martedì 8 febbraio 2011

La Grande Menzogna è dura a morire

C'è un testimone ideale che si scambiano reciprocamente Il Complotto di Will Eisner e Il Cimitero di Praga di Umberto Eco. Il secondo si potrebbe vedere come il prequel del primo, essendo I Protocolli dei Savi di Sion il punto di unione fra le due opere. Appena ho conluso la lettura dell'appassionante romanzo storico dello scrittore piemontese, son corso a cercare sugli scaffali della mia libreria il fumetto dell'autore americano e ho scoperto (fatto di cui mi ero completamente dimenticato) che l'introduzione all'edizione italiana per l'Einaudi del 2005 è stata scritta proprio dal celebre filosofo-semilogo italiano.
L'interesse di Eco per il tema è evidente: nell'introduzone al fumetto egli cita alcuni dei personaggi storici realmente eistiti con cui poi il protagonista del romanzo, la spia e falsario antisemita Simone Simonini, interagirà. Sono autori di testi romanzeschi dai quali, nella finzione di Eco, Simonini estrarrà frammenti e si ispirerà per produrre un documento che poi cederà a colui che, storicamente, si è accertato essere l'autore dei Protocoli, il falsario e spia russa Mathieu Golovinskj. Nell'introduzione viene involontariamente citato anche il titolo del futuro romanzo, quel cimitero di Praga che, nell'opera di uno scrittore tedesco, viene definita come la sede dell'incontro fra i rabbini capi delle varie comunità europee della diaspora ebraica, durante il quale venne elaborato il diabolico piano di conquista del potere mondiale.

Nella finzione del libro di Eco, il romaziere tedesco ruba l'idea a Simonini, il quale l'aveva presa a sua volta da un romanzo di Eugene Sue, L'ebreo errante, che tuttavia vedeva il cimitero praghese come teatro di una cospirazione gesuitica. Il romanzo di Eco può essere visto quindi come la storia della costruzione di un falso, di uno dei più tragici e densi di nefaste conseguenze che la storia dell'umanità abbia conosciuto, redatto a partire da fonti diverse ed estranee al mondo ebraico, nato dall'odio antisemita e diretto ad alimentarlo ancor di più.
Scrive Eco, sotto le spoglie del narratore, alla fne del suo romanzo, a proposito del protagonista: "...Simone Simonini, benché effetto di un collage, per cui gli sono state attribuite cose fatte in realtà da persone diverse, è in qualche modo esistito. Anzi, a dirla tutta, egli è ancora tra noi."
Will Eisner si sofferma inizialmente su Golovinskj e sul suo lavoro nella polizia segreta zarista per screditare gli ebrei, e poi sul successo che i Protocolli conobbero nel corso del Novecento, essendo pubblicati in tutto il mondo e ispirando piccoli e grandi gruppi di antisemiti, compreso il nazismo hitleriano. Nella parte finale del fumetto vediamo lo stesso Eisner che, mentre sta realizzando il suo libro fra il 1993 e 2002, rimane stupefatto per la pubblicazione che i Protocolli continuano ad avere in giro per il mondo, nonostante la più volte dimostrata falsità, e per il meccanismo psicologico irrazionale che spinge le persone a crederci.

Will Eisner svolge delle ricerche per il suo fumetto

La prefazione, scritta dallo stesso Will Eisner si apre e si chiude con questi due capoversi che esprimono molto chiaramente il coinvolgimento totale che catturò l'autore nel compimento della sua opera.

"Con Il Complotto per la prima volta non ho usato il fumetto per raccontare una storia inventata. Stavolta ho tentato di impiegare questo potente mezzo di comunicazione per affrontare un tema che ha un'importanza fondamentale nella mia vita...."

"...Per tutta la mia carriera ho sempre raccontato storie usando l'arte del fumetto. Ora che quest'arte è universalmente accettata anche nell'ambito della letteratua popolare, si presenta l'opportunità di contrastare questa propaganda con un linguggio più accessibile. La mia speranza è che questo lavoro possa contribuire a distruggere questo inganno terrificante".

A poca distanza di tempo dal Giorno della Memoria, ricordare quest'opera a fumetti mi sembra ancor più necessario, perché, come conclude Eco la sua introduzione a Il Complotto, "...malgrado questo coraggioso e non comic ma tragic book di Will Eisner, la storia non sia ancora finita. Però vale la pena continuare a raccontarla, per opporsi alla Grande Menzogna e all'odio che essa continua a incoraggiare."

2 commenti:

  1. Il libro di Eisner l'ho letto anni fa e l'ho trovato davvero bellissimo. Fumetto, narrativa o altro non importa. La storia di fondo, l'opera in sè, va al di là di ogni sterile categorizzazione.

    Mentre il libro di Eco è già da un po' che mi dico che devo prenderlo, ma sul comodino, come al solito, c'è roba ammucchiata per una vita :)

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  2. sì, davvero bellissimo Il Complotto...

    riguardo alla pila di libri sul comodino... come ti capisco!!!

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