lunedì 25 aprile 2011

Il 25 Aprile in Risiera

A Trieste il 25 aprile si festeggia presso la Risiera di San Sabba, l'unico campo di sterminio nazifascista presente sul suolo italiano. Non è mai piacevole entrare in quel luogo, ti fa coraggio la folla che, per quest'occasione, lo riempie e le motivazioni che ti spingono lì.
I discorsi ufficiali passano noiosamente. Ti rimangono dentro di più le parole, anche oscure perché espresse in parte in lingua non italiana, dei riti religiosi di commemorazione: cattolico, ebraico, greco-ortodosso, serbo-ortodosso e luterano. Ma sono soprattutto i visi degli ex-deportati, contratti e commossi, che ti colpiscono.
La tensione infine si scioglie con il canto di "Bella ciao": il coro partigiano Pinko Tomazic lo intona, presto seguito da tutti.





E' un luogo difficile da raccontare: a fumetti ci ha provato Vanna Vinci, nel suo Aida al confine. Di seguito alcune tavole che trasmettono parte dell'inquietudine che ti prende quando entri in Risiera.

lunedì 18 aprile 2011

Schegge di Liberazione


Questo bel disegno di Makkox è la copertina del nuovo volume di Schegge di Liberazione, libro di carta ma anche ebook in uscita il 25 aprile, giorno della Festa della Liberazione. Di cosa si tratta? Me l'ha spiegato il mio amico Emanuele, che vedrà inserito nell'edizione 2011 un suo racconto dedicato alla Resistenza. E insieme al suo, tanti altri, in un omaggio collaborativo e gratuito ai valori che stanno alla base di questa ricorrenza. Gli autori non sono personaggi famosi, nè scrittori affermati, ma gente comune che vuole dare il proprio contributo in termini di racconti, saggi, poesie, disegni o foto aventi come tema la Resistenza storica e/o quella quotidiana.
L'iniziativa è sicuramente interessante e utile: il patrimonio della Resistenza va infatti coltivato, protetto e diffuso, visti i tempi di revisionismo imperante che stiamo vivendo. E un modo corretto di farlo è proprio quello di raccogliere testimonianze sparse in tutto il paese che, magari, andrebbero perse se non ci fossero iniziative simili. Peccato non averlo saputo prima, perché qualche testimonianza familiare (per il momento, appunto, solo orale) l'avrei raccontata anche io.
La presentazione del libro avverrà il 25 aprile all'ex Campo di Concentramento di Fossoli: quello, per intenderci, da cui Primo Levi e molti altri detenuti ebrei e politici partirono alla volta di Auschwitz. E' un'ottima occasione per ascoltare la lettura di alcuni pezzi tratti dal nuovo libro e da quello precedente del 2010, scaricabile qui. Quale miglior modo per trascorrere questa giornata?


venerdì 15 aprile 2011

Umano e incompatibile


Dai tanti ricordi di Vittorio Arrigoni, prendo alcune frasi tratte dal pezzo che si trova integralmente su infoaut.org:

Umano: "...Confessava senza falsi pudori la paura del corpo che trema sotto i bombardamenti e l'essere afflitto cronicamente da disturbi da stress post-traumatico, la condizione  normale dei/le palestinesi della Striscia...." 

"Incompatibile con un mondo che permette tragedie come quelle vissute dal popolo palestinese. La sua non era una scelta morale che pretendeva d'insegnare o evangelizzare chi praticava altre forme di lotta e opposizione al crimine israeliano. Mai una volta che gli fosse scappata di bocca una condanna o un'insopportabile equidistanza".

Umano e incompatibile, per Vittorio Arrigoni, erano due condizioni inscindibili: essere coerentemente l'una comportava necessariamente l'assunzione dell'altra. Mi ricorda tanto le persone fatte così.

lunedì 11 aprile 2011

Amici (per mezzo) di Ken Parker

L'avevo già scritto qui. Ken Parker fa nascere amicizie, o comunque rapporti molto stretti. Perché? Perché i lettori di Ken Parker condividono i valori del personaggio. Quanti di noi hanno considerato Lungo Fucile quasi fosse una persona in carne e ossa, un compagno di viaggio, un nostro amico? E quanti hanno sofferto per averlo visto in catene nel carcere della Florida? Risposta: ogni vero lettore di Ken. C'è quasi una sorta di fratellanza che ci unisce. E penso sia stata questa la spinta che ha indotto l'amico (solo virtuale per il momento) Luigi, a prepararmi una serie di immagini da usare come sfondo per il titolo del mio blog. Per lui, che fa il graphic designer e l'illustratore di professione, è stato sicuramente semplice, ma io ho apprezzato molto il suo gesto (anche perché son negato in quanto a grafica, perfino per queste cose così elementari). Quindi lo ringrazio. Userò ciclicamente tutte e 5 le immagini che mi ha confezionato cominciando con questo bellissimo acquerello di Ivo Milazzo, che ci mostra un Ken in una situazione piuttosto difficile, ma bello combattivo, con il suo Kentucky in primo piano. Son sicuro che piacerà anche agli altri amici di Ken: Marco, Chemako delle stelle e Emiliano (che è mio amico in carne ossa anche senza l'intervento di Lungo Fucile...).

PS: a proposito di Ken, qui, su Lo Spazio Bianco, trovate un'interessante intervista ad Alessandro Bilotta, l'autore di Valter Buio, la miniserie a fumetti della Star Comics appena conclusasi, avente come protagonista uno psicanalista di fantasmi. Alla domanda se il modello ispiratore fosse stato Dylan Dog, come si sarebbe potuto intuire dato il tema e il fatto che Bilotta ne è anche sceneggiatore, la risposta a sorpresa è stata:
".... il mio rife­ri­mento prin­ci­pale per scri­vere Val­ter Buio è stato Ken Par­ker..."

E non basta: anche alla domanda successiva, Bilotta risponde affermando che lui, come Berardi, partecipa sentitamente  delle vicende del proprio personaggio, smentendo un po' l'intervistatore che invece sottolineava un distacco di Berardi verso Ken compiuto attraverso il filtro dell'ironia (fatto che francamente non condivido: in Ken c'è molta ironia certo, ma non vedo mica così forte il "compiaciuto disincanto" di Berardi verso Lungo Fucile, al punto da prevalere sull'attaccamento.... anzi!).

Ma guarda un po' dove vai a pescare lo zampino del nostro Ken... in uno psicanalista di fantasmi...anche lui nostro amico a questo punto...

sabato 9 aprile 2011

Cultura di pace


Mi son fidato: ho fatto l'abbonamento e ho comprato il primo numero. Non ci ho pensato su, mi ha convinto subito. Sto parlando di E il mensile, la nuova rivista in edicola dal 6 aprile, voce di Emergency. Bella, onesta e intelligente: così la definiscono Gino Strada e Gianni Mura, il suo direttore.
E fanno bene.
Perché?
Perché c'è bisogno di carta stampata scritta bene e con belle immagini che diffonda una cultura di pace.
Perché ci sono rubriche che non trovi su altri giornali, come l'elenco mensile dei morti sul lavoro, o quello delle donne uccise dai loro uomini, o quello delle morti dovute ai conflitti nel mondo (per difetto ovviamente).
Perché ti raccontano il mondo arabo e le sue tensioni attraverso le parole delle donne.


Perché c'è l'anteprima di un fumetto: Moby Prince, la notte dei fuochi, di Andrea Vivaldo e a cura di Fabrizio Colarieti, in occasione dei 20 anni della "più vergognosa e impunita tragedia della marineria italiana".
Perché son quelli che in Afghanistan curano tutti, e non solo gli amici.
Perché credono che non viviamo nel paese dell'Isola coi culi di fuori e del bunga bunga.
Perché sanno che c'è bisogno di partecipazione e di diffusione di idee e valori quali la solidarietà.
Perché non vogliono un paese che scarica ai paesi vicini, come fossero pacchi postali, i disperati che arrivano sulle sue coste.
Perché anche io credo in tutto questo.

Dal Giappone

Ho ricevuto via mail da un amico questo messaggio di denuncia da parte di un piccolo sindacato giapponese sulla realtà della situazione nel paese del Sol Levante dopo il terremoto dell'11 marzo. Ormai la notizia è già finita in fondo alle pagine dei giornali nostrani, ma la situazione è sempre drammatica, soprattutto nelle zone più colpite dallo tsunami. Il fatto che più mi fa paura è la disinformazione riguardo ai reali danni alla salute e all'ambiente provocati dalla fuga di materiale radioattivo nella centrale di Fukushima: ormai ce ne stiamo quasi dimenticando.
L'appello, al riguardo, è invece molto esplicativo e lo posto perché nei giornali italiani non ho trovato una simile chiarezza. Penso che l'attenzione dovrebbe essere sempre mantenuta ad un livello molto alto e spero che, da questa terribile tragedia osservata da lontano, gli italiani sappiano come votare al referendum di giugno sul nucleare.


Fratelli e sorelle in tutto il mondo!
25 marzo 2011
Doro-Chiba (Sindacato dei ferrovieri di Chiba)
Abbiamo incominciato una nuova lotta
A Tokyo, il 20 marzo 2011 abbiamo organizzato una manifestazione con circa 1'500 partecipanti, sfogando il nostro dispiacere e la nostra rabbia per la situazione seria causata dal recente terremoto a Tohoku (Giappone orientale). È stata l’unica azione di protesta, perché le vie di comunicazione sono state infrante non solo nella zona di Tohoku colpita dal terremoto, ma anche a Tokyo e Kanto. Inoltre, il governo sta mettendo pressione per non fare organizzare delle azioni indipendenti nelle attuali circostanze. Lo scopo per cui abbiamo fatto appello a manifestare è stato quello di organizzare la rabbia della gente contro l’atroce e brutale realtà, per smascherare la politica bugiarda del governo e per chiedere la divulgazione dei fatti sull’intero sviluppo del disastro.   
Alla manifestazione è stata portata una grande quantità di materiale d'aiuto, fra cui parecchi quintali di riso, centinaia di bombole a gas e altri articoli di prima necessità. Questi materiali sono stati immediatamente spediti nelle zone colpite, assieme ad abbondanti donazioni di sussidio. Alla manifestazione è stato lanciato un appello ad una lotta a livello nazionale contro  i licenziamenti di massa e ad una campagna a livello mondiale per la chiusura immediata di tutte le centrali nucleari. 
La gente sta morendo ancora adesso
Il numero ufficiale dei morti si sta avvicinando alle 10'000 e nessuno sa di quanto questa cifra aumenterà ancora. Va notato che soltanto poca gente è stata uccisa dal terremoto. La causa principale per le vite perse è stata lo tsunami in seguito, perché non erano state prese delle misure efficaci per evitare il disastro. Nel bilancio dello Stato erano previsti centinaia di miliardi di yen per la costruzione di argini in aree pericolose. Questi soldi sono stati tagliati dall’amministrazione del Partito Democratico, come dai precedenti governi liberal-democratici. Il disastro è la colpa degli uomini, è stato causato dalla logica del capitale.
Molte zone colpite sono ancora abbandonate a se stesse. Da qualche giorno, solo per una parte degli alloggi d'emergenza il governo ha eccezionalmente fornito dei sussidi. La gente è destinata a morire negli alloggi d'emergenza e negli ospedali dove non hanno ricevuto forniture alimentari o trattamenti medici. Nella maggior parte degli ospedali, i pavimenti sono pieni di pazienti. La mancanza di possibilità di trasporto impedisce che i malati negli alloggi d'emergenza vengano portati all’ospedale per le cure necessarie.
Non solo le zone costiere sono affette da devastanti danni, ma anche le città dell’entroterra si trovano in condizioni terribili, senza cibo e senza carburante, come Sendai nella prefettura di Miyagi. La situazione non è causata dalla mancanza di materiali necessari o mezzi di trasporto. La ragione è l’inerzia delle imprese interessate che temono costi supplementari per causa delle strade rotte che suscitano allungamenti di strada. E il governo rimane indifferente. Molte persone vengono uccise per l’inattività e l’incapacità del governo. Questa è la realtà dell’economia di mercato.
Inoltre, il governo ha dato ordine che il materiale d'aiuto non venga – individualmente o privatamente – portato direttamente negli alloggi d'emergenza. Invece dev'essere portato prima agli uffici governativi o comunali che, in seguito, si occupano del trasporto.
Fratelli e sorelle in tutto il mondo!
È stato riferito che in una parte delle zone colpite il rifornimento idrico è stato ripreso. Ma la brutta notizia è che nella prefettura di Fukushima i materiali radioattivi nell’acqua superano i valori normali e che è vietato bere l’acqua. A Tohoku e nella zona di Kanto, diversi tipi di verdura e il latte non vengono più venduti per la paura di contaminazione radioattiva.
Giorno e notte, le centrali nucleari distrutte stanno emettendo materiali radioattivi di alto livello e gli abitanti dei paesi vicini vivono in un crescente timore. Ieri è uscito un fumo nero dal reattore. Il recupero della corrente elettrica per il raffreddamento del reattore è stato impedito. Ripetute esplosioni hanno causato l’esposizione delle barre di combustibile usate. È ancora impossibile valutare le condizioni attuali del nucleo radioattivo. Il caso peggiore si sta avvicinando.
Di fronte a questa grave situazione, il governo – temendo di creare panico – ha completamente smesso di prendere necessari ed efficaci provvedimenti per l’evacuazione della gente. Non vengono date informazioni su ciò che potrebbe accadere domani e la gente è costretta a vivere in una terribile paura. Ma la gente sta combattendo il disastro e facendo ogni sforzo per sopravvivere. Per gli operai, contadini e pescatori non c’è nessun posto per fuggire. Sta crescendo la rabbia e l’odio contro l’amministrazione e le autorità interessate che avevano promosso la costruzione di centrali nucleari, insistendo sul fatto che l’energia nucleare sia assolutamente sicura.
Facciamo appello a tutti gli amici nel mondo: Non lasciate “loro” ripetere la stessa catastrofe! Ci impegniamo a lottare per sopravvivere e ad affrontare decisamente qualunque pericolo che ci sovrasta. Alziamoci insieme per impedire una volta per tutte centrali nucleari e armi atomiche! Appelliamo a lottare per scacciare quelli che promuovono la costruzione di impianti nucleari, cercando soltanto interessi capitalistici a scapito della gente che lavora.
Ora siamo minacciati da una disoccupazione altissima
Non solo le zone colpite, ma anche l’intera regione del Giappone orientale si trova di fronte a licenziamenti di massa e disoccupazione. Decine di migliaia di posti di lavoro nelle zona di Tohoku e Kanto sono stati colpiti e immobilizzati dal terremoto e dallo tsunami. In tutto il Giappone, un gran numero di fabbriche è costretto ad interrompere il lavoro. I più importanti produttori di auto e macchinari elettrici – dopo aver promosso l’outsourcing – dipendono da subappaltatori che forniscono i pezzi necessari e che in molti casi si trovano nella zona del disastro. Pertanto, sono colpiti non solo i posti di lavoro nelle zone del disastro, ma indirettamente anche quelli nelle altre regioni, producendo – temporaneamente o permanentemente – un enorme numero di perdite di posti di lavoro. Un gran numero di operai senza contratto fisso viene buttato fuori dal lavoro quotidiano, senza alcuna assicurazione o indennità. Il numero di possibili disoccupati va oltre ogni valutazione. Nessun aiuto viene offerto o progettato per questi operai. Una delle conseguenze del terremoto è che il Giappone sta per diventare una penisola di grande disoccupazione.
Siamo ora testimoni di una rapida crescita dello yen. Questo è causato dai capitalisti speculatori che cercano di ottenere profitti tramite transazioni finanziarie, approfittando come iene avide del disastro. Per affrontare questa avversità, la Banca del Giappone ha deciso di pompare 80 miliardi nei mercati. Che cosa significa tutto ciò?  Per loro, il disastro offre un opportunità per fare soldi. È questo che sta facendo la classe dirigente dei capitalisti. Qualcosa è fondamentalmente sbagliato in questa società.
Combattiamo per sopravvivere!
Quello che è accaduto e sta ancora accadendo attualmente supera di molto le nostre possibilità. Abbiamo bisogno di sviluppare le nostre forze, stabilendo legami stretti con le crescenti voci di rabbia di un gran numero di lavoratori, per affrontare la orribile situazione davanti a noi.
Il 16 marzo, Doro-Chiba, insieme al Centro di Coordinamento nazionale dei Sindacati, ha costituito il Centro Popolare per le Vittime del terremoto. Siamo decisi di radunare con determinazione tutte le forze per le attività di soccorso, chiamando tutti i lavoratori per “unirsi e combattere per sopravvivere” in una campagna nazionale per la gente che soffre nella zona di Tohoku.
Facciamo appello a tutti i fratelli e a tutte le sorelle in tutto il mondo per inviare le loro donazioni e la loro solidarietà all'indirizzo seguente.
Conto bancario in Giappone per ricevere donazioni
Alcuni o tutti i dati seguenti da 1 a 9 sono richiesti per effettuare un invio di denaro in Giappone. Per favore indicare come motivo della rimessa: sollievo delle vittime del terremoto in Giappone attraverso il Sindacato Nazionale dei Ferrovieri di Chiba (in breve, Doro-Chiba).
In inglese: remittance is made for relief to the earthquake in Japan through the National Railway Motive Power Union of Chiba (for short, Doro-Chiba).
Nota: Si prega di inviare una rimessa in contanti tramite versamento bancario e non mandano assegni per posta.
1. Nome della banca: The Chiba Bank, Ltd
2. Codice bancario in Giappone: 0134
3. Nome della succursale: Chuo Branch
4. Codice della succursale in Giappone: 001
5. Indirizzo della succursale: 2-5-1 Chuo, Chuo-ku, Chiba City, Chiba 260-0013, Japan
6. Tipo di indirizzo: Ordinary deposit
7. Numero del contocorrente: 4177605, indirizzo del contocorrente: 2-8 Kaname-cho, Chuo-ku, Chiba City, Chiba 260-0017, Giappone,
numero di telefono del contocorrente: +81-43-222-7207
8. Intestato a: Kokutetsu Chiba Doryokusha Rodokumiai
Nota: Deve essere scritto il nome completo in giapponese di Doro-Chiba.
9. Indirizzo SWIFT: CHBAJPJT 001 4177605
Nota: È necessario uno spazio tra codice del succursale (001) e numero del contocorrente (4177605).
DORO-CHIBA (DC): National Railway Motive Power Union of CHIBA
Internet: www.doro-chiba.org/ 

martedì 5 aprile 2011

Walter Chendi: l'intervista su Fucine Mute


Il mese scorso ho fatto visita a Walter Chendi, il fumettista triestino autore, fra l'altro, de "La Porta di Sion" e de "Le Maldobrie". Dalla cordiale ed interessante chiacchierata che abbiamo intrattenuto è nata un'intervista, pubblicata ora sul numero 142 del webmagazine Fucine Mute, testata giornalistica online di approfondimento culturale rivolta soprattutto a FUmetto, CInema, MUsica e TEatro. Sono stati toccati i temi principali affrontati da Chendi nelle sue opere e, insieme, abbiamo ripercorso la sua cariera di fumettista, dalle origini fino ai suoi progetti futuri. Lo ringrazio ancora per la sua simpatia e disponibilità, oltreché per la sua schiettezza.
Trovate tutto qui!

sabato 2 aprile 2011

KP 7: Sotto il cielo del Messico

Titolo: Sotto il cielo del Messico
Data: Dicembre 1977

Soggetto/Sceneggiatura:
Giancarlo Berardi
Disegni/Copertina:
Ivo Milazzo




In seconda di copertina una canzone propiziatoria alla caccia, con il consueto disegno di Ivo Milazzo per la rubrica "Tracce nel vento"




Dopo la pausa del numero precedente,  ritroviamo Ken sulle tracce di Donald Welsh, il sicario che aveva ucciso il Commissario per gli Affari Indiani Ely Donehogawa e che aveva causato la guerra fra i Dakota, comandati dal capo Ohiewa, e il contingente militare di Fort Smith nel Montana: storia raccontata nello splendido albo "Omicidio a Washington". Il desiderio di vendetta porta il nostro fino in Messico, dove Berardi gli fa vivere un'avventura ricca di incontri con tanti personaggi. La sceneggiatura è una delle sue: diversi comprimari, vecchi e nuovi, che arricchiscono la storia con la loro personalità ben tratteggiata e il loro ruolo ben preciso, svolto, in alcuni casi, solo su poche tavole.
Il primo è di scena già sulla prima tavola: si tratta di un pistolero senza nome incontrato da Ken prima di affrontare il deserto.


Disegno di Ivo Milazzo: il pistolero


I tratti somatici sono quelli dell'attore Jack Elam, uno dei più grandi caratteristi di Hollywood, interprete di numerosi film western, come "Mezzogiorno di fuoco", "Sfida all'O.K. Corral" o "C'era una volta il West": un piccolo omaggio di Berardi a questo straordinario artista.
Ken incontra nuovamente il pistolero alla cantina del paese messicano raggiunto dopo aver seguito la torrida pista nel deserto. Gli offre una birra e intavola con lui una conversazione in cui si contrappongono due morali opposte: quella cinica e disillusa del pistolero a quella di Ken che ripone fiducia nell'uomo.


Disegno di Ivo Milazzo: Ken si confronta col pistolero


La sorte si burla tragicamente del pistolero che, scambiato per Ken, viene ucciso al suo posto dai soldati del sergente Navarro, a cui Ken si era rivolto chiedendo informazioni su Welsh. Accortisi dell'errore, i gendarmi cercano di rimediare, ma Lungo Fucile viene nuovamente aiutato, questa volta volontariamente, da un'altro personaggio comprimario molto interessante, la prostituta Dolores. Si tratta di una quindicenne, offerta a Ken dal padrone della locanda in cui alberga: Dolores rivela di essere stata venduta al messicano dai genitori poverissimi, e non si lamenta della sua condizione, in quanto mangia reglarmente e viene picchiata di rado. Ken le dà del denaro per chiacchierare e Dolores si stupisce che non ci sia nessun'altra richiesta. Il suo sguardo è più eloquente di mille parole.


Disegno di Ivo Milazzo: lo sguardo di Dolores


Bastano due sole vignette e la sceneggiatura di Berardi, resa vitale dal disegno di Milazzo, dimostra tutta la sua grandezza.


In fuga da Navarro Ken incontra altri due comprimari, che lo accompagneranno fino alla fine della storia: si tratta di Carmen e Ramon, due saltimbanchi girovaghi. L'incontro con Carmen abbassa le difese di Ken, e si capisce il perché...


Disegno di Ivo Milazzo: ken incontra Carmen e... Ramon


I due si rivelano molto utili a Ken: Carmen, in particolare, si dimostra abilissima nel maneggiare le armi, eliminando Navarro e i suoi scagnozzi:


Disegno di Ivo Milazzo: Carmen elimina Navarro


Ken cede alle lusinghe amorose di Carmen, dopo le quali, le confessa quanto lo roda il sentimento di vendetta nei confronti di Welsh. E' un Ken piuttosto amaro, rabbioso per il dolore causato da Welsh e per il gesto, per cui non prova piacere, che si sente costretto a portare a termine: la morte del sicario. Interessante notare come, per placare il senso di colpa che comunque lo assale al pensiero che dovrà ucciderlo, dica di non considerarlo nemmeno un uomo, ma solo un sicario appunto, un misero assassino. C'è un po' ancora l'eco del discorso sulla capacità di ammazzare avuto in precedenza con il pistolero.


Disegno di Ivo Milazzo: la rabbia di Ken


Ken si trova a suo agio con questa strana coppia, nonostante le simpatiche stranezze di Ramon


Disegno di Ivo Milazzo: Ken e il buffo Ramon


e nonostante scopra che le apparenze di squinternati girovaghi celino una realtà ben più seria.


Disegno di Ivo Milazzo: la giustiziera del popolo


Ancora il tema del sicario, questa volta politico e in nome di un ideale alto di giustizia: ma Ken non accetta questa giustificazione. Consideriamo che questa storia fu pubblicata nel dicembre 1977, ovvero in un periodo in cui si respirava in Italia un clima politico e sociale molto diffcile e violento: le parole di Ken a riguardo non potrebbero essere più chiare.


Carmen ha lo stesso obiettivo di Ken: raggiungere Welsh che è in procinto di rifornire di armi il generale Huerta, la vera sua meta, un criminale sanguinario con le mostrine, da eliminare in nome del popolo. Per dissimulare i veri intenti, Ken si unisce alla coppia, cimentandosi sulla piazza come saltimbanco: 


Disegno di Ivo Milazzo: Ken saltimbanco


A questo punto, torna sulla scena inaspettatamente Dash, il vecchio scout amico di Ken, creduto morto durante la battaglia fra i Dakota e i soldati di Fort Smith. Dash porta con sè il Kentucky di Ken, il suo amato fucile e retrocarica, ed è anch'egli sulle tracce di Welsh. L'incontro fra i due avviene con qualche equivoco reciproco, rappresentato attraverso i disegni di tre belle tavole molto dinamiche, culminanti con un abbraccio fraterno.


Disegno di Ivo Milazzo: Ken lotta con...




Disegno di Ivo Milazzo: i due amici, Ken e Dash, si ritrovano


L'epilogo è molto movimentato. I quattro vengono catturati da Welsh che rivela a Ken la vera identità di Carmen.


Disegno di Ivo Milazzo: Welsh rivela l'identità di Carmen


C'è l'orgogliosa reazione della temeraria Carmen/Nellie


Disegno di Ivo Milazzo: Carmen non ci sta


e la vana ribellione del forzuto Ramon


Disegno di Ivo Milazzo: Ramon spezza le catene per aiutare Carmen


C'è la fuga di Welsh dopo l'arrivo improvviso dei soldati di Huerta, accorsi per eliminare il sicario che aveva giocato un tiro mancino allo stesso generale.


Disegno di Ivo Milazzo: i soldati di Huerta sono spazzati via dalle mitragliatrici di Welsh


Ken e Dash sono vivi e la caccia a Welsh continua.
L'ultima tavola è tragica e disperata: è dedicata completamente ai due personaggi comprimari che diventano poi protagonisti di questo albo: Carmen e Ramon. La circolarità della storia è completa: si era aperta col viso duro del pistolero, in seguito assassinato a causa di Welsh, e si conclude con l'ultimo abbraccio di Carmen e Ramon, uccisi dai proiettili sparati dalla pistola dello stesso sicario. Berardi ha messo in scena una tragedia in i comprimari recitano le parti principali: a loro è riservata la tavola di apertura e, soprattutto, quella di chiusura.


Disegno di Ivo Milazzo: la morte e l'abbraccio


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