venerdì 28 dicembre 2012

Intervista ad Alfredo Castelli

"Se vogliamo proprio trovarci una filosofia, chiamiamola così “castelliana”, cioè mia, allora diciamo che a me piace molto imparare delle cose nuove e poi ritrasmetterle agli altri tramite il mio lavoro. Martin Mystère mi permette quindi di trovare l'occasione, o meglio la scusa, di imparare qualcosa di cui magari non mi occuperei mai, e poi di trasmetterla. È questo è il vero piacere del mio lavoro."
Questo pensiero, molto rappresentativo di Alfredo Castelli, è un brevissimo estratto della lunga, interessante e divertente intervista che l'autore milanese mi ha concesso nei primi giorni di dicembre, poco prima del suo arrivo a Trieste, dove era stato invitato per ritirare il premio Urania, ospite del Trieste Science+Fiction Festival. La potete trovare qui integralmente su Fucine Mute.

giovedì 27 dicembre 2012

L'anno di Walt Kelly


Dodici volumi per ventiquattro anni di strisce. E' questo il periodo di tempo lungo il quale Walt Kelly scrisse le avventure di Pogo e dei suoi amici animali della palude di Okefenokee. La Fantagraphics Books ha deciso di ripubblicare tutte le strips apparse sui quotidiani, tanto quelle giornaliere in bianco e nero quanto quelle domenicali a colori, suddividendole in dodici volumi, ciascuno dei quali copre un biennio. Per ora ne sono usciti due e il primo di questi, Pogo - The Complete Syndicated Comic Strips Vol. 1: "Through the Wild Blue Wonder", costituisce il mio "auto-regalo" di Natale!!
Per anni questo progetto ha atteso di vedere la luce, visto che gli originali delle strips non erano stati conservati negli archivi dei quotidiani. Si è dovuto ricorrere alle strisce raccolte nei decenni dai collezionisti privati e, grazie alla cura di Carolyn Kelly, figlia di Walt, e al suo lavoro di supervisione oggi è possibile cominciare la ri-lettura ordinata di Pogo.
Questo primo volume propone non solo la prima fase delle syndicated strips, ovvero quelle che dal 16 maggio 1949 furono pubblicate, grazie al contratto di Kelly con la Hall Syndicate, sui quotidiani di tutti gli Stati Uniti, ma anche le prime apparse giornalmente sul New York Star, dal 4 ottobre del 1948 fino al 28 gennaio del 1949. Pogo era nato nel 1942 sui comic books ma l'oppossum e i suoi amici animali raggiunsero il massimo della popolarità sui quotidiani, diventando una delle strisce più lette dagli americani. La ripubblicazione integrale ad opera della Fantagraphics è il modo migliore di celebrare nel 2013 l'anniversario della nascita di Walt Kelly: egli infatti nacque il 25 agosto del 1913 ma morì, purtroppo appena sessantenne, il 18 ottobre 1973.
Walt Kelly ha incantato generazioni di lettori rappresentando nella sua palude immaginaria l'assurdo della condizione umana con garbo e ironia, aumentando sempre di più negli anni la sua carica satirica nei confronti della società e della politica americana. Vedere raffigurate in un microcosmo di animali antropomorfi le miserie dietro cui si perdono gli esseri umani ha sempre provocato dentro di me un effetto straniante e rilassante nello stesso tempo: grazie ad un sorriso relativizzi i tuoi problemi e ti accorgi di quanto stupido sei ad affannarti tanto per inseguire mete vane invece di goderti lo spettacolo di un mattino che nasce.


lunedì 17 dicembre 2012

Historica 1 - Airborne 44


La Mondadori ha varato una lodevole iniziativa editoriale a fumetti. Si tratta di Historica, una collana mensile che vuole rievocare eventi storici e i loro protagonisti attraverso le opere di maestri internazionali del fumetto. La veste editoriale è veramente notevole: i volumi sono cartonati, di grande formato, carta di pregio e buoni colori. Il prezzo davvero competitivo: 13 euro meno un centesimo. Al momento le uscite sono state due: dell'ultima, Bois-Maury di Herrman e Yves H. scrive in abbondanza Luca Lorenzon sul suo blog. Io invece voglio soffermarmi sul primo volume, Airborne 44 di Jarbinet.



Le due storie in cui si divide l'albo sono ambientate sul fronte occidentale della Seconda Guerra Mondiale. La prima rievoca quello che fu chiamato il colpo di coda di Hitler, ovvero l'offensiva finale, portata nel dicembre del 1944 dalle truppe tedesche sulle Ardenne, quella regione collinare coperta di foreste che si divide fra Belgio, Lussemburgo e Francia. I protagonisti sono dei soldati americani, dei civili locali e dei militari tedeschi. La stessa tipologia di personaggi è presente nel secondo racconto, Omaha Beach, dove le concitate scene dello sbarco in Normandia del 6 giugno 1944 sono il perno attorno cui ruotano tutte le vicende.


Attraverso un ottimo uso della tecnica pittorica degli acquerelli il belga Jarbinet descrive con molto realismo le scene di guerra, inducendo nel lettore una profonda sensazione di disgusto e di orrore nei confronti della stessa. Se l'obiettivo dell'autore era quello di far percepire l'insensatezza e la crudeltà della guerra, beh, ci è riuscito. Tanto i bianchi boschi delle Ardenne, quanto le grigie spiagge e i verdi prati della Normandia, sono macchiati del rosso del sangue degli uomini che, militari o civili, americani o tedeschi, sono dipinti come pedine sacrificali usate da interessi che stanno sopra di loro. La Storia di disegna sopra le loro teste, ma gli effetti si producono sui loro corpi e sulle loro vite.



La follia della guerra non riesce però a soffocare il bisogno d'amore degli uomini. In entrambi i racconti, che sono intrecciati, è descritta una storia d'amore: più scontata e forse meno riuscita la prima, più convincente e appassionante la seconda. Ho trovato infine un po' forzata la vignetta conclusiva dove i protagonisti, invecchiati di quasi vent'anni, arrivano via mare a New York, discutendo amaramente di come l'uomo perseveri a fare la guerra, mentre sullo sfondo, delle Twin Towers sembra distinguersi solo il profilo.


Un personaggio ha attratto la mia attenzione, più degli altri. Si tratta di Egon, il militare tedesco che ha disertato e che, nelle prime scene, si torva faccia a faccia, fucile puntato contro fucile puntato, con Luther, il sergente americano protagonista del primo racconto. Egon è originario delle Ardenne ed è stato arruolato a forza nell'esercito germanico. Il riferimento di Jarbinet è storico: le Ardenne e la Mosella furono annesse da Hitler nel Terzo Reich, in quanto considerate territori tedeschi. Di conseguenza gli uomini furono costretti alla leva e all'arruolamento nella Wehrmacht e nelle Waffen-SS.


Ciò mi ha fatto inevitabilmente pensare alle identiche sorti subite dai ragazzi dell'estremo Nord-Est italiano nel 1943. Tutte le terre di confine sono soggette a continue ed arbitrarie attribuzioni a questo o a quello stato. Dopo l'Armistizio dell'8 settembre 1943, le provincie di Udine, Gorizia, Trieste, Pola e quella di Lubiana (invasa da Mussolini negli anni precedenti) entrarono a far parte del Reich come Zona d'operazioni del Litorale Adriatico. I ragazzi, considerati abbastanza grandi da poter fare il soldato, furono obbligati alla coscrizione; gli uomini, come i miei nonni, erano già andati in guerra negli anni precedenti e, dopo l'Armistizio, si erano dispersi, erano stati fatti prigionieri dai tedeschi o erano entrati a far parte della Resistenza.


Ricordo un conoscente di mio padre, più anziano di lui, che conservava ancora una foto che lo ritraeva, ragazzo non ancora diciottenne, con la divisa tedesca. Solo pochi mesi di addestramento, senza mai arrivare, per sua fortuna, al combattimento, grazie alla sopraggiunta fine della guerra. Da ragazzo, ho sempre guardato quella foto con una angosciosa incredulità, uno sbigottimento totale: mi son sempre domandato come mi sarei comportato io nei suoi panni, quali paure mi avrebbero gelato il sangue, quale incoscienza mi avrebbe spinto a ribellarmi, quali scelte avrei compiuto o avrei subito. Al di là di qualche cedimento alla retorica o al sentimentalismo, il lavoro di Jarbinet ha il grande merito di far riflettere su tutto questo.

sabato 15 dicembre 2012

MOREisnotLESS apre i battenti


Oggi alle 18 si inaugura alla galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone la mostra MOREisnotLESS, mostra di segni e segnali, che ruota attorno al tema dell'arte grafica, intesa come strumento di comunicazione, di scambio di idee, di volano di libere riflessioni.
Succoso antipasto ieri sera, nella medesima sede, dove i quattro protagonisti, Silvia Ziche, Massimiliano Gosparini, Flavio Massarutto e Vanna Vinci hanno intavolato un dialogo a più voci anticipando alcuni contenuti della mostra stessa, curata dalle associazioni locali ARTeFUMETTO e Centro Culturale Tranquillo Marangoni. Tanti gli spunti e le idee emerse durante la conversazione. Nel mucchio ne estraggo alcune.
Massarutto, esperto e critico di jazz e sceneggiatore di fumetti, ha parlato delle similitudini fra jazz e fumetto: dello sforzo performativo che il fruitore di entrambe le espressioni artistiche è chiamato a fare mentre ne gode. Inoltre, a lui interessa molto anche la performance dell'artista, jazzista o fumettista che sia.
Gosparini, pittore, disegnatore di fumetti e illustratore, ha svelato quanto ami lavorare in ambienti oscuri, cantine sporche e fredde, della sua collaborazione (ormai la terza) con Massarutto e della sua creatura di carta Ferrage, il robot nato da un operaio metalmeccanico, che deve continuamente rifornirsi di metallo per non morire.
La Ziche ha svelato le fonti di ispirazione del suo celebre personaggio Lucrezia, caratterizzato dal suo sguardo disincantato sulla realtà umana e sulle sue contraddizioni. Ha raccontato dei dialoghi senza senso delle telenovelas che era costretta ad ascoltare, spalle alla tv nella cucina di casa a Thiene, mentre faceva i compiti del liceo e di come questa scuola televisiva sia stata inconsapevolmente di aiuto anni dopo nella stesura della storia Zio Paperone e il mistero del papero del mistero.
La Vinci ha raccontato come nasce La bambina filosofica e il suo nichilismo, rappresentato perfettamente dal suo gorilla di peluche Lillo. Ha svelato come Aida al confine, il racconto a fumetti ambientato a Trieste, le sia sgorgato dentro arrivando per la prima volta nella città giuliana dalla strada costiera, colpita dal paesaggio, dal contesto e da qualcosa di difficilmente descrivibile a parole.
La mostra sarà visitabile fino al 20 gennaio 2013; il programma l'avevo già postato qui.

sabato 8 dicembre 2012

Il pic-nic allo stadio ascoltando il vecchio del New Jersey


Una mia amica, durante uno scambio di e-mail in cui ci si consigliava dei libri, ad un certo punto se ne esce con la frase seguente:
"e intanto mi son opzionata un pic-nic allo stadio euganeo ascoltando il vecchio del New Jersey.."
E mi è uscito un gran sorriso.. perché a quel pic-nic parteciperò anch'io, insieme a tanti altri su quel prato e quegli spalti che vedranno il ritorno del Boss in Italia nel 2013. Quando si ha già vissuto uno, o più, di questi pic-nic, la voglia di rifarlo è smisurata. Al punto che il prato euganeo non mi basta. No! Ho deciso di saggiare prima anche il prato bavarese. E non si sa mai che non ci scappi pure quello ambrosiano.... vedremo...
Tanto, le zanzare non saranno certo come quelle dei prati del New Jersey....
"Now my home’s here in these meadowlands where mosquitoes grow big as airplanes"

domenica 2 dicembre 2012

Giuseppe Palumbo a Monfalcone

Disegno di Giuseppe Palumbo, Copyright Astorina

Presso la Biblioteca Comunale di Monfalcone, lunedì 3 dicembre 2012, alle 17.30, si presenta la mostra “MOREisnotLESS. Segni e segnali contemporanei”, alla presenza dell’Assessore alla Cultura Paola Benes e dei curatori. Alle 18.00 al via l’ultimo degli incontri della fortunata rassegna “La cultura del fumetto” con Giuseppe Palumbo, disegnatore della testata Diabolik.

Giuseppe Palumbo
, disegnatore di Diabolik, è l’ultimo ospite del ciclo “La cultura del fumetto” proposto dall’Assessorato alla Cultura in Biblioteca Comunale: l’incontro con il disegnatore (ore 18) – che non mancherà di omaggiare il pubblico con disegni e dédicaces – è preceduto alle 17.30 dalla presentazione della mostra “MOREisnotLESS. Segni e segnali contemporanei”, in Galleria d’Arte Contemporanea dal prossimo 15 dicembre. Alla presentazione interviene l’assessore alla Cultura, prof. Paola Benes, che qui commenta il successo della scelta di coinvolgere il fumetto fra le proposte culturali del monfalconese.

Monfalcone,  novembre 2012. “È un vero piacere constatare come un’arte così raffinata e complessa come quella del disegno d’autore riesca a convogliare un pubblico così attento e fidelizzato. Seguire gli incontri è servito innanzitutto a svelare molti aspetti dell’arte sequenziale: ne abbiamo scoperto una storia molto antica e ricca, e lo abbiamo riconosciuto come un modo di leggere la realtà cosciente e profondo, oltre che altamente estetico. Crediamo, dunque, che sia giusto proseguire su questa strada, iniziata con passione e volontà dal personale della Biblioteca sostenuto da ARTeFUMETTO. La mostra MOREisnotLESS che presenteremo lunedì è un’ulteriore prova di come il fumetto non sia uno strumento superficiale e di come esso si coniughi in armonia anche con altre modalità artistiche. Musica jazz, video, scenografie, sessioni d’ascolto saranno infatti al centro della mostra, accanto alle vignette di due autrici apprezzatissime come Vanna Vinci e Silvia Ziche. Un’esposizione del tutto nuova nel suo genere e rivolta al pubblico più eterogeneo, dunque, quella che andiamo a presentare”.

Le parole dell’Assessore alla Cultura del Comune di Monfalcone, prof. Paola Benes, anticipano le attività del pomeriggio del prossimo lunedì 3 dicembre, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Comunale di Monfalcone.
Alle 17.30 la stessa prof. Benes accoglierà la presentazione alla stampa e al pubblico della mostra “MOREisnotLESS”, accanto ai curatori: l’architetto Roberto Franco per ARTeFUMETTO e Massimiliano Marangoni per il Centro Culturale Tranquillo Marangoni.
La mostra,
organizzata dal Comune di Monfalcone, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, propone le strisce a fumetti de La bambina filosofica di Vanna Vinci e la sua visione nichilista del mondo e le vignette di Silvia Ziche con Lucrezia, dallo sguardo disincantato sulle contraddizioni dell’universo umano. Accanto alle disegnatrici altre opere che implicano il rapporto tra musica e fumetto con i lavori di Flavio Massarutto, il video Visioni di Davide Toffolo e con le grandi tele pittoriche e i materiali preparatori del fumetto Ornithology disegnati da Massimiliano Gosparini e commentati da una percorso sonoro parallelo. Nel corso della presentazione si parlerà anche dei tanti eventi collaterali che arricchiranno l’esposizione (musica, performance, incontri…).
Per il programma completo vedi qui.


Alle 18 al via l’attesissimo incontro (ultimo del ciclo “La cultura del fumetto”) con uno dei disegnatori assoluti del panorama nazionale e internazionale: Giuseppe Palumbo, disegnatore di Diabolik e – tra le altre mansioni – anche responsabile della comunicazione di Palazzo Strozzi di Firenze. Palumbo parlerà della Cultura underground del fumetto: un’esperienza di comunicazione attraverso il fumetto. Una testimonianza fondamentale per chi opera nel settore e ha una concezione a tutto tondo dell’arte sequenziale. Palumbo è nato a Matera nel 1964 e pubblica i suoi fumetti dal 1986. Per le riviste Frigidaire e Cyborg crea il suo personaggio più noto, Ramarro. Nel 1992 entra nello staff di Martin Mystère della Sergio Bonelli Editore e nel 2000 in quello di Diabolik della Astorina; per queste due serie disegna numerose storie speciali, tra cui il remake de Il re del terrore, primo numero della collana Diabolik. Dal 2000 coordina l’attività dello studio Inventario, Invenzioni per l’editoria di Bologna, dove ha convogliato il suo lavoro di illustratore per l’editoria scolastica (Paravia, Zanichelli), copertinista (Mondadori, Einaudi, Feltrinelli), illustratore redazionale (Pulp, Ventiquattro, L’Unità). Pluripremiato nei festival di settore, ha pubblicato in Giappone, Grecia, Spagna e Francia. Lavora da alcuni anni alla comunicazione delle attività della Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze, collaborando con il suo direttore James Bradburne.

Tutte le iniziative sono a ingresso libero.

sabato 1 dicembre 2012

Il più bel regalo per Sergio Bonelli

"Questa mostra sarebbe il più bel regalo di compleanno per mio padre che, se fosse ancora in vita, domani compirebbe 80 anni"
Sono queste le parole con cui un emozionato Davide Bonelli ha inaugurato oggi a Trieste la mostra "L'Audace Bonelli - L'Avventura del fumetto italiano", la grande esposizione che celebra la storia della grande casa editrice milanese. Dopo i brevi interventi di Roberto Cosolini, sindaco di Trieste, di Mauro Marcheselli, direttore editoriale della Sergio Bonelli Editore, e di Claudio Curcio, direttore del Napoli COMICON che ha curato questa mostra insieme al Trieste Science+Fiction Festival, sono state le parole del giovane Bonelli a toccare il pubblico, sollecitando un applauso spontaneo che, nel pensiero e nel cuore di ciascuno di noi, era rivolto alla figura del compianto Sergio. Sciolta l'emozione, abbiamo avuto accesso ai duemila metri quadri di cui si compone il sontuoso Salone degli Incanti (fino a pochi anni fa la pescheria di Trieste), cornice splendida per le oltre duecento tavole originali che accompagnano il visitatore lungo la storia più che settantennale della casa editrice, dai tempi de L'Audace pubblicato durante la Seconda Guerra Mondiale fino ai giorni nostri. Un'avventura che ha attraversato la storia italiana e quella personale di intere generazioni di italiani.
Per un bonelliano come me è inutile sottolineare l'entusiasmo e l'emozione di avere nella mia città per ben tre mesi una mostra dedicata ai personaggi e agli autori che amo di più. La serata è stata particolarmente interessante per la presenza di alcuni professionisti di casa Bonelli. Ho avuto la possibilità di parlare amabilmente, oltre che con Davide Bonelli e Mauro Marcheselli, anche con Luca Enoch e Giacomo Pueroni. Non potevano mancare ovviamente i disegnatori triestini al cui lavoro l'esposizione dà un particolare rilievo: Mario Alberti, Alessandro Pastrovicchio e il simpaticissimo Franco Devescovi. Per festeggiare i 30 anni di Martin Mystère spicca un'intera sezione della mostra a lui dedicata, ricca di molte tavole (ma non solo) firmate dai diversi disegnatori che il Detective dell'Impossibile può vantare (Devescovi in primis, oltre ad Alessandrini ovviamente).
Di seguito alcune mie foto, della cui scarsa qualità, non disponendo minimamente della dote del buon fotografo, chiedo umilmente venia.

Il sindaco Roberto Cosolini, Claudio Curcio del Comicon e Mauro Marcheselli della SBE

Claudio Curcio a sinistra, Mauro Marcheselli al microfono e, sulla destra un po' coperto, Davide Bonelli

La navata sinistra e parte di quella centrale del Salone degli Incanti

La navata destra e parte di quella centrale del Salone degli Incanti

Statuina di Ken Parker

Grande poster pendente di Ken Parker

Albi a striscia di Tex (tra cui il numero 1 Il totem misterioso in alto a destra)

Grande poster pendente di Tex

All'ingresso del Salone degli Incanti, lato destro

La macchina da scrivere di Gian Luigi Bonelli

Sceneggiatura e storyboard di Alfredo Castelli

Sceneggiatura e storyboard di Guido Nolitta

Sceneggiatura di Gian Luigi Bonelli

Sceneggiatura e storyboard di Guido Nolitta

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