina al tatto, quasi accarezzandola. Un'emozione rivedere il nome del proprio fumetto preferito, valorizzato da un bellissimo logo, campeggiare sul disegno che ornava la copertina di quel mitico numero uno che uscì nel giugno del 1977. Allora fu Sergio Bonelli a decidere che quella storia unica, scritta tre anni prima da Giancarlo Berardi e disegnata da Ivo Milazzo, aveva tutti i numeri per diventare una serie mensile.
Dopo quarant'anni Ken rivive nella sua edizione definitiva. La cura che gli autori e l'editore hanno profuso in questo nuovo progetto si vede chiaramente sfogliando questo primo volume, disponibile nelle edicole, nelle fumetterie e nelle librerie. La carta è di alta qualità e, insieme al formato di 21x26 cm, valorizza molto il disegno e rende molto più accattivante la lettura dei primi due episodi proposti. Nelle prime pagine sono ospitati un redazionale di Luca Raffaelli e alcuni interventi degli autori. Ma ho apprezzato molto la scelta di inserire subito a pagina tre e quattro una grande foto in bianco e nero dei primi del '900, raffigurante un indiano delle badlands a cavallo, che Ivo Milazzo commenta con tono amaro. L'immagine ispira allo stesso tempo fierezza e malinconia. Restituisce la consapevolezza della fine di un'epoca, il Far West, che, al di là della retorica tramandata da un certo cinema e da una certa letteratura, ha visto la sconfitta sul campo di un popolo, ma non la sua sottomissione. Questa immagine, unita alla quarta di copertina, dove campeggia la frase che il capo Cheyenne Mandan pronuncia nell'ultima tavola di Lungo Fucile, dà il senso di cosa sia Ken Parker:
"Ho impugnato il fucile per tutta la vita, eppure il mio popolo è stato distrutto, la mia sposa torturata a morte... Se mio figlio vivrà, dovrà trovare un altro modo di combattere..."
Al lettore che si accosta per la prima volta, questi segni suggeriscono di avere fra le mani un fumetto diverso. Unico, aggiungo io. Moderno oggi come quarant'anni fa. Perché, come ribadisce Berardi nella sua introduzione a pagina dieci, che riprende le parole della prefazione dell'albo del giugno 1977:
"Il West è solo una convenzione che, attraverso la metafora del passato, ci parla del presente" 
Forse il motivo di maggior felicità per questa riedizione delle storie di Ken non è il fatto di sapere che la sua umana avventura si concluderà, dopo cinquanta volumi settimanali, con un episodio inedito, che tutti i vecchi lettori di Ken aspettano da più di quindici anni. No, il motivo è un altro. Son contento perché ci saranno dei nuovi lettori che, grazie alla capillare distribuzione e alla curata veste editoriale, potranno appassionarsi ad un personaggio di carta che non è un supereroe, ma un uomo che vive cercando di seguire al meglio i propri principi. Uno che sbaglia come tutti noi e che poi corregge il tiro. Dopo pochi albi, i nuovi lettori proveranno la sensazione di aver incontrato un amico, dal quale non vorranno più separarsi.


lunedì 7 aprile 2014

Dark Zagor


Lo aveva appreso direttamente da loro in quest'occasione, l'anno scorso durante un incontro organizzato a Trieste nell'ambito della mostra L'Audace Bobelli - L'Avventura del fumetto italiano. Moreno Burattini ed Emanuele Barison promettevano scintille in un numero speciale di Zagor a cui i due autori stavano lavorando. A più di un anno di distanza possiamo dire che le promesse sono state mantenute. Lo scrittore toscano ha confezionato per il disegnatore pordenonese una storia a lui congeniale: un'avventura dalle tinte horror, intitolata Risvegli (in edicola dal 26 marzo come ventiseiesimo albo speciale), che permette a Barison di sfoderare tutto il talento di cui è capace.
Barison voleva una storia che facesse rizzare i capelli in testa a Cico dalla paura. Burattini ha fatto di più: di fronte a cadaveri che improvvisamente riprendono vita, il pancione messicano ha perso letteralmente i sensi, tale è stato lo spavento procurato da questi inauditi risvegli. Burattini ambienta una storia classica di morti che riprendono misteriosamente vita in un piccolo paese il cui nome già evoca atmosfere grigie e piovose: Cloudy Hill. E la pioggia scaricata copiosamente da nubi pesanti accompagna lo spettacolare ingresso in scena di uno Zagor strepitoso. Atletico, muscolare, scultoreo e, nello stesso tempo, agile e dinamico come non mai. La prima vignetta in cui compare, vede Zagor che si staglia nella notte come una presenza ultraterrena, sopra una roccia bagnata dalla pioggia battente. Lo Spirito con la Scure sembra un angelo vendicatore che si cala senza pietà sui due fuorilegge cui sta dando la caccia. Le scene di lotta notturna sotto la pioggia sono vorticose ma chiarissime, i rapidi movimenti dei protagonisti resi fluidamente. L'energia che sprizza Zagor è incontenibile. Il tocco in più è l'atmosfera dark che Barison regala alle scene. E non solo perché siamo durante la notte. Tutto l'albo è contraddistinto da una prevalenza di neri che è essenziale a rendere il pathos della storia.


A partire dalle pagine iniziali che portano il lettore dentro un cimitero durante un temporale notturno per assistere all'orrido risveglio di un defunto: prima una mano esce dalla terra davanti ad una croce e poi tutto il corpo emerge rivelando un volto torvo segnato da due occhi assassini. Nessuna parola viene proferita, gli unici rumori sono il forte scrosciare della pioggia e il basso rimbombo del tuono che segue il crepitio del fulmine. Poche tavole e Barison ci ha già fatto capire l'atmosfera della storia. E così sarà lungo tutta la vicenda che si snoda attraverso diversi risvegli, atroci assassinii e la razionalità e l'intuito di Zagor, per non parlare della sua forza e coraggio, che permettono di risolvere il mistero. Le scene di combattimento con i risvegliati, quella nelle acque del fiume o nel capanno sul lago preceduta dallo scontro con un enorme e aggressivo cinghiale, regalano uno Zagor in piena forma, agile e scattante e spesso ritratto in posizioni che esaltano la sua prestanza fisica. Il gioco di chiari e scuri rende ancora più dinamiche e realistiche le scene. La tensione rimane sempre alta fino al colpo di scena finale, merito dell'ottima sceneggiatura di Moreno Burattini.


Con la realizzazione di Risvegli, Barison ha coronato un sogno che nutriva fin da bambino, quando si innamorò dello Spirito con la Scure ed elesse Zagor a suo eroe preferito, cominciando a pensare di voler diventare un disegnatore di fumetti. Ha solo un grande rammarico, ovvero che Sergio Bonelli non abbia potuto leggere questa storia. La collana ideata da Guido Nolitta e oggi curata con tutti i crismi da Moreno Burattini (attento sacerdote della nolittianità) ha fatto un grande affare arruolando nel proprio staff di disegnatori già di alto livello uno del calibro internazionale di Emanuele Barison. Sappiamo già che l'artista pordenonese è al lavoro su una nuova storia dell'amato Spirito con la Scure. Ha promesso che ne vedremo delle belle e sono certo che, anche questa volta, manterrà la parola.


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