sabato 4 ottobre 2014

Il nuovo corso della Bonelli


Ci ho messo un po' di tempo, ma oggi ho finito di guardare su Youtube i 108 minuti della conferenza stampa che la Sergio Bonelli Editore ha tenuto la mattina di venerdì 26 settembre al Blue Note di Milano. Si tratta di un evento storico per la pluridecennale storia della gloriosa casa editrice milanese, perché è la sua prima conferenza stampa in assoluto. Mai prima d'ora, infatti, quelli di via Buonarroti 38 avevano convocato giornalisti e addetti ai lavori per comunicare nuovi prodotti e nuove strategie. Segno quindi di una svolta nelle logiche di comunicazione della casa editrice.
La data scelta non è poi casuale: tre anni fa moriva Sergio Bonelli e il primo pensiero di Michele Masiero (caporedattore) e di Mauro Marcheselli (direttore editoriale) è rivolto giustamente a lui e alla nuovissima sezione del sito dedicata alla sua figura di autore ed editore oltre che all'uomo Sergio Bonelli.
Quali i temi di questa conferenza stampa? Sostanzialmente due: la presentazione di nuove testate o il rinnovo di testate già esistenti e, soprattutto, l'annuncio della volontà della casa editrice di portare i propri personaggi nelle produzioni multimediali.
Adam Wild, la seconda stagione di Orfani intitolata Ringo, e Dylan Dog sono state quindi le collane presentate dai rispettivi autori. Protagonista di questa prima parte: Roberto Recchioni che ha visto il suo già notevole ego diventare smisurato dopo che un'inaspettata comparsa sul palco di Tiziano Sclavi ha sancito ufficialmente il passaggio di testimone nella direzione artistica di Dylan Dog (la mano di Sclavi appoggiata sulla spalla di un Recchioni a capo chino sapeva tanto di investitura medievale da parte del vecchio re che si ritira nei confronti del novello regnante).



L'apertura delle presentazioni tocca in realtà a Gianfranco Manfredi che illustra le caratteristiche del suo nuovo personaggio Adam Wild (in edicola dal 4 ottobre), soffermandosi molto sul ricco parco disegnatori. Avventura classica nel solco della migliore tradizione bonelliana: questo dobbiamo aspettarci dalla serie che, ne sono certo, non deluderà le aspettative dei lettori che conoscono l'autore marchigiano e i suoi precedenti successi bonelliani (Magico Vento, Volto Nascosto, Shanghai Devil e diverse storie di Tex).
Ad un autore che ha dato e sta dando tanto alla Sergio Bonelli Editore e, quindi, al fumetto italiano mi sarei aspettato che fosse concesso molto più spazio. Invece stop. Pochi minuti e viene liquidata la pratica Manfredi/Adam Wild. E allora via con lo show di Recchioni, già ringalluzzito dalla pacca sulla spalla di Scalvi. E avanti con Dylan Dog e il suo nuovo corso. E poi ancora con la seconda stagione di Ringo. Lo sceneggiatore romano è prolisso e ti investe con un fiume di parole. Dice tante cose interessanti ma la sensazione è che si prenda più spazio di quello che gli spetterebbe.



Le cose non migliorano poi quando vengono introdotti Vincenzo Sarno (responsabile del Business Property Development della Bonelli) e Alessandro Ravani (amministratore delegato di RaiCom). Si illustra la nuova strategia della casa editrice che vuole puntare a produrre serie televisive, film, videogiochi, merchandising. Multimediale, quindi, a partire dal core business fumetto. E la prima prova concreta quale sarà? Inutile dirlo: Orfani. Lo si poteva già intuire leggendo la serie cartacea che il naturale sviluppo sarebbe stato il motion comic. Non mi sarei aspettato una collaborazione con la Rai. E invece eccola: 10 puntate da 30 minuti in onda su Rai4 a partire da dicembre. Cos'è il motion comic? Avete presente SuperGulp! Fumetti in TV di quasi quarant'anni fa? Ecco, più o meno quello, ma in una versione molto più effettata (madonna che brutto termine che mi usa Sarno) e in 3D. Più stilosa e fashion, insomma, ma sempre quella roba là. Ma tant'è..
E quindi ancora Recchioni a disquisire di nuovi media, di nuovi linguaggi di narrazione da portare nel fumetto: quelli delle serie televisive e dei videogiochi, tanto per essere chiari. E poi ti domandi perché un albo di Orfani lo leggi mediamente in metà tempo di un altro albo Bonelli? Sì ma Recchioni ti dice che anche il primo albo di Dylan Dog usava un linguaggio talmente innovativo che lo leggevi velocissimamente. Come se la stessa velocità (tutta da dimostare) di lettura fra il Dylan Dog numero 1 e un albo a caso di Orfani bastasse per metterli sullo stesso piano della qualità.... E non basta il motion comic: anche uno sceneggiato radiofonico adatterà Orfani e verrà trasmesso prossimamente.
Mi domando: ma fra tutta la sterminata library (Sarno la chiama così) di personaggi e storie che costituiscono il patrimonio fumettistico e quindi culturale degli oltre sette decenni di storia della Bonelli, proprio con Orfani si doveva fare il grande salto nel multimediale?


Ciliegina sulla torta: le domande in chiusura da parte dei giornalisti/blogger presenti in sala sono tutte per Recchioni e alcune per Sarno o Masiero/Marcheselli: tutte incentrate su Dylan Dog, Orfani e nuova strategia editoriale. Certo, la grossa novità uscita dalla conferenza stampa è l'ingresso in pompa magna della Bonelli nelle produzioni multimediali. Ma proprio perché il tema è così importante non solo per la casa editrice ma per tutto il fumetto italiano, va lasciato affrontare da Recchioni e basta? A me, invece, sarebbe piaciuto vedere attivi sul palco insieme a Manfredi (e non passivi in platea) gli autori storici della Bonelli, come Castelli, Sclavi, Boselli, Serra e Medda. Per non parlare di Berardi e Burattini (mi pare assenti anche dalla platea). O di Enoch, Vietti e Ruju. Questa gente qua (e tanti altri ancora) sono la Bonelli. E loro sono i più titolati a parlare di un argomento del genere.

7 commenti:

  1. Stamattina ho visto in edicola Adam Wild: non l'hai ancora preso?

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  2. Da condividere in pieno il tuo resoconto sulla prima "storica" conferenza stampa di Bonelli Editore. Soprattutto le considerazioni finali che fai su i "grandi assenti". Anche io mi sono sorbito i 108 minuti e la sensazione è di una singolare staticità. Non si avverte minimamente quel dinamismo artigianale (e imprenditoriale) di casa Bonelli che ha fatto Storia. Ad ascoltare poi il tipo della RAI-com che dice di non conoscere i fumetti e che parla in modo "generico" di multimediale mette addosso una tristezza infinita. Ma in mano a chi si sono messi??? Complimenti per il tuo blog sincero! ciao Antonio

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  3. Ale, tanta tristezza. Recchioni l'ho visto anche a qualche puntata di fumettology e proprio non lo sopporto. Se questo è il nuovo corso della Bonelli, spero ingenuamente nell'immortalità di autori del calibro di Enoch e Vietti (splendido dragonero), e tremo a una possibile invasione pure lì da parte del suddetto uomo dallo smisurato ego. A proposito di Enoch, ho scoperto qualche mese fa tre splendidi volumi che raccoglievano Gea, e me ne sono appropriato grazie ad amazon ;-) . Fumetto all'eccellenza, dove il buon Bonelli aveva lasciato carta bianca ad Enoch, se non l'hai letto, te lo consiglio, in caso, se posso, sarei contento di averti una sera a cena da me, così facciamo un pò di chiacchere, che è un bel pò di tempo che non ci si vede!

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    1. Ho un solo volume di Gea! Devo recuperarne gli altri!
      Certo che accetto l'invito! Con molto piacere!

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    2. ottimo! allora organizzo una sera in cui siamo tutti liberi ^_^. Su amazon i volumi di gea erano disponibili in pochissime copie quando li ho presi, sono così ben fatti che credo siano andati a ruba...

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