lunedì 10 febbraio 2014

Saguaro batte Orfani


Quattro sono le nuove serie/miniserie che la Bonelli ci ha proposto negli ultimi 2 anni. Eccole in ordine di apparizione: Saguaro (da giugno 2012), Le Storie (da ottobre 2012), Dragonero (da giugno 2013) e Orfani (da ottobre 2013). Non me ne son perso nemmeno un albo, manco a dirlo. Ma ora basta! Son quasi urtato, anzi togliamo il quasi, dal battage pubblicitario e dal polverone sollevato attorno alla miniserie di Recchioni/Mammuccari. Il protagonismo e la fama di rockstar fumettistica che Recchioni si è creato (insieme, certamente, al culo che si è fatto girando l'Italia in lungo e in largo per promuovere la sua creatura) hanno giovato molto al buon successo di vendite di Orfani. Oltre al fatto fondamentale che si tratta della prima (mini)serie completamente a colori (e che colori!). Ma per me non è sufficiente. Dopo quattro numeri ho visto solo tanta azione, tanti spari, tanti super-uomini (e super-ragazzini): insomma tanta fuffa e poca sostanza. Dicono che arriverà, la sostanza, la speculazione tipica di un racconto fantascientifico. Troppo tardi, secondo me. L'imprinting alla serie è già stato dato. E non mi ha allettato più di tanto, nonostante il buon credito che le avevo dato. Quindi stop.

Ma c'è una cosa che mi fa incazzare ancora di più. Del grande lavoro di Bruno Enna per Saguaro nessuno, o quasi, ne parla. Eppure, mese dopo mese, l'autore sardo macina storie con trame solide e personaggi credibili. Un ottimo poliziesco ambientato nel Sud Ovest americano nei primi Settanta. Un'ambientazione neo-western con la tematica dei nativi americani sempre sullo sfondo e, alcune volte, in primissimo piano. Una continuity che si fa sempre più interessante attorno al personaggio di Thorn Kitcheyan e alla sua cerchia familiare e tribale, ma che non appesantisce affatto la lettura autonoma delle singole storie, connotate da un forte, e spesso amaro, realismo. Un difetto di Saguaro? I disegni non sempre all'altezza. Okay, io preferisco di gran lunga i generi western e poliziesco alla fantascienza, e ciò ha il suo indubbio peso nel mio giudizio. Ma, al di là di questo, quando vedo un ottimo fumetto poco riconosciuto nel suo valore accanto ad uno decisamente sopravvalutato, mi girano. E anche forte!

20 commenti:

  1. Ho scoperto Saguaro pochi mesi fa. Per fortuna, essendo una saga relativamente recente, mi sono procurato tutta la collana e lo seguo mensilmente. Condivido quanto scrivi. Ed è un vero peccato non abbia una "spinta" maggiore, almeno in rete.

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    1. Forse anche la Bonelli potrebbe spingere di più....

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    2. In effetti è piuttosto strano il marketing, a dir poco insipido, che gli viene riservato...

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  2. Mio dio, Alessandro, non ti riconosco più. Mai visto tanto fervore in un tuo post!
    Ho letto i rispettivi numeri 1 (anzi, forse Orfani me l'hai prestato tu?) e mi sono sembrati classici fumetti bonelliani, con le uniche ovvie differenze per Orfani che è colorato e che il tempo di lettura è molto ridotto. Ma lo stacco temporale mi ha ricordato molto le "pause" di una volta con i titoli dei capitoli scritti sopra le tavole. Saguaro, non so perché, mi aveva dato l'impressione di una storia perfettamente chiusa in sè senza bisogno di costruirci sopra una serie, e almeno i disegni del primo numero mi erano sembrati strepitosi.
    E' probabile che per apprezzare Orfani bisognerà attenderne la conclusione, ma se non gli dai una chance tu bonelliano d'acciaio chissà se lo faranno altri lettori, soprattutto con la fottuta crisi in corso.
    Forse però confondi cause ed effetti: se come dici Saguaro è meno "chiacchierato" di Orfani è perché lo seguono in meno, non credo che parlare di una cosa su internet la "spinga" più di tanto.

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    1. In parte è vero quello che dici: la maggioranza dei lettori sono silenziosi, ovvero non scrivono su internet e sono loro, alla fine, che determinano il successo di un fumetto. Tuttavia, il can can che si fa di Orfani in rete mi sembra esagerato. E dipende molto, penso, dal protagonismo mediatico di Recchioni. Del più compassato Enna e del suo ottimo Saguaro, invece, se ne parla molto meno, purtroppo Ma lo meriterebbe.

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  3. In parte sono d'accordo con Luca. Anche solo per via del fatto (ma è una cosa personale) che non mi verrebbe da accostare le due serie, tanto sono agli estremi in quando a concetto, tempi e target di riferimento. Questo post mi ha ricordato però che avevo salvato in bozza un post dedicato proprio a Saguaro. Anzi, a "supporto" di Saguaro, proprio perché non ne parla nessuno. E mi sa che questa settimana lo pubblico.

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    1. Saranno diverse in quanto a concetto, tempi e target di riferimento, ma Orfani rimane una serie sopravvalutata. Se ne parla troppo in rete rispetto al suo valore, al contrario di Saguaro... Quindi, Luigi, attendo il tuo post a riguardo.

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  4. Bravo Alessandro! Così mi piaci! Bello "critico", nel senso di uno che sceglie! Credo che ogni serie abbia il suo pubblico, e credo che alla Bonelli interessi il concetto di miniserie più che di serie, ovvero pochi numeri, magari ben scritti, ma in grado di pagarsi con le vendite dei primi due o tre numeri, per poi azzerarne le prospettive. Nel tempo qualcosa si è salvato. Si sono creati dei super-affezionati lettori pronti a comprare tutto di questo o quello e a collezionare. Unica verità: Recchioni è sopravalutato, non tanto perché non sia bravo, ma perché lui pone se stesso un gradino più sopra e quindi è giusto pretendere di più. Il problema è che pochi sceneggiatori guardano alla sostanza, nel senso che pochi vanno oltre al fare il compitino. Prendiamo Storie, che tu ometti nella critica. Che cavolo di roba è? Cos'è il riassunto di tutto ciò che non sta nelle altre serie? E' questo essere sceneggiatore oggi? Ok, dai facciamo battage su internet, diciamo cosa pensiamo, critichiamo; per migliorare, non per fare polemica. Roberto F.

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    1. Le Storie è una serie che seguo con molto interesse. Marcheselli la presentò come il posto dove gli sceneggiatori potevano pubblicare la loro storia nel cassetto, quella che non aveva ancora trovato una possibilità di pubblicazione per varie ragioni. Quindi delle chicche. E in effetti ce ne sono state diverse: prendi FriedrichStrasse di Billotta o quella della Barbato, per non parlare del numero uno. Poi ce ne sono state alcune deludenti: le due di Recchioni coi samurai, tanto per restare in tema. Tanta azione, tanta scena, tutto già visto

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  5. Forse più che come miniserie Orfani va visto come romanzo a puntate di cui le singole uscite mensili sono pensate come capitoli e non come episodi autoconclusivi. Questo potrebbe essere spiazzante per un lettore abituato al Bonelli classico. Anche nelle altre miniserie mi sembra che, oltre a un tempo di lettura più lungo, ci fosse l'urgenza di dare al lettore qualcosa che bene o male inizi e finisca nelle 94 pagine, pur con i ciffhangeroni di certi episodi di Shanghai Devil.
    Se poi Orfani dovesse rivelarsi un capolavoro starai poco a recuperarne gli arretrati.

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    1. Sì, Orfani è pensato come una serie televisiva di dodici puntate cui ne seguiranno altre dodici nella seconda serie. E forse una terza. Non credo però che sia spazziante: anzi allunga la suspense. Tutte le miniserie hanno questa caratteristica: prendi Caravan di Medda, lì c'era una suspense dall'inizio alla fine. Una delle migliori.

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  6. Come siete morigerati con questo mondo di Nuvole! Orfani non è un problema di come la presenti (serie, puntate, miniserie), ha carenze di ogni tipo sul piano linguistico e nei contenuti. Paga la necessità onnivora del suo sceneggiatore/ideatore. Umiltà è anche sapere quando fermarsi un momento a ripensare alle proprie parole e Recchioni non so se lo fa spesso. Io ad esempio credo nel commento precedente di essere stato troppo buono, a posteriori non l'avrei fatto così limitato. P.S. Caravan era molto bella (con tre numeri in meno, rigirati nel resto, quasi un capolavoro). PPS Stai tranquillo Luca, Orfani sarà sicuramente un capolavoro, specie alle fiere con i premi. E' un problema di autoconservazione della specie. Nel senso che: prima regola dirsi bravi per convincere gli altri. Roberto F.

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    1. Eh, ma è l'aplomb di Alessandro che mi spinge a moderare i toni. Difatti sono rimasto stupefatto da questo suo post. Ma comunque non mi pare che Orfani si discosti dalle altre proposte Bonelli (in positivo o in negativo) se non per il colore e la rapidità di lettura. Con Caravan mi sono fermato al primo numero.

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  7. ... Mi verrebbe da dire, se fossimo nel poker, che i migliori bluff sono one-shot. Bluffare per 12 numeri è un poco complicato.
    Per animare la discussione, ti cito anche quest'articolo di David Padovani e Davide Occhicone:
    http://www.lospaziobianco.it/107919-orfani-5-recchioni-maresca-nuove-riflessioni-linguaggio-bonelliano

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    1. Non ho capito la tua battuta. E nemmeno tanto l'articolo citato.
      Noto comunque che, alla fine, si scrive tanto di Orfani... troppo...

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    2. Credo che con la battuta intendesse che nel poker, se bluffi sempre, alla fine ti sgamano, e perdi tutto. Ogni tanto devi avere in mano le carte vincenti, o il tuo avversario capisce il tuo gioco. E' quindi difficile che l'albo proceda semplicemente con darti degli indizi sul "cosa potrebbe essere", ad esempio gli alieni sono veramente alieni? è tutto reale o è tutta finzione (alla matrix, per intenderci... - nel numero due la città che si forma dal nulla farrebbe pensare a una sorta di creazione tipica di un computer che ti costruisce un mondo)? Senza dialoghi, senza approfondimento, per un lettore come noi questo non può bastare. L'articolo citato a dire il vero non l'ho capito del tutto nemmeno io, comincia che parrebbe un elogio (leggi le frasi in grassetto), e conclude con quella che sembra una critica a un fumetto che si legge in 20 minuti e che non si ha voglia di riprendere in mano... L'autore della recensione ha usato uno stile un pò ricercato, che non agevola la lettura dell'articolo. Per tornare ai videogame e al fatto che forse siamo cambiati noi rispetto ai giovani d'oggi, ti posso fare un paragone da esperto: ai nostri tempi è stato considerato un capolavoro un videogioco come Baldur's Gate, si trattava di un gioco con una storia fantasy ben approfondita, che permetteva fino a 300 ore di gioco, personaggi con personalità particolari, con le proprie storie che ti veniva voglia di ascoltare, png (in gergo: personaggi non giocanti) che ti affidavano missioni che non erano di fondamentale importanza ai fini della storia principale ma ti permettevano di calarti nel mondo creato dal game. Oggi un videogame dura al massimo una decina di ore, e di storia ne ha ben poca. I videogiocatori di vecchia data rimpiangono i tempi passati, i giovani si agitano davanti a una grafica sempre più vicina al reale ma una storia ben scarna, poi buttano il gioco da parte e passano ad un altro. Che ne pensi?

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    3. Gli statunitensi coi supereroi "bluffano" da almeno 10 anni. Cicli di 5, 6, 8, 10 o anche più episodi in cui fanno montare tutta questa tensione verso "qualcosa" che deve accadere o essere svelato ma alla fine e poi quando finalmente accade pensi "beh, tutto qui?". Motivo per cui ho abbandonato il Batman New52.

      Ah, Baldur's Gate... mai giocato al videogioco (che manco sapevo esistesse) ma mi ricordo che era una città dei Forgotten Realms, teatro di alcune gloriose partite ai gdr. Quelli cartacei, non informatici.

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  8. Caro Alessandro! Sei giunto alla conclusione a cui sono giunto io al numero due. Tu gli hai dato ben due possibilità in più rispetto a quante gliene abbia date io. Il confronto mi è ancora più impietoso ora che ho recuperato i vecchi Martin Mystere, con i dialoghi, gli approfondimenti dei personaggi, la storia, e tutto il resto. Da videogiocatore ho avuto fin da subito questa impressione di trasposizione in "Orfani" più che della fantascienza proprio di un ritmo tipico da videogame. Va bene che probabilmente la fascia di età che voleva catturare Bonelli era probabilmente proprio quella più giovane, però a tutto c'è un limite. Credo che neppure un Halo sarebbe arrivato al ridicolo massacro nel numero 2, dove tra l'altro due dei protagonisti trovavano spazio per dichiararsi amore eterno (mi pare giusto, la concitazione di una battaglia, la tensione degli attimi precedenti, in cui dovresti avere in testa soltanto la strategia per cavarti d'impiccio, è notoriamente il momento migliore per pensare all'amore). Per fortuna mi sto rincuorando con Dragonero, spero che non abbiano la malaugurata idea di chiudere Dragonero e proseguire con Orfani, ho letto in rete dati sconfortanti, anche se smentiti dalla Bonelli stessa. Gli spunti fantasy sono tantissimi, e in ogni numero tirano fuori qualcosa dal cappello, tra l'altro la coppia Dragonero-Gmor è decisamente riuscita! Di Saguaro non posso dire nulla, purtroppo non posso acquistare tutto ;-)... Già devo recuperare qualcosa tipo 130 numeri di Julia per la fanciulla, i primi 54 numeri che le hanno regalato l'hanno fatta appassionare, ed ora ho aggiunto agli acquisti mensili pure quello, e devo appunto colmare il buco (e non so dove metterò tutti sti fumetti). PS: se hai occasione e li vedi in qualche fumettoteca di quelle che frequenti tu, fammi sapere! Se posso risparmiare qualcosina con un buon usato, meglio ;-) ... Magari poi ci si trova per una pizza e si chiacchera di questa nostra passione ^_^. Mandi!

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    1. Sì, è vero: ho concesso più credito ad Orfani di quello che gli hai concesso tu. Son stato fin troppo buono, mio solito difetto... In ogni caso, son d'accordo con te su Dragonero: ogni albo tanti nuovi spunti anche per chi, come me, di fantasy ha pochissima esperienza.
      Riguardo a Julia: la tua donna se ne intende! Hai provato a leggere qualche storia' ok, me lo dici davanti alla pizza :-)

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  9. La pensavo come te su Orfani fino al numero 4. Ma 5, 6 e 7 sono stati dei numeri straordinari, mi hanno preso veramente.
    Per quanto riguarda Saguro, la penso come te (del resto sono il fondatore del forum "L'ombra del falco") e a breve pubblicherò una (seconda) intervista ad Enna sul mio blog, in cui si parlerà dei due anni di Saguaro e del suo futuro...

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