lunedì 6 giugno 2011

Il segreto di Zagor


Forse Moreno Burattini, curatore e sceneggiatore di Zagor, ha capito tutto.... Ha risposto alla domanda che mi sto facendo da un po' di giorni: "Perché Zagor, nonostante i suoi 50 anni sul groppone, continua a piacermi? Qual'è il suo segreto?"
Burattini lo svela sul sito della Sergio Bonelli Editore, citando Robert Louis Stevenson:

"Non è mai esistito un bambino che non abbia cercato oro, non sia stato pirata o capitano di soldati o bandito di montagna; che non abbia mai fatto battaglie, non sia naufragato e non sia stato fatto prigioniero, e non abbia bagnato di sangue le sue piccole mani, o che bravamente non si sia ritirato da una battaglia perduta e che infine, con manifesto orgoglio, non abbia protetto l'innocenza e la bellezza"

Zagor rinnova ad ogni lettura i giochi avventurosi che facevo da bambino, quando disseminavo trabocchetti nella mia foresta di Darkwood, quando nascondevo tesori sotto la terra della prateria dietro casa mia, quando sparavo ai pellerossa dal fortino della mia cameretta. Tiene vivo una parte di me che spero non muoia mai: la fantasia e la voglia di sognare, di cercare sempre un nuovo tesoro.
Tanti auguri, Zagor!

4 commenti:

  1. Non sono mai stato un fan di Zagor, forse perché con quel costume improbabile, con quelle storie in cui è così difficile capire dove finisca il western e dove inizi il fantastico, mi ricordava troppo i supereroi americani e allora... preferivo gli "originali".

    Ma riletto oggi con il senno di poi, bisogna riconoscere a Sergio Bonelli di aver inventato qualcosa di unico. Straordinario, come è straordinaria la citazione di burattini che ci riconcilia tutti con il senso bello del leggere fumetti.

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  2. Zagor è Zagor. Unico nel suo genere. Unico nel nostro immaginario di lettori.

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  3. La foresta di Darkwood è un'inimitabile regno della fantasia

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