domenica 18 settembre 2011

A piedi scalzi



I piedi scalzi come metafora della diversità e del dolore. Un ragazzo ebreo nella Trieste degli anni '30 che scopre l'amore. Le leggi razziali che si abbattono sulla vita degli ebrei. I viaggi della speranza verso la terra promessa in fuga dall'odio e dalla discriminazione. Una città che è stata La porta di Sion.
Dopo averne a lungo parlato in quest'intervista, Walter Chendi ritorna sul suo racconto a fumetti, in questo video trasmesso recentemente da Rai 2. L'autore triestino descrive i temi e i luoghi della storia di Jacob, mentre sullo sfondo passano le immagini della Trieste di allora e di oggi, del ghetto che fu e di quello che è rimasto, del cimitero ebraico e della sinagoga, della Stazione Marittima da cui partivano i piroscafi per la Palestina e di Piazza Unità, colma di gente, durante la dichiarazione delle leggi razziali da parte di Mussolini.
All'interno della cornice tragica della Storia di quel periodo, viene ritratta una storia personale, con i turbamenti le e passioni di un ragazzo che scopre l'amore.
L'ultima tavola del fumetto è muta: Jacob bacia la ragazza ebrea a bordo della nave, pronta a salpare.
"La nave era immobile. Ma il viaggio aveva avuto inizio." 

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