martedì 30 agosto 2011

Joe Sacco fra gli intoccabili


E' ancora il numero agostano di Internazionale a regalare ai lettori un nuovo reportage a fumetti di Joe Sacco. Il graphic journalism, genere di cui l'autore di origine maltese è il capostipite, viene costantemente proposto dalla rivista settimanale che raccoglie il meglio della stampa internazionale. Il numero estivo dedicato ai viaggi vede, come l'anno scorso, le tavole di Sacco raccontarci un'altra realtà dal suo interno. Se l'estate scorsa i protagonisti erano gli immigrati africani rifugiati a Malta e gli ospiti, loro malgrado, cittadini maltesi (di cui avevo parlato qui), quest'anno le matite del "giornalista grafico" ritraggono i volti sfiniti, denutriti e senza speranza dei dalit, gli intoccabili dell'India.


Sacco entra nelle loro case, nella loro vita, rimasta ferma a due secoli fa. Domanda loro che lavoro facciano, come si procurino il cibo, quale sia il rapporto con i componenti delle caste superiori e con la macchina burocratica dello stato, corrotta e inefficiente. Ne esce un quadro sconfortante, fatto di ingiustizia, prevaricazione, violenza, morte e fame.



Quello che più sconvolge è che l'immagine falsa propugnata dai media indiani e internazionali di un paese patria di un secondo sogno americano, dove il PIl cresce al ritmo cinese, l'industria cinematografica di Bollywood sfavilla e gli ingegneri indiani eccellono a livello mondiale, crolla miseramente di fronte alle parole e ai volti riportati da Sacco in questo reportage. Sono le parole che svelano la condizione di oltre tre quarti di popolazione indiana (più di 830 milioni di persone) che vive con meno di un dollaro al giorno. Sono i volti emaciati di donne e bambini costretti a rubare i chicchi di cereali dalle tane dei ratti per sopravvivere. Sono gli occhi di uomini sfruttati nel lavoro e incapaci di ribellarsi perché, ogni volta che l'hanno fatto, la loro condizione è peggiorata. Sono le storie di persone destinate a scomparire.


 L'asciuttezza dello stile di Sacco nel mettere in primo piano la gente con i suoi problemi quotidiani e ordinari esalta l'effetto realistico. Pur essendo una mondo lontanissimo per un occidentale, Sacco riesce a produrre spontaneamente nel lettore un sentimento di empatia, che lo porta a cercare di entrare nei panni dell'intervistato. Se ci pensate, già questo è un grande risultato per un reportage.

domenica 21 agosto 2011

Vota Ken Parker, vota Ken Parker!



Non è stato facile, lo so, per i numerosissimi tra voi che ci sono riusciti, completare l'intera collana, sia per l'impegno economico che l'impresa ha richiesto, sia per il reperimento, nella propria abitazione, di uno spazio sufficiente a ospitare una specie di montagna di carta.

Io non sono fra quelli che Sergio Bonelli ringrazia, con queste parole che fanno parte di una sua “lettera” pubblicata in seconda di copertina e a pagina 4 del numero di Tex in edicola in agosto. La collana per cui non ho trovato lo spazio in casa e alla quale fa riferimento l'editore milanese è stato un vero successo inaspettato: la “Collezione Storica a Colori” di Tex, pubblicata per oltre 4 anni dal settimanale “L'Espresso” e dal quotidiano “LaRepubblica”. Quello che era stato concepito come un esperimento, ha trovato un'accoglienza straordinaria di pubblico, tale da farlo proseguire ben oltre ogni più rosea aspettativa. La novità era costituita dal colore che,

in Casa Bonelli, da sempre incrollabile tempio del bianco e nero, si è insinuato poco a poco, come un impercettibile veleno.

Con questa metafora spiritosa lo stesso Bonelli annuncia la sua resa al “progressivo avanzare dei comics in quadricromia”.
Tanto ché il gruppo editoriale L'Espresso-La Repubblica si accinge a varare a partire dal primo settembre una pubblicazione periodica dei famosi Texoni bonelliani tutta a colori, da acquistare in abbinamento al settimanale o al quotidiano. Inoltre la Sergio Bonelli Editore ha inaugurato una nuova collana annuale texiana interamente a colori dal titolo “ColorTex”: ottima la storia (quasi gialla) del primo numero ad opera di MauroBoselli, e ottimi i disegni di Bruno Brindisi. I colori, invece, non mi hanno ispirato particolarmente: li ho trovati alquanto freddi, ma sarà che sono ormai abituato al bianco e nero della serie, oppure, restando in zona fumetti western, ai magnifici acquarelli kenparkeriani di Ivo Milazzo...
E qui avviene l'aggancio con il nostro Chemako. Il gruppo editoriale L'Espresso-La Repubblica sta già pensando al futuro, ovvero a quale altro personaggio a fumetti dedicare una prossima eventuale ripubblicazione a colori delle sue storie. E per decidere meglio si avvarrà anche dei risultati di un sondaggio online in cui si chiede il parere dei lettori, proponendo loro una rosa di nomi, fra cui spicca Ken Parker!!!
Sinceramente non me l'aspettavo. È stata una piacevole sorpresa trovare il Nostro fra i possibili protagonisti di una ripubblicazione (e magari, eventuale conclusione!?!?!) delle sue storie. Ma, pensandoci bene, alcuni indizi c'erano stati. Giancarlo Berardi aveva espresso nel Diario di Julia di qualche mese fa l'intenzione, sua e di Ivo Milazzo, di vedere ripubblicate le storie di Chemako in un formato degno e a colori, e poi di concludere la saga con delle avventure inedite (ne avevo già parlato qui). Ma ammoniva anche della difficoltà di trovare un editore che si accolli l'impegno economico che una simile opera richiede. Ma, io dico, se questo editore fosse L'Espresso-La Repubblica? Perché no?!? I mezzi economici ci sono, la sensibilità al mondo del fumetto è stata ampiamente dimostrata da tutte le iniziative editoriali che ha sfornato negli ultimi 10 anni. E se ci fosse già l'accordo?!? E se il sondaggio volesse solo valutare l'accoglienza da parte del pubblico di una scelta già compiuta? Sì, lo so, sto volando con la fantasia, sto facendo del fantacomics... Ma sognare non costa nulla.
Nel frattempo, per restare nel mondo reale (seppur virtuale) cliccate sul link del sondaggio online, e votate, ovviamente, Ken Parker.


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