sabato 5 novembre 2011

La clown army e la retorica della Vittoria


Questi giorni autunnali vedono il centro di Trieste, dapprima Piazza Unità e poi la contigua Piazza della Borsa, animate da una colorata e pacifica occupazione: si tratta degli studenti di occupytrieste che, dopo aver lasciato l'autogestione di alcuni istituti di scuola superiore alla fine di ottobre, si sono trasferiti con tanto di tende e sacchi a pelo nel salotto buono della città per continuare la loro protesta. Le motivazioni sono molteplici, e riguardano la denuncia della precaria e a volte anche pericolosa condizione dell'edilizia scolastica, la mancanza di spazi autogestiti per la cultura giovanile, la rivendicazione del diritto allo studio e dei trasporti gratuiti, la richiesta del reddito di cittadinanza e il coinvolgimento nelle scelte politiche economiche. Temi locali ma anche globali, in un periodo di crisi finanziaria mondiale, le cui conseguenze si riversano anche sulla scuola pubblica e sui suoi utenti. Il movimento di questi giovani indignados ha riscosso la simpatia degli studenti universitari, di molti cittadini e più volte il sindaco, gli assessori e vari consiglieri comunali si sono incontrati con gli studenti per discutere delle loro proposte.



L'altro ieri, 3 novembre, gli studenti hanno inscenato una protesta ironica e dissacrante durante la sfilata militare dei bersaglieri. Da sapere che il 3 novembre non è un giorno qualsiasi nella storia di Trieste: nel 1918, in questo giorno, approdò al molo San Carlo il cacciatorpediniere Audace sbarcando dei bersaglieri italiani sul suolo della città appena “liberata” (??) dagli austriaci. L'altro ieri quindi si ricordava quella data attraverso una parata militare per le vie di Trieste. Gli studenti non si son lasciati sfuggire l'occasione per sottolineare in modo fantasioso e ironico come miliardi di euro vengano utilizzati inutilmente in spese militari mentre i budget destinati dal governo alla scuola pubblica sono sempre più compressi. Ecco allora la clown army studentesca inserirsi in mezzo alla parata, fra un drappello di soldati e un autoblindo: la retorica e prosopopea nazional-militarista ridicolizzata da un gruppo di ragazzi sorridenti.




E, a proposito di retorica, ieri, 4 novembre, si festeggiava la Vittoria dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale. Trieste, appunto, e Trento passarono all'Italia (insieme ad altri territori che di italiano avevano ben poco...) completando finalmente il Risorgimento. Penso che in realtà ci sia ben poco da festeggiare. Si festeggiano forse le carneficine o i massacri inutili? Basta farsi un giro nelle trincee ancora esistenti qui sul Carso sforzandosi di immaginare quale vita disumana conducessero i soldati al fronte, per farsi passare ogni voglia di festa. Il fatto è che Trento e Trieste furono solo una buona scusa per togliere di mezzo definitivamente l'allora agonizzante Impero Asburgico (che aveva comunque proposto all'Italia la cessione dei due territori senza il bisogno di far scoppiare una guerra) e sostituirsi ad esso nell'alto Adriatico come potenza regionale egemone. L'italianizzazione delle nuove terre fu un processo condotto senza criterio e rispetto per le minoranze: non è un caso se il primo fatto sanguinoso del fascismo italiano avvenne proprio a Trieste, dove, nel 1920, le squadracce nere appiccarono il fuoco al Narodni Dom, sede delle organizzazioni degli sloveni triestini.


Qualche giorno fa un amico lombardo e la sua compagna mi hanno fatto visita. Li ho portati in giro per Trieste e, ad un certo punto, mi hanno fatto notare come non ci fosse nemmeno una statua dedicata ad un Savoia, mentre ce n'erano diverse raffiguranti imperatori austriaci. Ho risposto che la storia di oltre cinque secoli non si può cancellare con quella di pochi decenni.
A proposito di simboli e icone degli indignados, oggi è il V novembre.....


2 commenti:

  1. A proposito di cosa ci sia da festeggiare in una guerra, ti segnalo il fumetto della bonelli lilith ambientato proprio sul fronte italiano nella grande guerra: http://www.sergiobonellieditore.it/auto/scheda_speciale?collana=85&numero=3&subnum=0
    non so se tu abbia seguito anche questo nelle tue letture episodiche, io da buon appassionato di fantascienza me lo sono preso, è ricorrente il tema dell'assurdità di tutte le guerre, lungo tutta la storia dell'uomo.

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  2. ciao Fabrizio: sì, leggo anche Lilith ed è una serie che mi piace molto, il buon Luca Enoch sta facendo un ottimo lavoro e il tema dell'assurdità della guerra viene spesso fuori. Mi fai rendere conto che non ho mai scritto nulla su questa serie: rimedierò presto perché se lo merita :-)

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