domenica 9 gennaio 2011

Coincidenze filippine


Il caso ha voluto che due letture, apparentemente distanti fra loro, si incrociassero durante queste vacanze. Mi riferisco a L'uomo delle Filippine, l'intenso racconto a fumetti di Giancarlo Berardi, disegnato magistralmente da Ivo Milazzo, uscito nell'aprile del 1980 per la collana Un uomo un avventura della Sergio Bonelli Editore (allora edizioni CEPIM) e del libretto Contro l'imperialismo di Mark Twain nell'edizione italiana della Mattioli 1885.

Lo scrittore americano, considerato uno dei padri della narrativa di quel paese, è noto soprattutto per i suoi romanzi ambientati sul Mississippi, Le avventure di Tom Sawyer e Le avventure di Huckleberry Finn, quest'ulitmo, spesso giudicato erroneamente come il primo, ovvero un libro per ragazzi. Invece, la critica nei confronti della società americana e del suo razzismo è evidente nella storia: basti pensare alla sua conclusione che vede Huck rifiutare l'integrazione nella "civiltà" e preferire la fuga verso l'Ovest ancora incontaminato. Il romanzo è del 1885 e solo 5 anni dopo la rincorsa all'Ovest viene considerata ufficialmente chiusa dal'Ufficio del Censimento, visto che la costa del Pacifico era stata raggiunta dall'invisibile linea della Frontiera e tutti i territori erano stati colonizzati. Il prezzo era stato il genocidio dei nativi, ma il "Progresso" non poteva essere ostacolato da simili quisquilie: ora si apriva una stagione nuova con l'incremento dello sfruttamento delle risorse, con la creazione di metropoli, con l'arrivo di nuovi immigrati. Il denaro e la sua capacità di corrompere le coscienze sono al centro di un altro racconto di Twain che lessi tempo fa: L'uomo che corruppe Hadleyburg in cui una tranquilla ed onesta cittadina della provincia perbenista americana viene tentata da uno straniero che fa leva sulla bramosia nascosta degli abitanti per rovinare la reputazione stessa della città.

Mark Twain è quindi un testimone attento e critico delle trasformazioni economiche, sociali e politiche del suo paese, fino ad arrivare ai primi del Novecento che vedono gli Stati Uniti affacciarsi sullo scacchiere mondiale come grande potenza. Siamo nel periodo in cui i grandi Stati europei si spartiscono l'influenza sulla Cina (vedi la rivolta dei Boxer soffocata nel sangue) e quella sui territori africani ancora liberi (vedi guerra anglo-boera in Sudafrica e dominio belga del Congo). Proprio questi sono i temi affrontati da Twain nel libretto che ho appena letto: si tratta di sette testi molto aggressivi e disincantati, che prendono di mira con sarcasmo i falsi valori della civiltà cristiana occidentale, non risparmiando critiche feroci alla politica imeprialista occidentale e, in particolare, degli Stati Uniti. Da qui viene il titolo del libro e anche dal fatto che Twain fece parte dell'American Anti-Imperialist League, ovvero di un'organizzazione nata nel 1898 a Boston sull'onda della "piccola guerra" che aveva "liberato" Cuba, Portorico, Guam, le Filippine, le Hawaii e le Samoa dal prepotente giogo spagnolo. I componenti della Lega erano politici, filosofi, scrittori, industriali, artisti, giornalisti che si richiamavano ai principi della Dichiarazione d'Indipedenza del 1776, secondo la quale ogni uomo ha diritto di vivere libero e di ricercare la felicità. Questo, secondo loro, non valeva per le popolazioni dei paesi "liberati" dagli Stati Uniti, visto che, una volta cacciati i dominatori spagnoli, gli americani si erano impossessati, più o meno direttamente e con forme diverse, del controllo di quei luoghi, delle loro popolazioni e delle loro risorse.
Particolarmente cruenta fu la reazione che gli USA riservarono ai filippini che si ribellarono alla svendita per 20 milioni di dollari del loro paese operata dalla Spagna in favore degli stessi americani. La guerra che ne nacque si rivelò molto violenta: si protrasse fino al 1913 causando quasi un milione di vittime fra i filippini e vedendo l'uso da parte delle truppe americane di tecniche di tortura come il waterboarding e dei campi di concentramento. Nel primo testo presentato nel libro, Alla persona che vive nelle tenebre, del febbraio 1901, Twain si scaglia duramente, fra l'altro, contro l'ipocrisia dei politici del suo paese, sottolinenado le atrocità commesse in nome della civiltà.
Penso che le parole dello scrittore americano siano l'ideale accompagnamento degli acquarelli di Milazzo e della storia raccontata da Berardi, che vede il vecchio protagonista Stappleton, un membro della Commissione di inchiesta per i crimini di guerra, recarsi in incognito in un campo militare nel mezzo della giungla controllata dai ribelli. Lì potrà toccare con mano le atrocità commesse dai soldati e diventarne testimone. Il racconto di Berardi si conclude con un processo relativo ad un'altra strage di guerra di un'epoca diversa ma idealmente collegata alla prima: quella del villaggio di Mylai in Vietnam del 16 marzo del 1968. In realtà ogni crimine di guerra è collegato a tutti gli altri: ciò che li unisce tutti è che sono connaturati alla guerra stessa, qualsiasi essa sia, e qualsiasi sia la causa che l'ha scatenata.

Disegno di Ivo Milazzo: la mitragliatrice non risparmia i civili

"...Certo, han l'aria d'esser cose equivoche, ma non lo sono. Sì, ci sono state falsità, ma sono state dette per una buona causa. Siamo stati sleali, ma è stato solo perché il vero bene potesse venire fuori da un male apparente. Certo, abbiamo schiacciato un popolo ingannato e fiducioso, ci siamo scagliati contro i deboli e gli indifesi che avevano fiducia in noi; abbiamo spazzato via una repubblica giusta, intelligente e bene organizzata; 

Disegno di Ivo Milazzo: le regole della guerra
 
abbiamo pugnalato alle spalle un alleato e prso a schiaffi un ospite; abbiamo comprato un'Ombra da un nemico che non aveva nulla da vendere; abbiamo derubato della terra e della libertà un amico che si fidava di noi; abbiamo esortato i nostri ragazzi puliti e onesti a imbracciare un moschetto screditatao e a fare un lavoro da bandti sotto una bandiera che i banditi si erano abituati a temere, e non a seguire; abbiamo insozzato l'onore d'America e sporcato il suo viso davanti al mondo; ma ogni singola cosa è stata per il bene comune. 

Disegno di Ivo Milazzo: Stappleton cita Mark Twain

Lo sappiamo. Il Capo di ogni Stato e Sovranità nel Mondo Cristiano e il novanta per cento di ogni corpo legislatvo del Mondo Cristiano, inclusi il nostro Congresso e le nostre cinquanta Legislature Statali, sono membri non solo della chiesa, ma anche del Trust Benedizioni-della-Civiltà. Quest'accumulo che abbraccia tutto il mondo di morali ammastrate, di elevati principi, e di giustizia, non può compiere un atto sbagliato, un atto ingiusto, un atto ingeneroso, un atto sporco. Sa di che cosa si tratta. Non tenere: va tutto bene..."

Disegno di Ivo Milazzo: il waterboarding

"..Quanto poi alla bandiera per la Provincia Filippina, la cosa è presto risolta. potremmo adottarne una speciale - i nostri Stati lo fanno: magari semplicemente la nostra bandiera, ma con le strisce bianche dipinte di nero e le stelle sostituite da teschi e tibie incrociate..."

Disegno di Ivo Milazzo: scene di battaglia nella giungla


"..Grazie a questi emenamenti così suggeriti, il Progresso e la Civiltà conosceranno un vero boom, e vedrete che inganneranno anche la Persona Che Vive nelle Tenebre: così potremo riprendere i nostri Affari alla vecchia bancarella."

Disegno di Ivo Milazzo: processo per la strage di Mylai nel Vietnam


La fine? Non direi...


Abu Ghraib, Iraq, 2003




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