domenica 29 settembre 2013

Dio, quanto tempo!


"Sarà un portfolio di circa 27 x 38 centimetri, con custodia in cartone e un costo che si aggira sui 100 euro, 10 euro più, 10 euro meno. La storia, 12 pagine a colori, disegni in acquerello, in carta pregiata, sarà preceduta da un frontespizio firmato e numerato dagli autori. Il tutto realizzato da Ivo Milazzo, su testi di Giancarlo Berardi. E questa nuova storia di riprenderà esattamente da dove si era conclusa la saga, col nostro eroe che si trovava in carcere, ma probabilmente ne uscirà fuori.."
Sono le parole di Mattia Sparagna, titolare della Spazio Corto Maltese, che ho tratto dal sito postcardcult. Ancora Sparagna:

"Berardi e Milazzo saranno presenti al nostro stand sin da giovedì 31 ottobre, così come ci sarà il portfolio, tirato in mille copie (ma ne porteremo a Lucca circa la metà), e presentato in una conferenza con data e luogo ancora da fissare con l'organizzazione di Lucca"

mercoledì 25 settembre 2013

Maledetta balena: l'anteprima


Sogno, ricordo, realtà e fantasia. Sono ingredienti che Walter Chendi ama usare nei suoi racconti a fumetti. Li ritroviamo, dosati con la solita maestria, nelle prime quindici tavole del nuovo nato, Maledetta balena, disponibili in anteprima sul sito dell'autore triestino.
C'è un gabbiano, un dottore, un marinaio di nome Giovanni e la guerra. E ci sarà molto altro, di certo una donna.

Questa “Maledetta balena” mi soddisfa più di qualsiasi altra balena precedente. Mi ritrovo a desiderare il momento di andar avanti con la prossima pagina, col prossimo problema, con la prossima inquadratura. Non so perché oggi accada questo. Non oso e non posso dire che questa storia sia talmente buona che anch’io ne aspetto la soluzione. Non oso neanche pensarlo. Poi i lettori saranno quelli, ormai li conosco quasi tutti per nome e cognome, e per quegli altri, che non la leggeranno mai, mi dispiace…non dipende da me.
Queste parole di Walter, rubate da un post dell'anno scorso sul suo sito, rivelano la passione quasi smaniosa che ha accompagnato l'autore nello scrivere e nel disegnare questa storia. Per come lo conosco, per la sua precisione e cura nei dettagli, per la sua nitida linea chiara, per la sua capacità di affrontare qualsiasi tema con delicatezza e profondità ma senza retorica, Maledetta balena non tradirà le attese. E quando si potrà godere del racconto anche sfogliando le pagine del libro sul quale verrà stampato, sarà un bel momento.

mercoledì 18 settembre 2013

Quando agli ebrei italiani furono tolte le scarpe


Il 18 settembre di 75 anni fa Benito Mussolini proclamò l'emanazione delle leggi razziali durante un discorso tenuto davanti ad una plaudente folla oceanica, raccolta in Piazza Unità d'Italia a Trieste. Per l'allestimento dell'imponente palco dal quale il Duce parlò, fu spostata di lato la fontana dei quattro continenti. Solo pochi anni fa la fontana venne rimessa nella sua posizione centrale originale. E, accanto a questa fontana, oggi, a 75 anni di distanza, il sindaco Roberto Cosolini scopre una targa d'acciaio che ricorda quel tragico giorno, macchia incancellabile del regime fascista e della monarchia italiana: 
"Nel pavimento in arenaria di piazza Unità inseriremo una targa di acciaio, e non di bronzo, una lastra che vuole essere un filo della memoria con quella lastra, sempre in acciaio, del forno crematorio della Risiera di San Sabba."
Queste sono alcune parole pronunciate dal primo cittadino nel suo intervento tenuto durante la cerimonia commemorativa del 75esimo anniversario, avvenuta lunedì 16 settembre nella sala del Consiglio Comunale. Fra i vari interventi, particolarmente utile per capire la genesi e la portata di questo fatto storico, è stata la lectio magistralis tenuta da Michele Sarfatti del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano,  (il testo è integralmente disponibile qui).



Nel 2010, il triestino Walter Chendi scrisse e disegnò un toccante racconto a fumetti ambientato in quei tragici giorni: La porta di Sion. Il protagonista è Jacob, un ragazzo triestino come tanti, che il 18 settembre del 1938 in Piazza Unità d'Italia scopre però di essere diverso dagli altri. Dopo il discorso del Duce molti ebrei, fra cui Jacob, si sentono come se avessero tolto loro le scarpe. Il ragazzo si vede scalzo: la nudità dei suoi piedi sottolinea la sua diversità e il dolore che lo accompagnerà ad ogni passo. Il tradimento di una patria che non lo accetta più e l'amore verso una giovane ebrea polacca lo porterà a seguire il destino di tanti altri ebrei dell'Europa centro-orientale (ben 160 mila) che, negli anni Trenta, fuggirono dalle persecuzioni salpando dal porto di Trieste verso la terra promessa, rappresentata dalla Palestina.


Una storia personale di un ragazzo che diventa adulto nel giro di due settimane, lasciandosi alle spalle il bambino che era e la vita spensierata di garzone di macelleria. Jacob ha trovato l'amore e una nuova patria felice di accoglierlo. Non altrettanta fortuna ebbero migliaia di ebrei italiani che vennero privati prima delle scarpe, poi della dignità e infine della vita.
Tutto ebbe inizio il 18 settembre del 1938, a Trieste, in Piazza Unità d'Italia.



sabato 14 settembre 2013

Lo Spirito e il Diavolo


Il lungo viaggio in Sud America di Zagor sta riservando continue e piacevoli sorprese. Una delle più interessanti è stata quella ambientata da Mauro Boselli nel Sertão, la regione semidesertica del nord est brasiliano, teatro dell'incontro fra il nostro eroe e i leggendari Cangaceiros, i ribelli fuorilegge che si opposero nel XIX secolo allo strapotere dei latifondisti locali. L'autore milanese affronta con realismo un tema storico molto complesso, già protagonista di una delle più belle avventure di Mister No, scritta da Guido Nolitta.
La tentazione di scivolare nella retorica del romantico fuorilegge alla Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri potrebbe essere molto forte, ma Mauro Boselli se ne tiene ben lontano. Ne è prova l'atteggiamento molto pragmatico tenuto dallo Spirito con la Scure nei confronti del Diavolo Nero, nome di battaglia di Lucas da Feira, il capo di una banda di Cangaceiros che infesta la regione attraversata da Zagor, Cico e gli amici Lobo e Kismeth. L'incontro fra i due avviene nel numero 574 intitolato La riscossa dei Cangaceiros, uscito nelle edicole a maggio 2013 e mostra la reazione di Zagor di fronte ad una nuova situazione, ovvero quella di una banda di uomini, anche molto violenti, perseguita dalla legge.



Ci sono due tavole, a proposito, disegnate da Paolo Bisi, nelle quali, secondo me, il giustiziere di Darkwood impara qualcosa di nuovo. Impara che in certi luoghi c'è una distanza profonda e costante fra la legge e la giustizia. Impara che, nonostante a Darkwood e dintorni non manchino ladri, assassini, razzisti e ogni altro genere di pericolosi criminali contro cui egli si scaglia coraggiosamente, la legge è (almeno formalmente) dalla sua parte. Non sempre viene applicata bene e i soprusi nei confronti dei deboli, specialmente se hanno la pelle rossa, sono all'ordine del giorno. Tuttavia le situazioni che Zagor si trova a fronteggiare nel Nord America sono ben diverse da quelle che il Diavolo Nero vive nel Sertão. Quasi commuove l'ingenuità del Cangaceiro quando chiede a che cosa serva lo Spirito con la Scure, se la legge a casa sua è giusta e i soldati la difendono. Zagor scopre che in Brasile la legge difende gli interessi dei ricchi ed opprime il popolo: da spirito libero e solitario quale lui è, afferma che al posto del Diavolo Nero continuerebbe ad agire da solo contro questa legge ma, sotto questo aspetto, la risposta di Lucas de Feira è ben più realista. Di fronte ad un esercito organizzato l'unica possibilità di resistere è quella di costituire un vero e proprio contro-esercito: dei resistenti organizzati militarmente.



Guerra o guerriglia sono i termini da usare per definire il violento scontro storico che avvenne in questa regione, e nel quale Zagor si trova invischiato. Dalla perplessità iniziale l'eroe di Darkwood passa ad un intervento convinto a fianco del Diavolo Nero contro i soldati dello spietato coronel Moreira, il fazendero che vuole imporre il proprio potere nella regione. Tuttavia Zagor si distingue anche in questa occasione per la sua capacità di saper giudicare gli uomini al di là della divisa che indossano. Riesce infatti a far alleare solo per una notte il Diavolo Nero con l'onesto capitano Pereira, il militare che osteggia i metodi brutali di Moreira ma che considera comunque fuorilegge i Cangaceiros. Una volta eliminato il crudele coronel e i suoi sadici paramilitari, Pereira e de Feira ritornano ad essere nemici sì, ma leali. Le abilità di mediazione che spesso Zagor usa a Darkwood per far convivere uomini bianchi e uomini rossi limando gli attriti ed evidenziando le affinità, sono state utili in quest'occasione per avvicinare e far conoscere due uomini che stanno dalla parte opposta di una barricata terribilmente delicata.

domenica 8 settembre 2013

Una mattina mi son svegliato

Settanta anni fa, l'8 settembre del 1943, i destini di molte persone in Italia cambiarono all'improvviso. La guerra li faceva mutare di continuo, certo, ma l'Armistizio segnò una svolta radicale: l'Italia spezzata in due, l'occupazione tedesca, la Repubblica di Salò, la nascita del movimento resistenziale. Sullo sfondo la storia personale di tanti uomini e donne che in quei giorni presero decisioni importanti, o le subirono. Con conseguenze spesso tragiche, se non fatali.
Andrea Ventura, disegnatore e artista di fama internazionale e Mimmo Franzinellistorico del fascismo e dell'Italia repubblicana, raccontano cinque vicende di altrettanti protagonisti, loro malgrado, di quegli eventi. Cinque storie molto diverse fra loro ma emblematiche di come alcuni fatti storici producano nelle persone comuni reazioni differenti, se non opposte, ma tutte caratterizzate dalla ricerca della propria e, spesso, anche dell'altrui salvezza.
Una mattina mi son svegliato ci parla di Lotte Frölich, ebrea uccisa nella strage dell'Hotel Meina sul Lago Maggiore, di Primo Levi, partigiano e deportato, salvato e testimone dei sommersi, di Franco Passarella, giovane partigiano ucciso da altri partigiani perché ingiustamente sospettato di essere una spia, di Giorgio Albertazzi, ufficiale della Repubblica di Salò e protagonista di operazioni di repressione antipartigiana, di Nuto Revelli, alpino reduce dalla campagna di Russia e partigiano.


I precisi e asciutti testi di Franzinelli fanno da didascalia agli intensi disegni di Ventura che restituiscono con grande vividezza momenti decisivi delle vite dei cinque. La lettura è fluida e scorre veloce, le immagini immortalano sguardi, pose, espressioni, luoghi come solo le istantanee dei grandi fotografi sanno fare.


Un modo diverso di raccontare l'8 settembre, sia nei contenuti che nella forma. Un ottimo libro pubblicato da Utet e regalatomi da un'ottima amica.

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